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8 Marzo 2011

L’AFRICA IN UN ABBRACCIO CIRCOLARE

Lo spaccato obiettivo ma ironico di un continente, raccontato nell’ultimo diario di viaggio di ex tour operator divenuto volontario

 

Luca Calderan

In questo periodo il tema dell’Africa è sicuramente uno dei più caldi e ciò può portare a ricadere nei soliti luoghi comuni; ogni tanto però vi sono delle piacevoli eccezioni, come il libro “Un abbraccio circolare. Racconti dall’Africa” di Carlo G. Lucidi (ed. Impressioni Grafiche), che offre uno sguardo personale basato sul libero pensiero e sull’esperienza diretta di un uomo che ha dedicato la sua vita a questo continente e alla difesa dei suoi diritti.

LETTERE DAL SUD DEL MONDO
Il volume è una raccolta di lettere dell’autore, il racconto di viaggio di un ex tour operator che a 50 anni ha deciso, a seguito di una crisi profonda, di partire come volontario, inizialmente per il Kosovo e poi in Benin e in Burundi, per offrire un aiuto concreto ai problemi di questi paesi, lavorando con il Cisv (Comunità impegno servizio volontariato), che da 40 anni si occupa di affrontare in modo reale i problemi del sud del mondo attraverso progetti di cooperazione e sviluppo in Africa (a cui andrà il ricavato del libro) e Sud America.
Il quadro che ne esce è un vero e proprio diario di viaggio che racconta con tono anche ironico realtà difficili, mettendone in evidenza le contraddizioni e affrontando con un taglio inusuale problemi come il riciclo dei rifiuti, l’Aids e il rapporto con le usanze locali, come i riti woodoo.

AFFRONTARE I PROBLEMI
Ogni lettera descrive scene di vita vissuta e pone l’accento su un problema diverso: dal riciclaggio dei rifiuti, che attraverso la differenziazione dell’umido portano ad ottenere compost per la coltivazione dei campi, al riutilizzo dei sacchetti di plastica per ricavarne filati e borse, alle campagne di informazione, al problema delle donne e dello sfruttamento minorile, sempre con un atteggiamento propositivo e disincantato, volto ad affrontare e risolvere i problemi. Lucidi infatti intendeva “mettere al servizio del prossimo una professionalità organizzativa, logistica e gestionale di situazioni complesse, sino ad ora utilizzata prevalentemente al servizio del business”.
Risulta poi molto interessante il confronto con le usanze locali, compresi i riti woodoo, (intesi anche come contatto con gli spiriti degli antenati) e il rapporto tra i “Féticheur” (sorta di stregoni convinti di saper comunicare con i defunti) e gli “Yovò”, parola per indicare i bianchi, ovvero i turisti.

CRITICA E SERENITA’
Lucidi però non risparmia critiche alle stesse cooperative che intervengono in quei paesi e questo rende il testo molto meno stereotipato di tanti altri libri sull’Africa, offrendo così un quadro sincero della situazione, inserendo sempre commenti personali e pungenti, ai limiti del sarcasmo.
Si ritrova lo stesso spirito quando l’autore racconta il suo rapporto con la malattia che l’avrebbe portato alla morte e fa un resoconto della sua vita, ritenendosi un privilegiato grazie ai viaggi e agli incontri fatti e offrendo un ultimo, sereno saluto con un sorriso ed un “abbraccio circolare”, ovvero aperto e capace di accogliere il mondo.

Link utili:
Impressioni Grafiche  
Cisv

Voi cosa ne pensate del volontariato che opera nel sud del mondo? Fareste questa scelta di vita?

 

 

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Categorie: Cultura, Intercultura

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