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13 Maggio 2020

Professione infermiere

Un lavoro dalle mille sfaccettature e più che mai di attualità, spiegato nei dettagli in una pagina dedicata su TorinoGiovani

Silvia Bruno

Infermiera con stetoscopio al collo

Per diventare infermiere occorre la laurea in Infermieristica

Assistere una persona, prendersi cura di un altro essere umano con professionalità, sensibilità e in modo responsabile. È il lavoro dell’infermiere, di cui ieri 12 maggio si celebrava la Giornata Mondiale, a 200 anni esatti dalla nascita di Florence Nightingale, considerata la fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna.
Complice la situazione sanitaria innescata dalla diffusione del Coronavirus, è una professione sulla bocca di tutti negli ultimi mesi, vista come ammirevole e quasi “eroica” dall’esterno, considerata pesante e spesso sottopagata da chi la vive ogni giorno. Una professione a cui il sito TorinoGiovani dedica una pagina a cura di InformaGiovani, recentemente aggiornata.

Gli infermieri in realtà svolgono mansioni di vario tipo, dall’assistenza ai malati alla riabilitazione, dalla promozione di stili di vita sani alla prevenzione delle malattie, sempre in quella che dovrebbe essere una cornice di fiducia, dato che sovente si tratta di entrare in strettissimo rapporto con le persone nei loro momenti di maggiore fragilità.
Comunemente poi si pensa che sia un lavoro da svolgersi unicamente in ospedale, invece si può essere anche un libero professionista e le possibilità di occupazione riguardano strutture sia pubbliche che private come aziende sanitarie locali, residenze per persone anziane (le ormai tristemente famose Rsa) o disabili, servizi sanitari territoriali (pensiamo ai consultori o alle ambulanze), carceri o associazioni umanitarie.

Per questa professione sono molto utili predisposizioni come la capacità di ascolto, l’empatia, l’autocontrollo e capacità di lavorare in gruppo, ma è richiesta soprattutto una rigorosa preparazione che passa in primis dalla laurea triennale in Infermieristica, corso a numero programmato con test di ammissione e pre-iscrizione da luglio. Dopo i tre anni la formazione può continuare con master di primo livello, corsi di perfezionamento o la laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche e in seguito c’è l’ulteriore opzione dei master di secondo livello, per chi aspira a competenze ancora più specialistiche.
L’ingresso nel mondo del lavoro inizia con l’iscrizione all’albo professionale, necessaria sia per il settore pubblico che privato. È un passo obbligatorio anche per i cittadini stranieri che vogliano esercitare in Italia, tenuti però a far riconoscere dal Ministero della Salute il titolo di infermiere ottenuto nel loro paese e a sostenere un esame di lingua italiana.

Una professione che, se aumenterà il numero di contagiati e vittime da Covid-19, continuerà a far parlare di sé sui media, associata all’analogia infermieri-eroi. La maggior parte di loro, però, dice semplicemente che continua a fare il proprio lavoro.

 

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Categorie: Lavoro

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