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4 Febbraio 2016

Cinema da Oscar: l’arte di sopravvivere di The Revenant e The Martian

Digi.TO recensisce le pellicole candidate come Miglior Film, iniziamo dalle storie con Leonardo Di Caprio e Matt Damon

Stella Giorgio

Il 28 febbraio a Los Angeles saranno consegnati gli Oscar 2016 e quest’anno Digi.TO ha deciso di regalare ai suoi lettori una piccola guida alle otto pellicole candidate a Best Picture, in un appuntamento dedicato ogni settimana a due diversi titoli.
Oggi iniziamo con The Revenant di Alejandro González Iñárritu e The Martian di Ridley Scott – entrambi già premiati ai Golden Globe – accomunati dal tema centrale della sopravvivenza.

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Leonardo Di Caprio in The Revenant

SALVATE IL SOLDATO DI CAPRIO (E MAGARI DATEGLI L’OSCAR)
1823: una spedizione di cacciatori è alla ricerca di pelli di animali nel Nord Dakota. Hugh Glass (Leonardo Di Caprio) è la guida del gruppo: mite e silenzioso, nessuno meglio di lui conosce quelle le terre innevate che attraversa sempre seguito da suo figlio, un ragazzino frutto del matrimonio con una donna indiana, uccisa da un attacco di soldati. Dopo lo scontro con un grizzly, Glass si ritrova in fin di vita. La sua assistenza viene affidata ad alcuni uomini della spedizione, tra cui lo spietato John Fitzgerald (Tom Hardy), l’antagonista e il personaggio psicologicamente più rilevante del film. Dopo aver ucciso, davanti agli occhi del padre impotente, il ragazzo indiano, Fitzgerald ordina di proseguire la spedizione e di abbandonare Glass, convinto che la sua vita non durerà a lungo. Ovviamente si sbaglia e qui inizia il calvario del protagonista: guidato dal suo spirito di sopravvivenza e dalla sete di vendetta Glass supera situazioni estreme ritrovandosi a combattere contro la natura, tutto per trovare e uccidere Fitzgerald, incarnazione perfetta del colono conquistatore e avido di ricchezze.
L’interpretazione di DiCaprio è magistrale in tutte le scene, riprese da Iñárritu nel loro realismo. The Revenant sorprende per la potenza delle immagini più che per la caratterizzazione dei personaggi o per i loro dialoghi, come invece era stato in Birdman, film con cui il regista messicano vinse l’Oscar lo scorso anno. Qui invece prevalgono le riprese panoramiche, i lunghissimi piani sequenza tipici di Iñárritu, i volti dei nativi – simbolo di una purezza violata ad opera dei coloni – e le espressioni di Di Caprio, che vedremo se dopo tutto questo riuscirà a vincere la statuetta come Miglio Attore.

Matt Damon in The Martian

Matt Damon in The Martian

STARMAN WAITING IN THE SKY
L’astronauta e botanico Mark Watney (Matt Demon), creduto morto dai suoi compagni di spedizione, viene abbandonato su Marte. Che cosa gli succederà? Disturbo post-traumatico da stress? Suicidio? Niente di tutto questo, è ora che inizia il bello.
The Martian di Ridley Scott è un’ode alla creatività e all’inventiva. Watney, novello Robinson Crusoe naufrago nei cieli lontani, non si scoraggia e inizia a sopravvivere: il piano dell’astronauta, inizialmente, è proprio quello di rimanere in vita per quattro anni, quando una successiva spedizione tornerà sul pianeta rosso e potrà ritrovarlo. Le canzoni disco music (le uniche rimaste sulla navicella) creano un’atmosfera positiva che riflette il temperamento e l’industriosità del protagonista; questi produce acqua, crea una serra e pianta patate; riesce a potenziare un mezzo di trasporto con cui esplora le lande di Marte e infine si mette in comunicazione con la Nasa. Dalla collaborazione con la Cina (non dite poi che gli americani fanno sempre gli orgogliosi al cinema) e dalla mente geniale di un giovane, che propone una straordinaria spedizione per recuperare il naufrago spaziale, nasce un soffertissimo lieto fine.

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Categorie: Cultura

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