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29 Novembre 2012

L’Italia in concorso al Tff: cinema che sorprende

I film italiani sono narcisi e ironici ma anche riflessivi e sofferenti: difficile un primo premio, ma quando meno te lo aspetti

Matteo Giachino

film Smettere di fumare fumando

Una scena surreale dal film “Smettere di fumare fumando”

Ieri sera al Reposi, con la proiezione di “Su Re”, si è chiusa la visione delle tre opere italiane in concorso nella sezione Torino 30. Una serata intrisa di cinema anche e soprattutto per la presenza in sala del regista Giovanni Columbu assieme alla protagonista femminile Pietrina Menneas, della giuria guidata da Paolo Sorrentino e del grande Nanni Moretti che con la sua Sacher Film distribuirà la pellicola nelle sale italiane.
A completare la nazione maggiormente rappresentata in gara al Torino Film Festival (con a USA e Gran Bretagna) sono gli altri due lungometraggi che abbiamo potuto vedere nei giorni precedenti: “Smettere di fumare fumando” dell’«indefinibile e vulcanico» Gianni Pacinotti (in arte Gipi) e “Noi non siamo come James Bond” diretto da Mario Balsamo.

UNA PASSIONE DI CRISTO IN SARDO
Classe 1949 e laureato in architettura, il regista e video artista Giovanni Columbu giunge al suo secondo lungometraggio, “Su Re”, dopo aver esordito con “Arcipelaghi”, ricevendo i prestigiosi premi per la sceneggiatura dal Sundance Institute e dalla Fondazione Equinox diretta da Jeanne Moreau.
Dall’adattamento di un romanzo ambientato a Nuoro alla rilettura sinottica dei quattro Vangeli rimanendo saldamente ancorato alla sua regione, la Sardegna, “Su Re”, infatti, non solo è stato girato nell’asprissimo e montano entroterra sardo ma è anche recitato interamente in dialetto, con attori non professionisti ad eccezione della Menneas (l’addolorata Maria).
Cupo e sensazionalmente “primitivo” nella messa in scena, “Su Re” racconta con poche parole i patimenti inflitti a Gesù, interpretato da Fiorenzo Mattu, ispirandosi dichiaratamente alla struttura ripetitiva del “Rashoman” di Kurosawa. I personaggi non vengono mai identificati esplicitamente ma si dichiarano allo spettatore (qua e là in difficoltà in questo senso) attraverso le loro azioni. Si tratta di un film fatto di attese e di dolore assordante, sia nei momenti di maggiore incursione sonora che nei silenzi.
Gesù è stato crocifisso e Maria lo piange, lo vediamo più volte. Noi rimaniamo in balìa di un forte impatto emozionale, in un film difficile, a tratti sovraccaricato.

AUTORIPRESE PER UN AUTORE DI TALENTO
Armato di un’onnipresente microcamera GoPro, quella utilizzata molto spesso in ambito freestyle (snowboard, skateboard ecc.), iPhone e camera digitale, Gipi decide di raccontarci i suoi primi dieci giorni da fumatore che ha deciso di smettere: da quaranta sigarette a zero per questo autore rivelatosi al cinema con “L’ultimo terrestre” del 2011, in concorso a Venezia, e affermato vignettista/fumettista collaboratore di La Repubblica e l’Internazionale.
Pensato come diario personale, il lavoro è diventato pubblico, e lo sarà ancora di più quando verrà distribuito nientemeno che dalla Fandango di Procacci. “Non devo pensare al mondo del cinema, ai critici, alle giurie. Devo pensare alle cose che mi piacciono”. Questo l’incipit del film che si assume a mantra dello stesso Gipi, intento a compiere lo sforzo enorme di dire basta alle sigarette.
Conosceremo l’assoluta criticità dei primi giorni e la sua ragazza/convivente , faremo visita alla mamma, incontreremo i suoi amici intenti a distrarlo con improbabili video da YouTube di donne che dicono di essere in contatto con sconosciute forme aliene. Così come arriveremo a scoprire la probabile e, a suo dire, decisiva causa che lo ha portato a fumare la prima sigaretta della sua vita e non solo. Di certo rimangono indelebili i colloqui telefonici col critico cinematografico “chiuso nel suo bagno” intento a scovare citazioni di Lynch in inquadrature che invece fanno spazio, parola di Gipi, a Bud Spencer e al suo “Io sto con gli Ippopotami” (in foto la citazione della discordia).
Girato con 350 euro e realmente realizzato in dieci giorni consecutivi, con il materiale montato giorno per giorno senza correzioni, “Smettere di fumare fumando” si stabilisce come vera sorpresa: divertente e spensierato, ma anche riflessivo. Superato il primo quarto d’ora di iniziale smarrimento, lo spettatore sarà quindi libero di credere più o meno alla spontaneità dell’operazione. Noi puntiamo sul “più”.

JAMES BOND E’ VECCHIO, LORO NO
Scrittore e regista, Mario Balsamo ha collaborato anche a stretto contatto con Ettore Scola e insieme all’amico Guido Gabrielli ha firmato e interpretato questo sentito e autobiografico “Noi non siamo come James Bond”.
Un’amicizia che dura da decenni e che ha fatto superare loro il tumore che li aveva colpiti. Giunti a cinquant’anni è arrivato il momento di tirare le somme, ritornando in quei luoghi che, da ventenni, hanno cementato il loro rapporto. Cosa c’entra James Bond? E’ da sempre il mito, inarrivabile, è semplicemente Sean Connery;  e a quanto pare sembra essere arrivato il momento di farci quattro chiacchiere.
Quattro passi nella gioventù che fu per ricordare quei momenti, quei luoghi, dove hanno cominciato a essere amici, a rispettarsi, a litigare. Un viaggio ironico, qualche volta rabbioso. Si ricorda che s’invecchia ma che l’importante è sentirsi giovani dentro. Cercando quel numero di telefono che di prefisso fa 007.

Link utili:
Torino Film Festival

 

Avete visto questi film? Per quale tifereste?

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Categorie: Cultura

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