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19 Aprile 2019

Rumenta Girls: due ragazze, zero rifiuti

Una chiacchierata con le ideatrici torinesi di un esperimento della durata di un mese, documentato su Instagram, per dire addio agli sprechi

Giovanni Mauriello

Rumenta Girls

Le Rumenta Girls

«Non c’è più tempo». Poche parole, quelle pronunciate alla Conferenza mondiale sul clima da Greta Thunberg, che hanno saputo smuovere la coscienza di molti sui temi dello sviluppo sostenibile e del cambiamento climatico. Le risposte all’appello sono state molte: gli scioperi in solitaria della giovanissima attivista svedese si sono trasformati in operazioni di mobilità globale, fino al Global strike for future dello scorso 15 marzo, manifestazione che ha coinvolto milioni di persone e oltre mille città, Torino compresa.
Proprio di due torinesi parliamo oggi: Beatrice Surano e Irene Ameglio, rispettivamente 29 e 32 anni, che dal 25 marzo hanno deciso di rinunciare a tante delle cattive abitudini che danneggiano l’ambiente per provare a vivere (almeno) un mese senza produrre rifiuti, anzi, rumenta, come si dice in piemontese. Stanno documentando l’intero percorso su un account Instagram.
Conosciamole, quindi: sono le Rumenta Girls.

Innanzitutto complimenti per il nome, originale e divertente.
Beatrice: «Grazie! La scelta di un nome in qualche modo ironico non è casuale: ci tengo a precisare, infatti, che il nostro progetto ha scopi di sensibilizzazione e condivisione, quindi usare un social network come Instagram ci è sembrata la scelta più sensata. Al tempo stesso, però, non vogliamo prenderci troppo sul serio: non siamo delle influencer né vogliamo esserlo. Ci piace rendere anche divertenti le nostre piccole sfide quotidiane contro gli sprechi».

Parlateci un po’ del progetto: quando e come nasce?
Irene: «Sia io che Bea siamo sempre state attente a questi temi. Durante le nostre chiacchierate, un giorno, siamo arrivate alla conclusione che non è importante che ci siano cinque persone in grado di non compiere neanche un errore, ma piuttosto che ce ne siano migliaia che, pur sbagliando, riducano sensibilmente il loro impatto sull’ambiente. Proponiamo quindi soluzioni alternative a quelle a cui siamo abituati e spesso anche per noi è tutto nuovo. I consigli delle persone che ci seguono, ad esempio, sono spesso illuminanti».
Beatrice: «Si tratta di piccole accortezze quotidiane. La plastica, ad esempio, è davvero ovunque: eliminarla del tutto può risultare impossibile, ma come consumatori possiamo fare molto. Ciò che documentiamo sul nostro account Instagram è questo, in fin dei conti: un allenamento continuo a ridurre gli sprechi, fatto di soddisfazioni ma anche di piccoli fallimenti».

Nella descrizione del vostro Instagram si legge: “Amiche dell’ambiente, nemiche della sbatta”. Che cosa significa?
Irene: «Come diceva Bea, ci piace essere ironiche. La sbatta è quella sensazione che prevale quando l’ultima cosa di cui avresti voglia è cercare in giro per Torino qualcuno che sia disposto a metterti la pizza nel tuo contenitore, anziché nel cartone non riciclabile. Le soluzioni esistono e spesso generano meno sbatta di quanto si creda. Anzi, può anche essere divertente cercare insieme un’alternativa sostenibile».

Non ci resta che consigliarvi di seguire questo esperimento e magari lasciarvi ispirare dai consigli delle Rumenta Girls.

 

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Categorie: Ambiente

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