Home » Cultura » Landscapes/Paysages: Henri Cartier-Bresson in mostra al Forte di Bard

30 Luglio 2018

Landscapes/Paysages: Henri Cartier-Bresson in mostra al Forte di Bard

Fino al 21 ottobre, una selezione di 105 fotografie vi farà ripercorrere, attraverso un viaggio di sessant’anni, i momenti più salienti della storia del Novecento

Carlotta Bianchini

Mostra fofografica – Landscapes

Uno sguardo meravigliato e colmo di curiosità quello dell’uomo in arrivo sul transatlantico nel porto di New York, nel 1959. Lo stesso sguardo dei visitatori nell’ammirare le altre 104 opere in bianco e nero esposte tra le imponenti mura del Forte di Bard, che dal 2006 ospita mostre, eventi e concerti. Ma anche quello che ha portato Henri Cartier-Bresson, il padre del fotogiornalismo mondiale a realizzare le opere che hanno documentato la storia del Novecento, facendo sì che gli venisse attribuito il soprannome di “occhio del secolo”.

UNA MOSTRA “DECISIVA”
Sei decenni di storia raccontati e resi immortali attraverso la sua Leica 35mm, compagna di viaggio del fotografo sin dagli esordi. Fotografie, quelle che animano Landscapes, che vedono la luce in un arco temporale che va dagli anni trenta agli anni novanta, tra Europa, Asia e America. Opere selezionate dallo stesso Cartier-Bresson e dalla Magnum Photos International – agenzia fondata insieme ai suoi celebri e fidati colleghi Robert Capa e David Seymour nel 1947 – con la Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi che da più di un decennio si occupa della conservazione e dell’indipendenza delle sue opere.
Tutti scatti che nonostante possano focalizzarsi su un volto, un ritratto, un soggetto particolare, sono interamente dedicati all’ambiente, ai luoghi incontrati. Per Bresson, infatti, il protagonista è il paesaggio: che appartenga alla Natura o all’Uomo. La mostra è ordinata secondo le tipologie di esso e dei suoi elementi: acqua, neve, fiumi, montagne, deserti, ecc. Molto spazio è dedicato ai porti e ai decadenti e melanconici aspetti della periferia urbana. Altrettanto, alla tipicità dei borghi cittadini italiani e alla vita nelle campagne francesi e dell’est Europa. Perché tutte le fotografie, come ha affermato lui stesso, “possono raggiungere l’eternità attraverso un solo momento. Ciascuna fotografia è la rappresentazione di quell’istante decisivo è il riconoscimento immediato, nella frazione di un secondo, del significato di un fatto e, contemporaneamente, della rigorosa organizzazione della forma che esprime quel fatto”. Tra queste parole si può raccogliere tutta l’arte di Cartier-Bresson.

SOGGETTI DI VITA
Tanti soggetti, tanti reportage in giro per il mondo, per raccontarlo e per raccontare la Storia. Persino la prigionia, in seguito alla sua cattura da parte delle truppe naziste – Cartier-Bresson militava nella Resistenza – non impedirà al reporter di documentare la realtà. Ritrarrà anche la Liberazione di Parigi e, anni dopo, sarà il primo fotografo occidentale a poter lavorare liberamente nell’Unione Sovietica del dopoguerra.

 

Tag: , ,

Categorie: Cultura

Lascia un commento