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4 Luglio 2018

Da Torino a Salonicco, racconto di un’esperienza internazionale

Collaborare alla rete delle Capitali Europee dei Giovani: un’opportunità da cogliere al volo, tra lavoro e nuove amicizie, per un viaggio indimenticabile

Laura Bonanno

Conferenza Salonicco

Una conferenza del meeting di Salonicco

È lunedì 18 giugno e la sveglia suona all’alba. La giornata inizia presto perché parto alla volta di Salonicco, in Grecia, per partecipare a un meeting delle città che negli anni sono state Capitali Europee dei Giovani: Maribor (Slovenia), Novi Sad (Serbia), Amiens (Francia), Cluj Napoca (Romania), Braga e Cascais (Portogallo), Varna (Bulgaria) e Ganja (Azerbaijan).
Sono stata coinvolta nel gruppo di lavoro in quanto volontaria del Servizio Civile presso il Servizio Politiche Giovanili della Città di Torino. Mi aspetta un lungo viaggio ma fortunatamente non sono sola in questa avventura: con me ci sono Mauro Capella e Valentina Pasino (referenti del progetto per il Comune) che rendono l’assenza del wi-fi nell’aeroporto di Istanbul, in cui facciamo scalo, più sopportabile.
È sera quando finalmente arriviamo in hotel, dove il nostro gruppo si congiunge con quelli provenienti dalle altre città e la delegazione locale; siamo tutti lì con un obiettivo comune: condividere esperienze e rafforzare lo spirito di collaborazione tra le diverse realtà partner della rete.

UN AMBIENTE STIMOLANTE
È la mia prima esperienza in ambito internazionale e, come chiunque si avventuri in qualcosa di nuovo, sono elettrizzata e al tempo stesso spaventata. Soltanto una volta giunta a Salonicco scopro di essere la più giovane presente, ma non mi lascio scoraggiare e mi butto nella mischia.
Inevitabilmente si parla inglese e, quello che penso possa essere un ostacolo, si dimostra invece uno stimolo: l’iniziale timidezza e il timore di non farmi capire vengono presto superati dal clima amichevole e informale che si viene a creare. In fin dei conti i rappresentanti delle varie delegazioni si conoscono da anni, da quando Torino fu nominata European Youth Capital nel 2010, da allora si incontrano regolarmente. Scopro con piacere di riuscire a conversare con persone più grandi di me con cui apparentemente condivido poco o nulla: si parla di tutto, dal cibo (ad esempio lo scempio dell’ananas sulla pizza) al calcio, argomento caldo in questo periodo di Mondiali.
Quando tocchiamo argomenti come la politica italiana vista con i loro occhi o quando mi faccio raccontare dei loro viaggi nel nostro paese, capisco qualcosa in più sulla percezione di noi italiani all’estero.

LAVORO E SVAGO
Tra una riunione e una conferenza  si trova il tempo per una gita al monte Olimpo, per visitare la cittadina di Katerini e assaggiare cibi tipici come la moussaka, la tzatziki e la feta.
Si torna al lavoro ed è durante uno dei meeting che emerge la necessità di scrivere uno statuto che riconosca e regoli l’esistenza di questa rete di capitali: questa è la prima volta che ho sentito davvero di fare parte di una grande organizzazione.

TEMPO DI BILANCI
È domenica ed è tempo di tornare a casa. Anche oggi la sveglia suona presto ma questa volta la destinazione è Torino. Ed ecco quella sensazione agrodolce in bocca, un misto tra il desiderio di riprendere i propri ritmi e la voglia di rimanere lì un altro po’.
Anche questa volta devo prendere due aerei, con tanta stanchezza addosso ma la consapevolezza di aver vissuto una settimana indimenticabile.

 

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Categorie: Intercultura

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