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17 Luglio 2020

Al mare con coScienza: tra dune e gigli di mare

Le attività balneari mettono a rischio i rilievi sabbiosi e questi fiori, indici invece di una spiaggia sana e ben conservata

Valeria Guardo

Duna di sabbia e passerella di legno vicino a spiaggia

Le dune di sabbia hanno un ruolo fondamentale in natura

Immaginate una spiaggia ampia e lunga, con sabbia soffice e abbondante; davanti a voi un mare cristallino e alle vostre spalle dune di sabbia costellate di piante erbacee, il cui gambo si muove con il vento, intercalate da qualche fiore profumato.
Litorali così erano comuni nel nostro paese fino a qualche decennio fa; dagli anni ‘60, però, con l’avvento del turismo di massa, l’uomo è riuscito a trasformare radicalmente il paesaggio attraverso la costruzione di strade, parcheggi, stabilimenti balneari e, dulcis in fundo, pulizie periodiche dei litorali con mezzi pesanti. Tutto ciò ha portato nel tempo a un fenomeno ora visibile più che mai: l’erosione costiera, sia della parte emersa che di quella sommersa della spiaggia, rispetto al livello medio del mare.

Questa perdita di superficie è associata alla demolizione delle dune; esse sono il frutto di un lento processo di accumulo di sabbia a opera del vento, da cui al tempo stesso costituiscono una barriera e lo stesso vale per gli agenti chimici riversati in mare, che possono infiltrarsi nelle falde acquifere dei campi coltivati lungo la costa, inquinandole. Oltre a ciò, le dune sono un concentrato di biodiversità animale e vegetale. Prendiamo il giglio di mare (Pancratium maritimum).

A dispetto del suo nome comune, non è un vero giglio ma una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Amaryllidaceae di cui fanno parte, per esempio, i narcisi. Alto dai 20 ai 50 cm, presenta un bulbo sotterraneo che non ne fa una specie stabilizzante della duna ma, al contrario, vive grazie a questa e ha un ruolo importantissimo nella catena alimentare: è infatti il cibo di insetti e altri invertebrati costieri i quali, a loro volta, sono mangiati da specie come il fratino.

Fiori bianchi che spuntano dalla sabbia - gigli di mare

Il giglio di mare

Il giglio di mare cresce spontaneo nei litorali sabbiosi di molte regioni italiane e in tutte le coste mediterranee, nelle isole Canarie, lungo la costa atlantica del Portogallo e nelle coste del Mar Morto e del Mar Nero . I pancrazi sono riuniti in infiorescenze (cioè, insiemi di fiori) a “ombrella” di 5-10 eleganti fiori bianchi dall’aspetto caratteristico e il cui profumo è percettibile in assenza di vento durante le ore serali e notturne.

L’impollinazione è affidata a un lepidottero (ordine di insetti a cui appartengono, tra gli altri, le farfalle) conosciuto con il nome di “sfinge del convolvolo” (Agrius convolvuli), che riesce a visitare il fiore solo quando c’è poco vento. I semi, invece, si disperdono in autunno grazie alle mareggiate stagionali grazie al fatto che galleggiano: in questo modo le correnti marine li trasportano lungo le distese di dune affinché vi si depositino.

Come molte altre specie peculiari delle dune, il pancrazio sta diventando a poco a poco raro ed è minacciato dallo sfruttamento delle coste a scopi balneari che implica, come già accennato, la graduale scomparsa del suo habitat prioritario.
In alcune zone d’Italia, principalmente all’interno di parchi nazionali e riserve naturali, sono presenti strutture protettive che delimitano la zona dunosa da quella di libero accesso ai bagnanti e apposite segnaletiche ne informano circa l’utilità. Ad esempio, sapevate che le lunghe passerelle in legno servono a evitare non solo il calpestio delle dune e delle sue piante ma sono anche dei punti in cui ci si può scrollare agilmente la sabbia di dosso? In questo modo si evita di portare via involontariamente sabbia e residui organici importanti per la spiaggia. Ovviamente è molto importante evitare di farlo anche volontariamente; ogni legnetto, conchiglia, erba o sassolino che si trova sulla spiaggia è lì per un motivo: trattengono la sabbia opponendosi al suo ritiro da parte delle onde, perciò è importante che rimangano esattamente dove si trovano.

A proposito di residui, è bene sottolineare che non sono indice di sporcizia ma, al contrario, sono indicatori di una spiaggia “sana” e ben conservata, da prediligere a quelle “sterili” da e rispettare, osservando le indicazioni fornite da enti e istituzioni.

 

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Categorie: Ambiente

Commenti (1)

  1. COSOLAZIONE ha detto:

    Sarebbe molto bello se essere Umano non distruggesse tutta questa meravigliosa natura!!!

    Complimenti alla scrittrice.

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