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18 Luglio 2012

Paolo Simoncelli: oltre i limiti del dolore

In occasione del suo intervento di stasera a Torino, il padre di SuperSic parla della fondazione dedicata al figlio e dei rischi della velocità.Giulia Ongar0

Paolo Simoncelli

Paolo Simoncelli

Stasera alle 21 nel cortile di Palzzo Carignano un nuovo incontro per il ciclo “Oltre i limiti“, che fa parte del cartellone Torino Young City. La rassegna organizzata da Città di Torino e Aips, Associazione Italiana Paresi Spastica Onlus, ha toccato già varie tematiche ma oggi si parlerà di velocità con il giornalista sportivo Paolo Beltramo e Paolo Simoncelli, il padre di SuperSic, che abbiamo intervistato.

LA VELOCITÀ COME RISCHIO DA CONTROLLARE
Il titolo dell’incontro è “Oltre i limiti del rischio: Velocità e controllo”, ma velocità può voler dire molte cose: «Per un ragazzo la velocità è ebbrezza – ci  dice – io sono un genitore quindi per prima cosa collego la velocità al pericolo. Detto questo, non so bene cosa dirò stasera, andremo in diretta e vedremo cosa succede».
Non è la prima volta che Paolo Simoncelli collabora con Paolo Beltramo: «Paolo era un amico di Marco, è un amico di Marco. Stiamo scrivendo insieme un libro su mio figlio, ma non so ancora se uscirà a Natale o già a ottobre».
Marco correva in Moto GP, la velocità era un rischio di cui era consapevole. Ma ci sono tanti ragazzi fuori che corrono lo stesso rischio in maniera superficiale, quasi a sfidare il destino; Paolo Simoncelli è molto chiaro a questo proposito: «Correre in strada è da idioti. Io impiegherei tutti i vigili e la polizia stradale a educare i ragazzi contro gli atteggiamenti irresponsabili, invece di fare multe. È vero, anche in pista ci sono dinamiche che non puoi prevedere, ma i rischi sono calcolati. Invece sulla strada i pericoli sono molti di più. Le moto sono diventate troppo veloci – continua – un’auto non fa in tempo a ripartire a un incrocio che può comparire un motociclista. Il nervoso mi viene soprattutto quando vedo i ragazzi andare in moto senza l’abbigliamento corretto, o con delle “ciotole” al posto dei caschi».

UNA FONDAZIONE PER ANDARE AVANTI
Oltre agli incontri con tutti coloro che vogliono trasmettere a lui e a sua moglie il loro affetto per Sic, Paolo Simoncelli ha un nuovo impegno a tempo pieno, quello di gestire la Marco Simoncelli Fondazione Onlus: «Stiamo facendo moltissime cose – racconta – abbiamo appena finito i costruire un ospedale a Santo Domingo, al confine con Haiti. Kate, la morosa di Marco, è andata a vederlo pochi giorni fa. Abbiamo anche procurato un supermicroscopio a un gruppo di medici che opera interventi oculistici in Burundi».
È un altro, però, il progetto del momento: «Al nostro paese, Coriano, c’è un albergo in disuso, vicino alla chiesa di Sant’Andrea in Besanigo. Vogliamo trasformarlo in un centro diurno per ragazzi disabili». L’impresa è meno semplice di quanto sembri: «La fondazione impegnerà molte risorse in questo progetto. Per costruire l’intero ospedale ad Haiti sono serviti circa 200mila euro, qui ce ne vorranno quattro volte tanto, ma potremo vedere tutti i gironi i risultati di quello che stiamo facendo».
Non deve essere semplice girare continuamente su e giù per l’Italia, tra conferenze e interventi in favore della Fondazione. «Da noi si dice “la bistecca è dura” – conclude Simoncelli – e certo è stancante dover parlare sempre di quello che è successo, ma è anche vero che bisogna andare avanti e fare qualcosa».

Link utili:
Oltre i limiti
Torino Young City
Marco Simoncelli Fondazione Onlus

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Categorie: Sport

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