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3 Aprile 2013

Diventare “attori globali”

Intervista al direttore artistico della Scuola di Formazione dell’Attore di Torino, che in queste settimane ha lanciato la sua web tv e aperto le preselezioni per il triennio professionale 2013-2016

Matteo Tamborrino

Scuola di Formazione dell'Attore

Logo della SFA, che dal 1987 forma giovani attori capaci anche di ballare e cantare

Molti sono i corsi che si propongono di plasmare le nuove generazione di artisti. A Torino ad esempio dal 1987 esiste la Scuola di Formazione dell’Attore (SFA).  Organizzata in due diversi settori – il Triennio Professionale (rivolto ai giovani tra i 18 e i 25 anni in possesso di diploma) e la Scuola di Musical (per gli under 18) la SFA ha sviluppato negli anni una proposta che mira a preparare attori a tutto tondo.
Ogni studente, durante i tre intensi anni di studio e lavoro performativo, viene guidato a scoprire il proprio talento personale: gli allievi sono coinvolti sin dal primo anno nelle produzioni artistiche dell’Accademia dello Spettacolo, prendendo così parte ad un’esperienza che li abitua fin da subito a confrontarsi con le dinamiche del palcoscenico.
A spiegare più dettagliatamente gli obiettivi e le proposte della SFA è Mario Restagno, il direttore artistico.

Come è nata la scuola?
«Oggi un artista che voglia essere competitivo nello show-business deve essere in grado di passare dal palcoscenico al doppiaggio di un documentario, da una sala registrazione a uno studio televisivo, dal set cinematografico a un evento dal vivo oppure visto in streaming su una web-tv. Un attore in grado di recitare, cantare e ballare a livello professionale deve ricevere una formazione globale all’interno di un percorso accademico serio di tipo universitario. La SFA vuole rispondere a questa esigenza professionale senza perdere di vista i valori culturali e artistici che vanno al di là delle leggi di mercato».

Qual è l’obiettivo del vostro progetto?
«La Scuola di Formazione dell’Attore, gestita dall’Accademia dello Spettacolo, associazione culturale senza fini di lucro, si fonda sui metodi adottati nel mondo anglosassone e messi a punto in un programma di formazione globale, che mira a preparare il cosiddetto TTP, acronimo di “Triple Threat Perfomer”, ovvero “Artista a tre dimensioni”. Attraverso lo studio delle tre principali discipline, la danza, il canto e la recitazione, gli studenti della SFA acquisiscono una competenza multidisciplinare che possono applicare nei campi artistici più diversi».

Quali sono le proposte che la SFA offre in questo periodo?
«In primo luogo c’è l’inizio delle preselezioni per il triennio professionale 2013 – 2016: fino al mese di maggio sarà infatti possibile vivere l’esperienza di un Open Day alla SFA, partecipando alle lezioni, confrontandosi con i docenti e con gli allievi che studiano a Torino per diventare professionisti delle arti sceniche.  Inoltre, un altro interessante progetto è quello della web-tv partita il 1° aprile, un primato di cui la SFA va particolarmente orgogliosa: siamo la prima accademia in Italia a trasmettere in diretta streaming un’ora di lezione al giorno, con approfondimenti sulle discipline che fanno di un attore un artista completo. Non solo a Torino si studiano le tre materie fondanti del musical, recitazione, danza e canto, ma si preparano i performer ad ogni strumento di comunicazione del mondo di oggi. Chi si diploma alla SFA è in grado di affrontare la ribalta teatrale come un set cinematografico, di recitare per il web come per un serial televisivo».

Fino ad ora quanti giovani diplomati presso di voi hanno trovato lavoro nel mondo dello spettacolo?
«Per rispondere a questa domanda è necessario riflettere prima su una premessa: il campo artistico è differente da tutti gli altri ambiti lavorativi e lo testimonia anche la percezione che si ha comunemente di questa professione. Quando alla richiesta “che mestiere fai?” si risponde “l’attore”, spesso ci si sente dire: “Sì, ma per vivere, che cosa fai?”. In Italia questa professione non è ancora percepita come una vera attività lavorativa e di conseguenza anche il cosiddetto mercato del lavoro è precario e ambivalente, assolutamente poco tutelato. Tutti i giovani usciti dalla SFA più che trovare lavoro “cominciano un lavoro”, perché quella dell’artista è una carriera che si costruisce giorno dopo giorno. Ognuno di loro sta percorrendo una sua storia, diversa e non confrontabile, lottando contro l’approssimazione tanto diffusa e rifiutando le facili scorciatoie, con la coscienza che non sempre successo e denaro si accompagnano all’arte».

Link utili:
Accademia dello Spettacolo
Scuola di Formazione dell’Attore

 

Amate recitare? Avete mai pensato di studiare per diventare attore?

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Categorie: Formazione

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