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25 Febbraio 2020

Giulia Milos, prendi l’arte e… non metterla da parte

Fra illustrazioni e ceramiche, una giovane artista torinese ci ha raccontato la sua esperienza e i suoi progetti lavorativi

Fabio Gusella

Illustrazione a colori di Giulia Milos: due persone sedute per terra di profilo che si guardano

Un’illustrazione di Giulia Milos

«Ogni avvenimento, positivo o negativo che fosse, ha contribuito a rendermi la persona che sono. Lo stesso è accaduto ai miei disegni». Con queste parole comincia il nostro incontro con Giulia Milos, giovane illustratrice e ceramista torinese. Ventidue anni, dopo gli studi al liceo artistico di Novara si è diplomata in illustrazione presso l’Istituto Europeo di Design (Ied) di Torino, città in cui attualmente vive e lavora come sviluppatrice grafica. Per conoscere meglio la sua passione e le sue ambizioni le abbiamo posto alcune domande.

Come e quando è nata la tua passione per l’illustrazione e la ceramica?
«Prima è arrivata la passione per la ceramica: mentre studiavo discipline plastiche al liceo, al terzo e al quarto anno mi è stato offerto di intraprendere uno stage della durata di un mese in un posto a mio piacimento. Perciò in terza ho deciso di collaborare con un laboratorio in cui si dipingeva la ceramica, mentre l’anno successivo sono andata in una fabbrica a gestione famigliare, un luogo in cui mi hanno formata più dal punto di vista tecnico e dove sono anche tornata successivamente. L’illustrazione come lavoro invece l’ho scoperta quando ho appreso dell’esistenza dello Ied: pur avendo sempre disegnato da che mi ricordo, non avevo mai capito o pensato che potesse diventare una professione e nessuno mi aveva mai accennato al fatto che esistesse il mestiere dell’illustratore».

Raccontaci il tuo amore per le ceramiche.
«Dopo le esperienze in laboratorio e in fabbrica, mi sono riavvicinata alla ceramica in concomitanza con un esame che dovevo sostenere al secondo anno dello Ied: da quel momento mi sono resa conto che se avessi messo insieme questi due mondi, la ceramica e l’illustrazione, avrei trovato un mio piccolo mondo ideale. Inoltre, prima dell’attuale lavoro ho trascorso un mese allo Studio Delta Pottery di Anna Basile, un laboratorio di ceramiche in Borgo Campidoglio a Torino. Nonostante questa esperienza sia durata solo un mese mi ha insegnato davvero tanto: ho capito che la ceramica è un materiale vivo e perciò faticoso da gestire, ma soprattutto ho compreso le difficoltà che incontra oggi un’artigiana nel gestire un’attività in proprio senza alcuna agevolazione».

Per creare le tue illustrazioni, a quali artisti, stili e immaginari ti ispiri di più?
«Dipende principalmente dal periodo. Mi ispiro molto alla metafisica, soprattutto a Giorgio de Chirico, ma anche all’arte classica greca, grazie ai residui del liceo artistico che mi ha formata in modo più classico e accademico. Da un anno a questa parte inoltre mi affascinano molto le illustrazioni medievali, un campo enorme che devo ancora esplorare parecchio. Poi, se mi affascina particolarmente, spesso mi ispiro anche a qualche illustratore contemporaneo».

Dando un’occhiata ai tuoi lavori, si nota una certa attenzione al corpo umano e alla natura.
«Credo che l’uso del corpo umano sia dovuto alle mille copie dal vero di statue greche e romane realizzate negli anni del liceo. Ci sarà anche qualche motivo psicologico, ma non lo so e preferisco non saperlo: è il mio cervello che mi chiede sempre di disegnare corpi, anche quando non penso e disegno sovrappensiero. Per quanto riguarda la natura, ho iniziato a interessarmene e a disegnarla da poco: dal periodo in cui lavoravo alla tesi, ho infatti cominciato a osservare le illustrazioni botaniche medievali. Consiglio vivamente di guardarle, hanno una sintesi spettacolare!».

Fai parte di un collettivo di artisti. Vuoi parlarcene?
«È il Collettivo Muschio. Siamo in sette e siamo nati ormai due anni fa: all’epoca frequentavamo tutti i corsi di illustrazione allo Ied, per cui ci trovavamo per preparare insieme gli esami. Da quel periodo, nonostante le differenze caratteriali e stilistiche, abbiamo deciso di collaborare e sostenerci a vicenda, scegliendo una strada che certamente aiuta in questo mestiere».

Dove possiamo trovare i tuoi lavori e quali sono i tuoi prossimi progetti?
«Principalmente i miei lavori si possono vedere su Instagram poiché è il social network che uso di più. Per quanto riguarda il collettivo, in passato abbiamo esposto in alcune mostre ma al momento non abbiamo novità. Il mio sogno sarebbe quello di aprire un laboratorio tutto mio, ma sono consapevole che ci arriverò a piccoli passi. Pertanto, benché stia ora lavorando a tutt’altro mi sento comunque sulla strada giusta. A breve però vorrei frequentare un corso più approfondito di ceramica».

Quale consiglio daresti ai tuoi coetanei artisti o a coloro che desiderano seguire la propria vocazione artistica ma non ne hanno il coraggio?
«Come in ogni mestiere ci vogliono tempo e pazienza. Più che il coraggio, quindi, è necessaria tanta pazienza, saper ascoltare e guardare il mondo che ci circonda ma soprattutto ascoltare le critiche, ammesso che siano costruttive».

 

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Categorie: Lavoro

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