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17 Gennaio 2020

Guida all’arte urbana: Vanchiglia

Un nuovo itinerario tra testimonianze della Resistenza, grandi facciate dipinte e opere dedicate allo sviluppo sostenibile

Francesca Vaglio Laurin

Murale su Dante Di Nanni e Vittorio Arrigoni - Vanchiglia

Il murale di via Balbo (foto di F. Vaglio Laurin)

Dopo aver esplorato le strade di Vanchiglietta alla scoperta dei suoi murales, il nostro viaggio dedicato alla street art torinese ci porta verso Vanchiglia, nella parte più a ridosso del centro storico di questo quartiere dalle radici popolari.

Anche in questa parte del borgo non mancano le opere murarie e scultoree di realizzazione più o meno recente. Il nostro percorso può partire da Lungo Dora Siena, dove – all’altezza del giardino Vittorio Pozzo che costeggia il campus universitario Luigi Einaudi – è stato realizzato uno dei murales parte del progetto TOward2030. What are you doing?, iniziativa promossa da Città di Torino e Lavazza per rappresentare i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile indicati dalle Nazioni Unite attraverso altrettante opere di street art. L’opera, realizzata dal writer Ufo Cinque, rappresenta l’undicesimo obiettivo, quello di rendere le città più inclusive e sostenibili e raffigura un cervo che regge tra le corna un nido contenente un uovo e su cui ancora più sopra si erge una città.

Attraversando il giardino Pozzo si sbuca in corso Regina Margherita da cui, sul lato opposto, parte via Luigi Tarino. Al civico 14, all’angolo con via Santa Giulia, si trova un altro murale del progetto Toward2030 dedicato all’”obiettivo 0”, che si aggiunge agli altri 17 tramite un’opera pensata per comunicare il senso generale dell’iniziativa. Lo street artist Ernest “Zach” Zacharevic ha realizzato qui Bronze sculpture – History and tradition, che raffigura un bambino (simbolo delle generazioni future) a cavallo di una statua equestre.

Torniamo sui nostri passi lungo via Tarino, arrivando a imboccare sulla destra via Cesare Balbo. Nell’area pedonale tra via Guastalla e via Buniva si trova un lungo murale realizzato nel 2011 dai VolksWriterz, storica crew milanese autrice di numerose opere in tutta Italia.
Sul muro che si estende alle spalle del centro sociale Askatasuna campeggiano i volti di Dante Di Nanni, partigiano torinese ucciso nel 1944 dai nazifascisti dopo una strenua resistenza, e di Vittorio Arrigoni, attivista e giornalista italiano morto a Gaza nel 2011. Due figure lontane cronologicamente, ma unite dalla grossa frase che si estende nel mezzo (“Nella memoria l’esempio, nella lotta la pratica”), un invito a fare della Resistenza non un semplice esercizio di memoria, bensì un insieme di valori che ci guidino anche nell’attualità.

Proseguendo lungo via Guastalla fino a corso San Maurizio, ci si trova di fronte Palazzo Nuovo, sede universitaria delle discipline umanistiche eretta negli anni ’60. Sulla facciata laterale dell’edificio si staglia un enorme murale realizzato nel 2010 dallo street artist catalano Aryz in occasione della prima edizione del festival Picturin. L’opera, divisa in due dalla colonna di finestre dell’edificio, rappresenta un uomo raggomitolato e nudo, con accanto i beni materiali di cui si è spogliato. Fino a qualche anno fa un altro murale di uguali dimensioni occupava la facciata opposta di Palazzo Nuovo, quella su via Verdi, ma è stato cancellato in seguito ai lavori di ristrutturazione dell’edificio.
Di fronte all’ingresso principale del polo universitario, invece, si trova Eco dello scultore francese Marc Didou. Si tratta di una statua composta da due teste speculari, che gridano con le mani aperte accanto alla bocca per amplificare il suono. L’opera, parte del concorso Cento piazze per Torino, è stata collocata nel 2005 all’angolo tra via Verdi e via Sant’Ottavio.

Il nostro itinerario si conclude nella vicina via Giulia Di Barolo. Alzando lo sguardo all’altezza del civico 3 si nota un grande murale realizzato dall’artista croata Oko. Anch’esso parte del progetto Toward2030, rappresenta l’obiettivo numero 8, quello dedicato alla crescita economica e a un lavoro dignitoso. La street artist ha scelto di illustrarlo attraverso un fenicottero rosa, che in molte culture è simbolo di protezione e valori positivi.

 

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Categorie: Scoprire Torino

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