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27 Novembre 2012

“Povera scuola!”: lo sciopero del Cottini

Insegnanti e studenti del liceo artistico la scorsa settimana hanno sospeso ogni attività didattica contro i tagli all’istruzione

Francesca Palumbo e Viviana Villani

Una manifestazione di studenti contro i tagli all'istruzione

Una manifestazione di studenti contro i tagli all’istruzione

Nel corso della passata settimana numerosi insegnanti e studenti del Liceo Artistico Cottini hanno scioperato in segno di protesta contro gli ultimi tagli all’istruzione. Digi.TO è andato a parlare con una studentessa dell’ultimo anno, Miriam, e con il Preside Giuseppe Bertero per capire come si sono svolti gli eventi degli ultimi giorni e se si ripeteranno.

Miriam, come mai c’è stato uno sciopero così lungo?
«Lo sciopero è partito dal corpo docenti e si è poi intrecciato con quello conseguente di noi studenti che ci siamo adeguati alla situazione. L’unione dei due scioperi ha portato alla quasi totale sospensione delle attività didattiche per tutta la settimana, da lunedì a sabato».

Signor Preside, voi contestate alcuni articoli del Decreto Stabilità del Governo: quali sono e perché non siete d’accordo?
«Riteniamo che l’art. 3 della legge di stabilità scarichi sulla scuola il dovere del risanamento delle finanze del paese: infatti, dopo la soppressione di 140.000 posti di lavoro, di cui 87 mila cattedre di insegnamento, dopo il taglio di 8 miliardi di risorse avvenuto nel triennio appena passato, dopo il blocco degli scatti di anzianità e la mancata firma dei contratti di lavoro, scaduti da anni, ancora una volta è la scuola a pagare la crisi. Queste misure sulla scuola rappresentano una palese ingiustizia e sono errate perché sono state introdotte senza alcun confronto con i lavoratori, perché innalzano arbitrariamente le ore di insegnamento, abbassando la qualità dell’istruzione, perché sottraggono opportunità di lavoro per decine di migliaia di docenti precari. Riteniamo altresì che il ddl aumenti il degrado della scuola pubblica obbligando il personale docente a ridurre l’impegno di preparazione delle lezioni, studio, aggiornamento e correzione degli elaborati moltiplicandone la presenza in classe. La classe politica si ostina poi a ignorare l’“emergenza nazionale” delle scuole insicure, non a norma e carenti di spazi».

Miriam, come si sono svolte le giornate di lezione dal punto di vista degli studenti?
«Per noi è stato come partecipare a uno sciopero bianco. Molti docenti non hanno fatto lezione e ci hanno parlato dell’attualità e dei problemi della scuola, altri ha fatto normalmente lezione e qualcuno ci ha lasciato libertà totale sul nostro tempo. Durante la settimana anche noi studenti abbiamo tenuto un’assemblea per fare il punto della situazione: secondo il nostro punto di vista i problemi più gravi riguardano la qualità della struttura e degli strumenti al suo interno. Uno dei punti critici, anche per noi, è il numero di studenti per aula: essendo un liceo artistico, la maggior parte delle nostre materie sono pratiche e lo spazio che è fondamentale inizia a scarseggiare».

La protesta è servita a qualcosa?
«Ieri le lezioni sono riprese normalmente, perciò probabilmente non cambierà nulla, né riguardo le normative, né riguardo la situazione generale della scuola. Speriamo comunque che lo sciopero combinato di docenti e studenti possa servire quantomeno a rivedere le posizioni sulle riforme dell’istruzione».

Link utili:
Liceo Cottini

 

Cosa pensate dei tagli alla scuola? Credete che iniziative come quella del liceo Cottini possano servire?

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Categorie: Formazione

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