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29 Ottobre 2014

Curriculum vitae: istruzioni per l’uso

Al Centro InformaGiovani di Torino è attivo un servizio di supporto alla stesura o l’aggiornamento del proprio CV. Ecco gli errori e le domande più comuni

A.D.S.

Al Centro InformaGiovani di Torino ogni mese è attivo il servizio Redazione Curriculum

Qualche anno fa, chi scrive ha sostenuto un colloquio per una borsa di ricerca. La prima cosa che è stata chiesta dopo i convenevoli è se fosse nota la tipologia di lavoro svolta presso quell’organismo. Suonava molto come una domanda da non sbagliare per fare proseguire bene la selezione. Per la cronaca, andò bene. Quella prima domanda è in linea con una dei tanti aspetti che i selezionatori generalmente cercano di scoprire durante un colloquio: in questo caso se la candidatura ricevuta fosse stata avanzata a caso oppure no. È solo uno degli aspetti importanti di cui tenere conto quando si sottopone il proprio curriculum vitae a un’azienda e non va sottovalutato insieme a diversi altri punti inerenti la sua stesura.
Per approfondirli, a Torino è possibile rivolgersi al Centro InformaGiovani, che propone un servizio di redazione del CV. L’offerta è rivolta ai giovani dai 18 ai 35 anni e permette di avere un colloquio individuale con un operatore specializzato in tematiche del lavoro per aggiornare o redigere ex novo il proprio curriculum.
Abbiamo parlato con Flavia Gotta e Gianluca Galletto del Centro InformaGiovani torinese per farci presentare in forma sintetica alcuni degli errori più comuni di chi usufruisce del servizio.

1. Considerare il curriculum come un punto di partenza; è esattamente il contrario. Il CV deve essere concepito come un punto di arrivo di un percorso nel quale si è riflettuto su che cosa presentare di sé e come – soprattutto come renderlo il più efficace possibile.

2. Curriculum a pioggia. I selezionatori, con una domanda come quella in apertura d’articolo, capiscono se la candidatura è avanzata alla cieca o motivata da reale interesse. D’altra parte ci si offre spontaneamente e dovrebbe essere naturale sapere per che cosa ci si candida, pena una pessima impressione.

3. Mettere troppo o troppo poco. Chi legge un CV, di norma, non ne conosce l’autore e quindi è bene presentare ciò che si è fatto senza tralasciare attività o esperienze di formazione (anche trasversali rispetto al proprio percorso di studi) che potrebbero essere importanti e viceversa senza mettere tutto, ma nuovamente solo ciò che risulta interessante per la candidatura.

4. Non aggiornarlo. La frequenza di aggiornamento del curriculum è importante tanto quanto il suo contenuto: una cosa non segnata non esiste per chi lo legge e potrebbe fare la differenza se non se ne parla in sede di colloquio.

5. Considerare il curriculum un monolite, immutabile. Il CV cambia con il suo autore. È bene averne uno di base e completo dal quale poi se ne potrà trarre uno declinato specificatamente per l’impiego per il quale ci si propone, tralasciando ciò che è superfluo.

Naturalmente gli errori non si esauriscono con questi punti. Un buon curriculum è articolato anche sotto altri aspetti non trascurabili, che vanno dall’impostazione generale con la scelta del formato a che ordine seguire per la presentazione delle proprie esperienze.
Inoltre Flavia Gotta ci ha indicato alcune delle domande più frequenti che vengono poste dai futuri candidati: a cosa corrispondono i livelli del quadro europeo di riconoscimento delle lingue? Bisogna indicare la legge per l’autorizzazione della privacy? Dove inserire i corsi non inerenti al percorso di studi?
Per coloro che si trovassero ad avere i medesimi dubbi – o altri ancora – il servizio è prenotabile dal lunedì al giovedì dalle 13.30 alle 16.30. Ogni appuntamento dura un’ora, ma attenzione alle prenotazioni: è un servizio molto richiesto!
In aggiunta, dopo avere redatto il proprio CV, sarà possibile fissare un ulteriore appuntamento per simulare un colloquio di lavoro della durata di 45 minuti.

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Categorie: Lavoro

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