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22 Marzo 2012

“The lady” commuove il Cinema Massimo

Ieri l’anteprima del film su Aung San Suu Kyi, con il Sindaco e l’ex presidente di Amnesty Italia, che invita ad impegnarsi per i diritti umani

G. Ongaro, A. Verdecchia e V. Villani

Ieri l’anteprima del film su Aung San Suu Kyi, con il Sindaco e l’ex presidente di Amnesty Italia, che invita ad impegnarsi per i diritti umani

La sala Uno del Cinema Massimo era al completo ieri sera per l’anteprima torinese di “The Lady” di Luc Besson, il film in cui l’attrice Michelle Yeoh (nella foto) interpreta la straordinaria figura di Aung San Suu Kyi, la donna che da tutta la vita lotta con straordinaria forza e decisione per la democrazia nella sua Birmania. La pellicola segna anche il debutto della Good Films, la neonata casa di distribuzione cinematografica di Ginevra Elkann.
A presentare il film, e soprattutto la storia dietro il film, un emozionato Piero Fassino, che rivestiva il doppio ruolo di Sindaco ed ex Commissario dell’Unione Europea per la questione birmana: «Ho avuto il privilegio di conoscere Aung San Suu Kyi nella sua abitazione quando era ancora ai domiciliari. E’ una donna straordinaria, è diventata leader di un popolo quasi per caso, ma acquistando subito grande credibilità» e in conclusione aggiunge: «Dobbiamo ricordare che Aung San Suu Kyi è cittadina onoraria di Torino, perciò stasera vedremo un film pensandolo dedicato a una nostra concittadina».
Alla tavola rotonda che ha preceduto la proiezione sono intervenuti anche il professor Giovanni Andornino, docente di relazioni internazionali dell’Asia Orientale all’Università di Torino e Paolo Pobbiati, ex presidente di Amnesty International Italia, al quale abbiamo fatto qualche domanda per saperne di più sulla lotta per i diritti umani in Birmania.

Secondo lei i giovani si appassioneranno alla storia di Aung San Suu Kyi?
«Certo, Aung San Suu Kyi ha una presa incredibile sui giovani perché è un’eroina romantica, una mina vagante. Spero che questo film aiuterà a farla conoscere a un pubblico ancora più vasto».

Quanto è fedele il film rispetto alla vicenda reale?
«Il film ripercorre la sua vita, il suo coraggio, il suo eroismo raccontando la morte di suo padre, la vittoria plebiscitaria alle elezioni, l’ascesa, gli arresti domiciliari. Ci sono stati momenti di grande apprensione, ad esempio non sapevamo se fosse ancora viva quando le è stato assegnato il Nobel per la Pace, nel 1991; è stata liberata e incarcerata varie volte. Il film finisce ma è importante la vita vera: non vedo l’ora di vederla al Parlamento birmano per ammirare di nuovo la forza del suo carisma. Insomma, se vediamo il bicchiere mezzo pieno, è una conquista, se lo vediamo mezzo vuoto ci sono ancora troppi prigionieri politici; però credo che dobbiamo rallegrarci di avere un bicchiere da guardare».

Questa è una storia che ha un forte appeal mediatico, ma sono altre tragedie simili al momento nel mondo ma meno famose…
«Sì , ci sono situazioni critiche di altri paesi nel sudest asiatico e poi molto attuale adesso è la Siria. Noi vecchi vi lasciamo in mano il mondo. Il futuro è nelle vostre mani, siate attenti a risolvere i problemi».

Davanti a questi tragici eventi è facile lasciarsi prendere da un senso di impotenza, che cosa può fare un normale cittadino?
«Bisogna trasformare questo senso di impotenza in azione. Amnesty International fu fondata dall’avvocato Peter Benenson, che non potè rimanere in silenzio di fronte alla vicenda di due studenti portoghesi, condannati a sette anni di carcere perché colpevoli di aver brindato alla libertà delle colonie del loro paese. Così scrisse tutto in un articolo, “I prigionieri dimenticati” e fu quello l’atto costitutivo di Amnesty International. Bisogna agire e non rimanere in silenzio di fronte alle violazioni dei diritti umani».

Link utili:
Trailer ufficiale di “The Lady”
Amnesty International Italia


Andrete a vedere “The Lady”? Pensate che ognuno di noi possa far qualcosa per i diritti umani?

 

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Categorie: Cultura

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