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26 Novembre 2014

Guida pratica per aspiranti scenografi

Continua il nostro speciale sul cinema con un altro mestiere indispensabile, che traduce le idee in luoghi dove si muovono i personaggi

A.D.S.

Bozzetto dello scenografo Dante Ferretti per il film “L’età dell’innocenza”

Quando un regista concepisce una scena, sa naturalmente che i suoi personaggi dovranno muoversi in un ambiente reale, fisico e tangibile, sia che si tratti di una produzione cinematografica che di una teatrale o televisiva. Lo scenografo ha il ruolo di trasportare l’idea del regista dalla fase progettuale alla sua realizzazione.

LA PROFESSIONE
Esistono due specializzazioni di questa professione: lo scenografo progettista e lo scenografo realizzatore: la differenza tra le due risiede nella tempistica del loro intervento.
Lo scenografo progettista infatti lavora a stretto contatto con il regista, ideando insieme a lui le scene. Queste verranno rappresentate in diversi modi, come disegni, prospetti e plastici in scala. A questo punto interviene lo scenografo realizzatore, il cui incarico è la realizzazione fisica dei progetti di scena. Dal momento che si tratta di un ambito più tecnico, è necessario che nel bagaglio culturale di questo professionista non manchino conoscenze trasversali di pittura, scultura, computer grafica, uso dei materiali, nonché di studio dei colori e delle luci e, naturalmente, dei principi dell’architettura. Ciò renderà possibile una più proficua collaborazione con gli attrezzisti, i pittori scenici e i costumisti.
Come è intuibile, negli ultimi anni la professione è andata integrandosi di ulteriori competenze, che spaziano dalla selezione dei costumi all’organizzazione pratica delle attrezzature sceniche, fino ad arrivare a una valutazione dei costi dei materiali impiegati e della manodopera, aspetto di primaria importanza poiché incide sulle scelte di ciò che si può realizzare e di quali idee invece debbano essere abbandonate.

LA FORMAZIONE
È dunque importante avere alle spalle un solido percorso formativo che non è necessariamente univoco per ogni scenografo.
Si può scegliere un corso di formazione specifico tenuto da una delle scuole riconosciute a livello regionale o nazionale. L’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino ne è un esempio, essendo attiva in questo ambito e offrendo un percorso triennale in Scenografia. Questo diploma accademico di primo livello permetterà agli studenti di acquisire un’adeguata formazione in ambito tecnico nei settori della scenografia, degli allestimenti e del costume per lo spettacolo, oltre a possedere quegli strumenti metodologici necessari per esercitare competenze nei linguaggi espressivi, nelle tecniche e nelle tecnologie più avanzate.
Su una formazione di tipo universitario, invece, è indicato il corso di laurea di primo livello in Discipline dell’Arte e dello Spettacolo (DAMS). Attivo in molte città fra cui Torino, permette di conseguire una buona cultura artistica di base, in modo che lo studente sia in grado di inquadrare le opere nel loro contesto storico-artistico di pertinenza.

IL LAVORO
Di norma lo scenografo è un libero professionista con contratti di lavoro a tempo determinato o di prestazione  d’opera, per commissioni da parte di case di produzione cinematografiche, compagnie teatrali, centri di produzione pubblicitaria o aziende televisive.
Naturalmente le offerte di lavoro sono più consistenti in città come Roma e Milano, dove è più sviluppato il settore dello spettacolo.
Allora, chi sarà il prossimo Dante Ferretti, scenografo vincitore di 3 Oscar?

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Categorie: Formazione, Lavoro

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