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17 Gennaio 2013

Contro la corruzione “Riparte il Futuro”

E’ partita ieri la nuova campagna di Libera: i candidati che appoggeranno la petizione saranno riconoscibili da un braccialetto bianco

Matteo Fontanone

Riparte il futuro

Uno degli aforismi della campagna “Riparte il futuro” promossa da Libera

Sono giorni di campagna elettorale, dibattiti televisivi e grande incertezza politica. La novità è che, parallelamente alla consueta caccia all’elettore che da che mondo è mondo caratterizza i giorni prima del voto, Libera e il Gruppo Abele promuovono da ieri una nuova campagna, “Riparte il Futuro”. Dopo il grande exploit del 2011 con l’iniziativa “Corrotti”  – quando furono presentate al presidente Napolitano ben un milione e 200mila firme – ecco quindi un altro tentativo di migliorare concretamente il paese, una richiesta di trasparenza lanciata da giovani attivisti e destinata a scuotere società civile prima e classe politica poi.
“Riparte il Futuro” è una petizione tramite la quale i cittadini chiedono ai candidati che li rappresenteranno in Parlamento di rispettare criteri di pulizia e trasparenza: come? Sottoscrivendo cinque impegni stringenti, tra cui spicca il rafforzamento della legge anticorruzione, punto di partenza per un vero cambiamento.
Ci parla della campagna Eugenio Orsi, 33 anni, che di Riparte il Futuro è responsabile digitale.

Quando presenterete a chi di dovere le firme raccolte?
«L’obiettivo è quello di spingere il maggior numero possibile di candidati ad aderire alla nostra petizione, di conseguenza la raccolta firme finisce pochi giorni prima delle elezioni. Il tempo a disposizione non è molto, sarà interessante proprio valutare con quante firme riusciremo ad avvicinare i candidati alla nostra missione, contando che per il momento siamo a quota 50 pre-adesioni su oltre 18.000 firme. Ieri a Roma abbiamo lanciato ufficialmente la campagna: se riusciremo a mantenere intatta e possibilmente ad aumentare la media tra firme e adesioni, allora avremmo davvero lo spazio per poter arginare la corruzione».

Avete ricevuto particolari riscontri da qualche partito o le adesioni sono trasversali?
«Assolutamente trasversali. La nostra idea è quella di mettere pressione sulla classe politica. Non vogliamo essere connotati da alcun colore o bandiera, ma estendere la nostra iniziativa a livello trasversale. “Riparte il Futuro” non guarda ai partiti ma alla società civile. Oltretutto alcuni partiti non hanno ancora presentato le liste ufficiali, quindi la fotografia che stiamo raccogliendo per il momento manca di troppi dati. Una volta visti tutti i nomi, anche noi riusciremo ad avere un quadro più completo».

E una volta terminate le elezioni?
«Non termina certo la nostra campagna. Il nostro è un progetto pluriennale, su cui lavoreremo almeno due anni e mezzo. L’obiettivo è quello di incidere concretamente sugli indici di corruzione, secondo i quali in Italia la situazione è davvero molto grave. Ci andrebbe poco per migliorare, vorremmo essere determinanti in questo senso».

Come controllare che i candidati non vengano meno ai patti sottoscritti?
«I candidati hanno cento giorni per tenere fede alle loro promesse. Quando aderiscono alla campagna viene consegnato loro un braccialetto bianco simbolo del loro impegno a cambiare la legge anticorruzione. Il braccialetto è revocabile, se scopriamo che il loro impegno non è reale ma soltanto una vaga promessa, i rapporti cambiano. Siamo però fiduciosi che le nostre richieste vengano accolte con sincero entusiasmo, abbiamo sentito che il tema è sentito davvero ed è trasversale. I tempi sono maturi per potenziare la legge anticorruzione, sarebbe il primo passo per un cambiamento radicale. Se non si cambia in meglio la legge non si può fare nulla».

In tutto ciò come si inseriscono Torino e il Piemonte?
«Per ora, le migliori risposte che abbiamo avuto sono qui. La sensibilità è altissima, vuoi per la presenza di  Don Ciotti e del gruppo Abele, vuoi per la particolare storia della città. Il Piemonte per il momento ci sta fornendo un grande contributo tanto di attivisti quanto di firme, ma siamo fiduciosi che l’interesse si diffonda a macchia d’olio lungo tutta la penisola».

 

Link utili:
Libera
Gruppo Abele
Campagna “Riparte il Futuro”

Secondo voi la campagna “Riparte il Futuro” contribuirà alla lotta contro la corruzione?

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Categorie: Cultura

Commenti (1)

  1. Luigi Ioli ha detto:

    Ho letto che la corruzione ci costa 147 Mld all’anno.
    Chi sono i corrotti? Sicuramente molti politici e direi che la corruzione è nel Parlamento. Per questo ritengo che l’iniziativa di “Libera” sia meritoria ma molto difficile da realizzare. Bisognerebbe denunciare apertamente tutti i politici che non realizzino i patti sottoscritti. Basterà questo per ridurre il marciume? Ho molti dubbi ma anche molta speranza.
    Cordiali saluti.

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