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11 Marzo 2013

Un Papa per i giovani

La rinuncia di Benedetto XVI porterà un nuovo pontefice: cosa vorrebbe da lui chi oggi ha meno di 30 anni? La parola ad alcuni studenti torinesi

Matteo Tamborrino

Nuovo Papa

Domani inizia il Conclave per eleggere il successore di Benedetto XVI

Domani si apre il Conclave che dovrà eleggere il 266° successore di San Pietro, dopo le clamorose dimissioni di Benedetto XVI. Questo fatto ha lasciato sgomenti molti fedeli del mondo cattolico, che si sono raccolti il 24 febbraio scorso in piazza San Pietro per l’ultimo Angelus di Ratzinger. Altri invece hanno accolto questo annuncio con una certa indifferenza.
Tante reazioni, tanti pensieri: unico elemento certo è che questo fatto segna un cambiamento davvero epocale. Abbiamo allora provato a chiedere ad alcuni giovani torinesi che cosa si aspettino dal futuro pontefice, o meglio quali siano i problemi dei giovani ai quali il nuovo Papa dovrà essere in grado di rispondere.

UN CAMBIAMENTO NECESSARIO
Marina, studentessa 24enne presso la facoltà di Lettere e Filosofia, nonché animatrice di oratorio e volontaria in diverse realtà sociali, dice: «Personalmente mi piacerebbe che il nuovo Papa dimostrasse attenzione e sensibilità verso ogni persona, indipendentemente dall’orientamento politico o sessuale: c’è ancora troppa discriminazione nella società civile e la Chiesa, che dovrebbe farsi portavoce dell’accoglienza, certo non aiuta in questo senso, anzi, spesso nega alcune forme di amore». «Piuttosto che domandarsi come mai le chiese siano sempre più vuote – continua Marina – sarebbe importante arrivare a comprendere la necessità di un rinnovamento. Si tratta, secondo me, di riscoprire il modo in cui trasmettere il messaggio evangelico in un mondo che cambia, calandosi nelle diverse realtà, non in modo cattedratico, accademico, distaccato».
Sulla medesima lunghezza d’onda si trova Luca, 20 anni, scout a Torino con l’Agesci e studente del corso di laurea in Scienze dell’Educazione, che avverte l’esigenza di ritrovare «un senso cattolico, inteso non come “l’uomo è peccatore e perciò deve soffrire”, bensì come una spiritualità gioiosa, in armonia con chi e cosa ci sta intorno».

APERTURA, SENSIBILITA’ E DIALOGO
«Vorrei che il futuro Papa – prosegue Luca – sapesse confrontarsi con i temi caldi del nostro tempo come, ad esempio, l’omosessualità o l’uso del preservativo, nell’accettazione che la sessualità non porta con sé semplicemente, o per forza, la procreazione e la perpetuazione della specie».
Rimanendo sempre nell’ambito del dialogo, Costi – questo il nome con cui tutti lo chiamano – musicista e studente di Lettere Moderne parla di «contatto con i non credenti, nell’ottica di una catechesi che renda Gesù amico e non obbligo». In un mondo cattolico troppo dogmatico, che allontana i giovani, è fondamentale, secondo Costi, «ri-avvicinarsi anche agli stessi giovani che ruotano intorno alle parrocchie, valorizzando le loro idee di rinnovamento nel campo dell’animazione o della catechesi. Bisogna insomma guardare – conclude – a ciò che viene dal basso come ad una risorsa preziosa e costruttiva e non come ad un qualcosa di “eretico” o sbagliato soltanto perché distante dalla linea tracciata dalla CEI, dall’Azione Cattolica o da qualsiasi altro organo più “istituzionale”».

INCONTRO CON I GIOVANI
Sembra mancata negli ultimi anni, secondo Alice, dottoressa in Legge e clown di corsia, una relazione forte con i giovani: «Partecipai nel maggio 2010 alla Messa con il Papa in piazza San Carlo, in occasione dell’Ostensione della Sindone. Ricordo che nel pomeriggio ci fu un momento dedicato ai giovani: il clima era festoso, ma non mi lasciò molto. Insomma, non c’era stato uno scambio sincero, che invece doveva essere il perno di quella giornata. Spero perciò che il futuro Papa sappia costruire più occasioni di incontro con i giovani, lasciando attraversare e comprendendo i nostri problemi e i nostri dubbi».
Di differente opinione è Elia, ricercatore 28enne in Francia: «Premetto che fino a qualche anno fa possedevo una fede piuttosto debole. Poi mi sono ritrovato a partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid, nel 2011. È stata un’esperienza magnifica di ritrovo e condivisione, in un clima sereno e costruttivo. Noi giovani – conclude Elia – siamo soliti lamentarci del Papa, della Chiesa, ma non proviamo nemmeno a guardare le proposte positive. Vorrei che il nuovo Papa continuasse sulla linea istituita dal precedente, magari con un po’ di affabilità e carisma in più, lo stesso che rese a suo tempo Giovanni Paolo II così amato anche dai non credenti».

Link utili:
La Santa Sede


Voi cosa vorreste dal nuovo Papa? A quali sfide dovrà saper rispondere?

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Categorie: Cultura

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