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11 Maggio 2018

Frankestein, dal Lago di Ginevra al Salone del Libro

La fiera torinese celebra il bicentenario della Creatura di Mary Shelley ricreando grazie a quattro scrittori le circostanze delle origini del romanzo, che la leggenda vuole nato in Svizzera

Carlotta Bianchini

Frankenstein

Frankenstein fu pubblicato nel 1818

Il primo gennaio 1818 la casa editrice britannica Lackington & Co. presenta al pubblico, in forma anonima, la prima edizione del celebre romanzo Frankenstein, o Il moderno Prometeo, nato dalla fantasiosa mente della giovane Mary Shelley, all’epoca ventunenne. Dal 1831 la versione definitiva, sopravvissuta alle critiche nei confronti di un testo tanto pionieristico e particolare, segnerà la letteratura mondiale creando un genere nuovo tra l’horror, il gotico e il fantasy al quale si ispireranno tantissime altre opere teatrali, letterarie e cinematografiche (si contano più di 69 lungometraggi).
Oggi, dopo 200 anni, il mondo ricorda quest’opera con eventi e manifestazioni e al Salone del Libro di Torino è in corso un esperimento particolare, ma prima bisogna ricordare come sia nato il romanzo.

LE ORIGINI
Frankenstein nasce in circostanze originali. Il 1816 è un anno freddo e piovoso, ricordato come “l’anno senza estate”. Proprio in questa stagione Mary Shelley, durante un soggiorno in Svizzera in compagnia del marito Percy Shelley, della sorellastra Clair Clairmont e del poeta Lord Byron, è costretta per il maltempo a trascorrere molto tempo tra le mura di Villa Diodati, sul lago di Ginevra.
La compagnia impiega il tempo libero immersa nella lettura di storie di fantasmi finché Byron lancia una sfida ai compagni, esortandoli a inventare loro stessi un racconto di paura. È qui che la scrittrice, in seguito a un incubo, avrà l’ispirazione per Il moderno Prometeo, che concluderà una volta tornata in Inghilterra.

Quattro scrittori sono chiusi nella Casa del Pingone per scrivere racconti gotici da leggere al Salone

RITORNO A VILLA DIODATI
Per ricordare la notte della sfida proposta da Lord Byron, quattro giovani scrittori replicano l’esperienza a distanza di due secoli. Sacha Naspini, Vincenzo Latronico, Veronica Raimo e Danilo Soscia – autori di genere fantascientifico e gotico – da ieri e fino a domenica 13 maggio sono infatti chiusi all’interno della Casa del Pingone, edificio medievale torinese dai dipinti grotteschi situato in via della Basilica angolo via Porta Palatina.
Gli scrittori hanno quindi tre giorni e mezzo per confrontarsi e scrivere i loro racconti, che saranno letti domenica alle 18,30 al Salone del Libro.

 

 

 

 

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Categorie: Cultura

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