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22 Settembre 2011

Fumne lab, il futuro riparte dal carcere

Fumne lab, il futuro riparte dal carcere

Intervista all’ideatrice del laboratorio creativo per detenute aperto anche all’esterno, che riparte questo weekend con i nuovi corsi…

Viviana Villani

Intervista all’ideatrice del laboratorio creativo per detenute aperto anche all’esterno, che riparte questo weekend con i nuovi corsi.

Nel carcere Lorusso Cotugno di Torino quindici donne detenute fra i 25 i 55 anni sono impegnate nel progetto FumneLab, una serie di laboratori dove abiti e oggetti usati prendono nuova vita grazie a mani esperte. Per approfondire abbiamo intervistato Monica Gallo dell’Associazione Lacasadipinocchio, ideatrice dell’iniziativa, che riparte sabato 24 settembre e ha il patrocinio del Comune di Torino e il sostegno di Compagnia di San Paolo.

Come è nata l’idea del progetto?
«Le idee arrivano quando si è abituati ad osservare ciò che succede intorno a noi. Le donne impegnate nel laboratorio de LacasadiPinocchio posseggono buone capacità manuali e sono sempre desiderose di trasmetterle alle compagne di lavoro, soprattutto quando arrivano nuove donne nel gruppo. È una trasmissione di saperi artigianali. Osservando questo fenomeno abbiamo pensato che anche le donne che non vivono una condizione di detenzione avrebbero potuto partecipare a questa scuola e così è nato il progetto FumneLab».

Come è stato accolto il progetto dalle detenute?
«Le detenute vivono sempre con grande entusiasmo le nuove iniziative. Questo progetto in particolare è stato accolto con interesse. Vedere, parlare e insegnare alle donne libere ha ridato a queste donne la dignità, percepiscono che il legame con l’esterno non si è spezzato e sentono che stanno restituendo qualcosa. Con questa attività le detenute si sentono non più giudicate ma stimate».

Ha avuto modo di capire quali sensazioni ha provato in passato chi partecipava dall’esterno?
«Sì, a giugno, il giorno successivo allo svolgimento del laboratorio, ho ricevuto una mail della signora Maria, che ha ottant’anni e mi ha scritto parole toccanti: ha capito che per queste donne la detenzione, la privazione della libertà, l’allontanamento dalla famiglia servono per una crescita interiore e per progettare fin da ora una nuova vita fuori dal carcere. È emozionate vedere lo scambio vicendevole di esperienze fra detenute e partecipanti esterne, lavorando chiacchierano tutte delle stesse cose: degli affetti, dei figli e della vita».

FumneLab è il primo progetto di questo tipo in Italia…
«Sì, le iniziative nei carceri italiani sono tante e la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno è sicuramente molto attiva su questo fronte. La direzione del carcere è attenta e aperta a iniziative che coinvolgono i detenuti ospiti ed in particolare a tutte quelle attività che mirano al reinserimento nella rete sociale attraverso il lavoro. Fumnelab non ha precedenti in Italia: per questa ragione abbiamo avuto la visita delle operatrici di Bollate, che desiderano replicare l’iniziativa e questo è stato significativo per tutte noi».

Quali sono le attività in partenza?
«Sabato ripartiamo con i laboratori e ad ottobre porteremo Fumnelab anche fuori dalla Casa Circondariale: i corsi saranno gestiti da ex detenute e si svolgeranno fino a marzo 2012 a Villa Guaita a Collegno. Poi da poco abbiamo aperto il nostro showroom in carcere, dove sono invitati tutti i commercianti di Torino che desiderano rivendere all’esterno gli accessori del brand “fumne”».

Link utili:

Fumne Lab
Associazione Lacasadipinocchio

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Categorie: Formazione

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