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6 Febbraio 2012

“Dappertutto è l’uomo”, la lezione di Bertold Brecht

Inizia oggi a Torino il Brecht_Camp 2, sette giorni di arte e cultura ricordando il drammaturgo tedesco


Valentina Esposito

Brecht_CampPer una settimana Torino e Berlino sono una realtà sola, grazie alla collaborazione fra Teatro Stabile e Volksbühne am Rosa-Luxemburg-Platz, con la partecipazione del Goethe Insitut Turin, per dare il via ad una rassegna di spettacoli e convegni relativamente nuova per il panorama culturale torinese. L’esperienza Camp_Brecht si ripete infatti per il secondo anno consecutivo, permettendo a due città così lontane geograficamente di incontrarsi di nuovo per una manifestazione parallela che si snoda attraverso cinema, fotografia e teatro, offrendo un’interpretazione estremamente creativa dell’opera letteraria e teatrale di Bertold Brecht, considerato il più grande drammaturgo tedesco del ventesimo secolo.
Quest’anno si è cercato di ripercorrere le sue memorie lasciandosi ispirare dalle parole, o tentando di interpretare la società attuale seguendo i suoi pensieri e quelli dei protagonisti delle sue opere; una di queste ha fortemente ispirato la rassegna: è “La rovina dell’egoista Johann Fatzer”, un personaggio che durante la Prima Guerra Mondiale è alla ricerca di quell’umanità che poi finisce per perdere in un dedalo di vicissitudini psicologiche.

IL TEATRO E LA FOTOGRAFIA
Stasera 6 febbraio al Teatro Stabile si inaugura la settimana brechtiana con uno spettacolo ispirato al frammento pubblicato del “Fatzer”, che rappresenta una vera sfida per gli attori partecipanti: gli appunti lasciati dall’autore sono tutto ciò su cui il direttore Fabrizio Arcuri si è dovuto basare per allestire uno spettacolo dal titolo “Fatzer Fragment/Getting Lost Faster”, condividendo gli sforzi con Renè Pollesch, che invece cura una pièce teatrale dal nome “Kill Your Darling! Street of Berladephia”, portando in scena un tema molto caro al drammaturgo: l’individualità dell’uomo.
Inoltre al Goethe Institut Turin il 9 febbraio sarà inaugurato l’altro pezzo forte della rassegna, la mostra fotografica “Essere deboli è umano e perciò deve cessare” in cui due fotografe, Eva Frapiccini e Franziska Hauser, hanno cercato di calcare le orme di Fatzer, guardando attraverso l’obiettivo fotografico Torino e Berlino, col risultato di creare quasi un percorso spirituale ed interiore attraverso paesaggi urbani desolati, fabbriche e quartieri dismessi, proponendosi di mettere nel loro sguardo quello del soldato brechtiano.

IL CINEMA E LA PAROLA
Ampio spazio è dato all’arte cinematografica, che viene ospitata al Cinema Massimo di via Verdi. Un lungometraggio in tedesco con sottotitoli in italiano, “Kuhle Wampe oder Wem gehört die Welt ovvero A chi appartiene il mondo?”, verrà proiettato l’8 febbraio. Ottanta minuti di film dichiaratamente comunista, sceneggiato da Brecht, l’unico girato durante la Repubblica di Weimar e ovviamente all’epoca censurato.
Inoltre, l’11 febbraio alla Cavallerizza Reale viene proposto un convegno totalmente incentrato sulla figura letteraria e teatrale del drammaturgo tedesco, coordinato da Università del Piemonte Orientale, Università di Torino e Goethe-Institut, dove registi, drammaturghi ed esperti interverranno per discutere di quest’esperienza parallela, arricchendola con le sensazioni e le emozioni suscitate dall’“eredità” di Brecht.
Per concludere infine questa settimana ricca di eventi il 12 febbraio, il Cinema Massimo proietterà una serie dicortometraggi italiani creati ispirandosi liberamente alle tematiche affrontate nella rassegna, e realizzati con diverse tecniche di produzione – dalle più avanzate a quelle amatoriali – per permettere anche a giovani registi di offrire il loro punto di vista sugli argomenti sollevati.

Link utili:
Camp Brecht 2
Il calendario degli eventi

Conoscete Bertold Brecht? Parteciperete alla rassegna?

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Categorie: Cultura

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