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11 Aprile 2013

Laura Boldrini: “Riprendetevi il sogno”

La Presidente della Camera ha aperto Biennale Democrazia davanti ad una platea di giovani, che ha invitato a non arrendersi, pensando al figlio di un uomo che anni fa partì dal Kenia…

Silvia Calvi

Laura Boldrini

La Presidente della Camera Laura Boldrini ieri a Biennale Democrazia

«Riprendetevi il sogno». Un imperativo leggero come il vento,  un appello accorato e singolare, che la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini ha rivolto a tutti i giovani presenti ieri, martedì 10 aprile, al teatro Regio di Torino, in occasione dell’apertura ufficiale di Biennale Democrazia.
Parole profumate di libertà e di speranza, in un discorso che ha accarezzato le varie angolazioni del tema portante della kermesse: l’utopia.

«Se c’è una parola a cui la storia dell’umanità deve molto, una parola a cui devo molto anch’io, il mio impegno professionale e oggi questa carica che ho l’onore di ricoprire, quella parola è proprio utopia. Perché l’utopia racconta il dubbio e senza dubbi, la politica sarebbe solo un fotogramma immobile, un esercizio di vanità, una condizione di solitudine», ha esordito Laura Boldrini, di fronte ad una platea calorosa, accogliente, trepidante di emozioni.
La stessa platea che non ha saputo trattenere gli applausi, interrompendo più volte il suo discorso, su punti focali delle utopie divenute possibilità grazie alla crisi economica, come il disarmo, il rifiuto della finanza speculativa, l’investimento nello sviluppo ecosostenibile e la salvaguardia dell’ambiente.

Ma l'”Utopico. Possibile?” più consistente nelle parole di Laura Boldrini è il simulacro della buona politica, la stessa che deve avere cura di ascoltare, proteggere, rappresentare i cittadini con trasparenza e uguaglianza. La medesima summa che anima l’operato della presidente della Camera, fino ad un mese fa anch’esso utopia, nell’ambizioso compito di risanare il lacerato rapporto tra le istituzioni e i cittadini. Un obiettivo che segue la bussola di quell’articolo 3 della Costituzione «scolpito nel profondo della nostra Repubblica», che non ci ricorda soltanto che tutti siamo uguali: ci dice anche che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli che impediscono alla persona di realizzarsi e di partecipare alla vita del Paese.

«Purtroppo le disuguaglianze sono aumentate negli ultimi  anni – ha proseguito la Boldrini – e penso all’articolo 3 quando leggo i dati resi noti poche settimane fa, secondo i quali 57mila studenti hanno abbandonato l’Università italiana negli ultimi dieci anni. E’ un numero che più drammaticamente di ogni altro indica come suonino vuote per i nostri giovani le promesse di uguaglianza che noi, loro genitori, avevamo potuto considerare credibili».

Ecco quindi la sfida, il futuro, la vera utopia, regalata da parole vivide, colorate come pittura su tela: «Pensate a Kogelo, appena un punto sulla carta geografica del Kenia, un gruppo di case appoggiato sulla linea dell’equatore. Da Kogelo partì negli anni Cinquanta un uomo. Suo figlio oggi è il presidente degli Stati Uniti d’America. Ecco, ragazzi, cos’è la nostra saggia utopia! Vi chiedo di mettere da parte ogni cinismo e di osare! Volate alto, non abbiate paura! Non abbiate timore di esporre il vostro sguardo alle cose di questo mondo. Riprendetevi il sogno, i valori della solidarietà, dell’eguaglianza, della dignità umana. Perché questi principi non sono solo parole virtuose: è in essi, dentro di essi, il segno della vita che verrà. Di una politica responsabile. Di una felice democrazia».

Link utili:
Biennale Democrazia

 

Eravate anche voi al Regio ieri per ascoltare Laura Boldrini? Cosa ne pensate?

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Categorie: Cultura

Commenti (1)

  1. veronica ha detto:

    spero ancora che sia proprio il tempo giusto per rialzarsi, per credere nell’insperabile, per continuare a combattere con le armi civili per cui i padri della Repubblica hanno combattuto e sono morti, per vincere tutti insieme.

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