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24 Settembre 2018

Pillole dal Salone del Gusto

Cala oggi il sipario sull’evento organizzato da Slow Food: il racconto di una giornata tra rispetto dell’ambiente e degustazioni da tutto il mondo

Alice Dominese

Grande successo per Salone del Gusto Terra Madre

Il dedalo pantagruelico di Lingotto Fiere è lo spazio che serve per pensare e ripensare il cibo, dopo averlo assaggiato. Poco importa se si è esperti della tavola o non molto abili a distinguere lo scalogno dalla cipolla, il Salone del Gusto è soprattutto un luogo per guardarsi attorno nella tradizione culinaria italiana e del mondo, gustando prodotti di alta qualità e diventando consumatori più consapevoli. Se ve lo siete perso, vi ci portiamo noi.

LA TUTELA DELL’AMBIENTE PASSA PER LA TAVOLA
Ecosostenibilità ed equità sociale erano state le parole d’ordine del manifesto di Terra Madre Salone del Gusto, quando all’inizio dell’estate il fondatore di Slow Food Carlo Petrini aveva presentato l’edizione 2018 in conferenza stampa e la kermesse non ha disatteso le promesse.
Nei tre padiglioni dedicati all’evento, infatti, ciò che ha colpito – insieme alla varietà di prodotti tipici che hanno permesso di percorrere l’Italia in lungo e in largo a km 0 – è stata l’attenzione per il riciclo e l’uso di materiali a basso impatto ambientale. Prova ne sia un’intera equipe di giovani volontari impegnata a indicare il bidone giusto da riempire a visitatori troppo spesso distratti, non curanti o semplicemente ignari di avere fra le mani bicchieri di plastica biodegradabile. Un modo semplice, ma affatto scontato, di educare alla raccolta differenziata e di sensibilizzare al rispetto dell’ambiente passando attraverso la tavola.

UNA CUCINA SENZA CONFINI
Sfamare la curiosità del pubblico è stata un’altra delle prerogative del festival: inoltrarsi nelle aree tematiche dedicate a comprendere l’utilità degli insetti e dei semi, informarsi sul consumo consapevole del pesce e della carne, prendere parte a conferenze e laboratori, chiacchierare con gli espositori amanti dei loro prodotti ci ha permesso di entrare in contatto con la geografia della buona tavola, ma anche con la filiera produttiva che la precede.
Abbiamo così scoperto la differenza fra mieli animali e floreali, cristallizzati e piccanti, assaggiato mille sfumature di pesto ligure, affondato il naso in una vasca di nocciole, imparato a riconoscere la stagionatura dei formaggi, visitato la Valtellina attraverso una degustazione a base di capriolo e birra al sordo. Ma non solo: i confini con Terra Madre sono liquidi e incontrare la gastronomia dei cinque continenti con ricette e sapori sconosciuti è stato un viaggio a portata di assaggio; come bagaglio è bastato uno stuzzicadenti.

 

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Categorie: Intercultura

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