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11 Aprile 2013

Humanitas contro il razzismo

Un gruppo di studenti del liceo Alfieri ha avviato un progetto di divulgazione culturale su un problema fin troppo diffuso

Valentina Esposito

“Humanitas” è un progetto di alcuni ragazzi per sensibilizzare al razzismo nelle scuole

Humanitas – contro il razzismo nelle scuole italiane” non è il solito progetto scolastico, ma qualcosa di più: è un’idea importante, nata tra le mura del liceo classico Vittorio Alfieri e dalla consapevolezza di alcuni studenti che, purtroppo, si son resi conto che quella del razzismo non è una realtà così lontana come la si potrebbe pensare o percepire.
Così il progetto prende forma anche grazie a Facebook, all‘interesse e alla voglia di questi ragazzi di mettere in discussione l’ignoranza, di sensibilizzare anche gli altri verso questa tematica spesso sottovalutata. E’ ammirevole la prospettiva del mettersi in gioco per narrare storie altrui, per evidenziare i difetti di una microsocietà come può essere proprio la scuola. Progetto quindi di indubbi buoni propositi e complessità che ci viene raccontato da Chiara e Simone, 18 anni entrambi, due degli ideatori.

Come è venuta in mente l’idea di “Humanitas”?
«E’ un progetto nato per caso: chiacchierando tra amici ci siamo resi conto che piccoli episodi di razzismo accomunavano più persone di quante ci si potesse immaginare. Così abbiamo deciso di fare qualcosa per inviare una sorta di campanello d’allarme agli studenti della nostra scuola, e, perché no, anche a quelli di altri istituti. Non si trattano certo di fatti esageratamente gravi o scandalosi, solo di piccole “bravate” da parte di alcuni ragazzi e ragazze, ma sono bastate permetterci in allarme. Inizialmente abbiamo deciso di utilizzare il giornalino ufficiale d’istituto per spargere la voce sul nostro progetto. Si è tuttavia rivelato molto difficile riuscire a utilizzare questo mezzo di divulgazione, forse per la scarsa importanza che inizialmente è stata conferita alla nostra iniziativa. Così, vista la poca collaborazione da parte della redazione, abbiamo optato per una piattaforma indipendente, e quale modo migliore di una Pagina Facebook? Oggi la pagina conta oltre 150 “mi piace” e viene aggiornata regolarmente».

Perché proprio il razzismo?
«Crediamo che il razzismo sia un problema esistente e molto attuale, anche se spesso si preferisce credere il contrario. E’ ancora parte della nostra vita quotidiana ed è inutile ignorarlo. Il posto migliore per intraprendere una lotta nei confronti di tale fenomeno è certamente la scuola, il luogo per eccellenza dell’educazione, dove si dovrebbe imparare ad essere cittadini coscienti e responsabili, dotati di un certo spirito critico».

In cosa consiste, esattamente, questo progetto? Chi vede coinvolto a livello organizzativo?
«Il progetto Humanitas è volto a sensibilizzare i giovani liceali riguardo il tema del razzismo nelle scuole. Si tratta semplicemente di diffondere una consapevolezza. Grazie al supporto del Preside del nostro istituto, abbiamo presentato l’iniziativa in tutte le classi della scuola, oltre alla distribuzione di volantini. Humanitas utilizza come strumento per la propria campagna la cultura, che dovrebbe essere proprio il primo passo verso l’abolizione delle discriminazioni: per questo ogni lunedì pubblichiamo articoli sul razzismo nelle scuole, in cui ognuno può raccontare ciò che ha vissuto sulla propria pelle, o più semplicemente esprimere un pensiero su questa importante tematica. Da poco è inoltre partita una nuova rubrica di citazioni letterarie sul tema del “diverso”. Per ora siamo solo una quindicina di studenti del liceo Alfieri. Il gruppo è eterogeneo, ci sono studenti di tutti i tipi e di diverse età. Ognuno ha il suo compito, c’è chi si occupa dell’ideazione di nuove campagne, chi gestisce l’aspetto mediatico, chi invece scrive nuovi pezzi da pubblicare sulla pagina Facebook».

Come si concilia questo impegno con la scuola o il tempo libero?
«Non è facile, in particolare per noi che siamo all’ultimo anno, conciliare un progetto così grande con gli innumerevoli impegni scolastici. Più si avvicina l’esame di stato, meno riusciamo a proporre nuove iniziative. Per questo, fin da subito, ci siamo preoccupati di coinvolgere studenti più giovani. Quest’estate, quando noi lasceremo il liceo, ci assicureremo di lasciare l’incarico a ragazzi e ragazze capaci e ben preparati, dal momento che preside ha fatto intendere di voler dare lunga vita a questa iniziativa, anche negli anni prossimi».

Avete già avuto riscontri di qualche tipo, che siano di amici o di persone coinvolte indirettamente nel progetto?
«Il progetto è stato subito accolto molto bene da parte sia di amici e parenti, sia dei professori e Preside. Dopo il boom iniziale, però, ci siamo trovati di fronte a diverse difficoltà. Non è facile coinvolgere nuovi studenti, magari anche più giovani, in un’iniziativa sul razzismo a scuola. Inoltre, è inevitabile che la maggior parte degli studenti di un liceo classico tenda a considerare il razzismo una realtà distante dalla propria scuola. Bisogna quindi riuscire a rendere questo tema attuale, interessante e accattivante, obiettivo per nulla scontato. Ci siamo resi conto di quanto sia facile cliccare un tasto su una pagina Facebook, ma di quanto solo una minima percentuale di persone si interessi davvero, legga gli articoli e partecipi attivamente. Se però dobbiamo pensare a dei traguardi raggiunti, c’è da sottolineare come, grazie ad “Humanitas”, abbiamo saputo di studenti che si sono scusati con dei compagni per aver avuto un atteggiamento discriminatorio nei loro confronti! Le soddisfazioni quindi non mancano, ma la strada da percorrere è ancora lunga».

Link utili:
Pagina Facebook di “Humanitas”

Avete mai assistito a episodi di razzismo? Pensate “Humanitas” sia un progetto interessante?

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Categorie: Formazione

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