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29 Marzo 2013

La naturopatia come stile di vita

Intervista alla giovane naturopata in formazione Arianna Cimma per comprendere meglio che cos’è questa branca della medicina alternativa

Federica Spagone

Oltre alla medicina tradizionale, in Italia stanno prendendo sempre più piede anche alcune discipline alternative come la riflessologia plantare, la cromoterapia e molte altre, che si rifanno tutte al mondo della naturopatia. Da questa richiesta è nato anche l’interesse dei giovani allo studio di questa pratica che ormai è diventata piuttosto comune, benché ci sia ancora un po’ di diffidenza in merito.
Per comprendere meglio però cosa comprende la branca della naturopatia abbiamo incontrato Arianna Cimma, 27 anni,  naturopata in formazione, specializzata in riflessologia plantare.

Qual è la tua specializzazione?  
«Sono una naturopata in formazione specializzata in riflessologia plantare, ma sto proseguendo i miei studi approfondendo lo studio della “biodinamica craniosacrale” e la “kinesiologia” e svolgerò presto l’attività presso il mio studio a Torino. Sono un’operatrice del benessere e mi occupo di riequilibrio energetico attraverso la floriterapia, ma soprattutto con l’aiuto di diverse tecniche corporee».

Ma che cos’è la naturopatia?
«Il mondo della naturopatia è molto vasto e i rami sono numerosi: kinesiologia, fitoterapia, cristalloterapia, cromoterapia, iridologia, cromoterapia,  alimentazione naturale, fiori di Bach, aromaterapia ecc.  Cambia però l’approccio rispetto alla medicina tradizionale poiché si considera l’individuo e non il malessere, scoprendo le cause del disturbo psico-fisico e non il sintomo stesso. Tutto ciò si va a ricercare effettuando un’indagine di tipo energetico e non clinico, per cercare l’origine della sintomatologia. Per il naturopata è essenziale non considerare l’uomo come un insieme di parti che vivono indipendenti ma l’unione di corpo-mente-anima. Ci tengo a precisare che la pratica non ha lo scopo di curare la malattia, ma di occuparsi dell’individuo in modo responsabile educandolo alla cultura della salute, verso un percorso di prevenzione».

Come ti sei avvicinata a questa disciplina?
«La passione per tutto ciò che è legato alla natura e al benessere mi ha accompagnata per tutta l’adolescenza e i primi anni dell’università, inoltre la mia passione per la manualità mi ha portata ad approfondire l’arte del massaggio e delle tecniche corporee, cercando nel contatto una chiave di lettura più profonda dell’individuo. Il fine ultimo è quello di aiutarlo a ritrovare il proprio equilibrio fisico ed emotivo. Porto avanti un percorso di educazione alla salute, necessario per rendere la persona autonoma e responsabile riguardo al proprio stato, nel rispetto del codice deontologico. Mi sono soffermata spesso su come l’individuo abbia perso rapidamente contatto con sé stesso allontanandosi sempre più dalle proprie necessità e dai propri obiettivi e quanto l’ambiente esterno influenzi il suo comportamento, portando a somatizzare il disagio. C’è difficoltà a gestire i propri tempi in un mondo che vive e che cambia a ritmi frenetici, spesso non si ha nemmeno il tempo di fermarsi a comprendere l’origine di un malessere o di un disagio emotivo come per esempio l’ansia o l’aggressività».

Come si svolge una seduta?
«La seduta inizia con un colloquio che mi permette di instaurare un rapporto di fiducia e di empatia con il cliente, lasciandogli la possibilità di parlare il più possibile del proprio disagio e i vari sintomi correlati: ciò mi permette di ricavare un ritratto globale.  Infine si decide il trattamento più adatto alla persona utilizzando differenti metodiche come i test kinesiologici, la riflessologia plantare, l’aromaterapia, la cromoterapia o il craniosacrale. Sono tecniche assolutamente non invasive ma che, anzi,  promuovono il riequilibrio e il potenziamento delle risorse fisiche, psichiche ed emozionali. Inoltre il naturopata può suggerire rimedi naturali come ad esempio i fiori di Bach, che sono uno dei rimedi più utilizzati dal naturopata e che possono essere usati da tutti. Attraverso il colloquio naturopatico si stabiliscono i fiori da usare per risolvere un disagio specifico o per aiutare il cliente ad affrontare più serenamente un periodo difficile o un cambiamento.  I trattamenti sono personalizzati in base alla necessità e al cliente e durano circa un’ ora ma i tempi di reazione sono assolutamente variabili, a dimostrazione dell’unicità dell’individuo».

La Naturopatia è ancora una disciplina di nicchia, com’è la situazione nel nostro paese?
«La naturopatia è regolamentata in molti paesi dell’Unione Europea, così come in Italia e a livello internazionale. La presenza di una regolamentazione giuridica determina le competenze tutelando il cliente. Il naturopata può svolgere la sua attività nel proprio studio o in collaborazione con erboristerie, centri di benessere o scuole di bio-discipline e può esercitare la libera professione aprendo partita IVA.  Nonostante ciò, sono ancora molto poche le persone che hanno un’idea chiara di quello che può essere la naturopatia e la diffidenza verso ciò che è poco conosciuto è ancora radicata. Le cronache che in passato abbiamo letto e conosciuto di sedicenti maghi e curatori, oltre a casi di sconfinamento professionale hanno portato alla credenza che tutto ciò che non è medicina ufficiale o legato alla medicina naturale e alle bio-discipline sia inutile se non addirittura dannoso. In realtà il naturopata è un operatore che usa metodi naturali non invasivi e  non è intenzionato a scavalcare quella che è la professione medica, infatti la diagnosi e la cura di patologie non rientra nelle sue capacità. Diffondere l’informazione sarebbe un ottima strategia per esorcizzare ogni paura».

Cosa consiglieresti a un giovane che vuole avvicinarsi alla naturopatia?
«La naturopatia rappresenta un percorso di crescita personale, oltre che una professione. Essere naturopati significa aderire a un modello di vita, possedendo una naturale inclinazione al rapporto interpersonale. Per comprenderne la filosofia bisogna infatti accostarsi ai concetti di salute e malattia in modo nuovo, ponendo l’attenzione non sul sintomo da contrastare, ma sulla causa del malessere.  Essendo la naturopatia l’inizio di un contatto profondo con sé stessi, per prima cosa è importante aver studiato e compreso quelli che possono essere i suoi effetti per intraprendere coscientemente questo. E poi ovviamente partire dalle basi frequentando un corso triennale di naturopatia per acquisire le prime competenze tecniche. Sono numerose le scuole di naturopatia a Torino, sono private e vi si può accedere con un diploma di scuola media superiore. Le materie insegnate all’interno del percorso scolastico sono molte e variano a seconda della filosofia della scuola stessa, tuttavia gli argomenti comuni sono ad esempio alimentazione naturale, anatomia, iridologia, fitoterapia e floriterapia e aromaterapia. Sarà necessario però proseguire gli studi con corsi di approfondimento per specializzarsi nel ramo che lo studente preferirà, ad esempio kinesiologia, riflessologia plantare, medicina cinese e così via».

Link utili:
La pagina Facebook di Arianna Cimma

 

Vi incuriosisce la naturopatia? Siete mai andati da un professionista del settore?

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Categorie: Cultura

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