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13 Maggio 2016

Erri De Luca, la parola e l’amore

Nella prima giornata del Salone del Libro lo scrittore napoletano presenta il suo nuovo romanzo “La faccia delle nuvole”, ancora incentrato sulla Sacra Famiglia

Stella Giorgio

Erri De Luca ieri al Salone del Libro

Erri De Luca ieri al Salone del Libro

«La vita mi capita in napoletano, poi io la scrivo in italiano». Il profilo esile, i tratti del volto spigolosi, la voce graffiata, l’amore per le storie e la battuta sempre pronta (e spesso in napoletano) in bocca: con il suo placido carisma Erri De Luca torna al Salone del Libro per presentare La faccia delle nuvole, ultimo lavoro edito da Feltrinelli.

UMANI TROPPO UMANI
Prosegue il racconto e il dialogo sulla Sacra Famiglia. Dopo il successo de In nome della madre, in cui la figura centrale era quella di Miriam/Maria ora De Luca concede più spazio a Iosef/Giuseppe, giovane uomo molto innamorato che, anziché farsi primo tiratore di pietre e calunniatore, crede e accoglie il messaggio che la moglie riceve dall’angelo messaggero. Iosef infatti non si rifugia nella legge che l’avrebbe punita, ma anzi accompagna la moglie nel compito che le è stato affidato, si aggiunge come secondo sposo e padre e iscrive all’anagrafe il figlio Ieshu a suo nome.
«Prima di essere sacra questa è una storia profondamente umana, ed è una storia del meridione a cui tutti apparteniamo» spiega ironicamente De Luca ricordando che Betlemme, luogo di nascita di Gesù, si colloca a sud di Israele, elemento da non sottovalutare che influenzerà le scelte di vita del Messia.
È a partire dalle vicende di Miriam e del marito che De Luca avvia una riflessione sulle Sacre Scritture del Cristianesimo, ponendo al centro una domanda: perché questa fede riuscì a imporsi così solidamente nella comunità dell’epoca?

PAROLA E AMORE
Due sono i fattori determinanti, elementi nuovi che rompono le tradizioni delle religioni precedenti: la parola e il sentimento dell’amore.
La divinità, per la prima volta nella storia delle religioni, si rivela attraverso il linguaggio; la divinità “disse”, pronunciò frasi che creano subito un immediato senso di fisicità e di presenza. Il suo interesse per la nostra tradizione religiosa e spirituale, spiega lo scrittore napoletano, nasce proprio dall’importanza assunta dalla parola, che nei testi sacri è verbo che agisce, crea responsabilità e immediate conseguenze.
In seconda analisi le Sacre Scritture portano il nuovo elemento dell’amore, definito da De Luca lo «scatenamento di un’energia irrefrenabile che dipende dall’esterno». La divinità infatti sfrutta la potenza del sentimento e ordina all’uomo di amare in modo totale e con trasporto fino allo svuotamento, come ricorda l’autore citando le Scritture «amerai in tutto il cuore, in tutto il fiato, in tutte le forze».
Erri De Luca incanta il pubblico con il suo eloquio elegante e ironico per l’elasticità con cui passa dai riferimenti all’ebraico antico, da lui studiato, a racconti di vita quotidiana rigorosamente narrati in dialetto.
Mentre lo scrittore parla di sé e del suo lavoro la sala è avvolta in un mistico silenzio; come bambini raccolti attorno a una fiaba, il pubblico pare teso in avanti ad acciuffare ogni singola parola pronunciata.
È il potere delle storie e di chi le sa raccontare.

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Categorie: Cultura

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