Home » Cultura » Torino ha tifato Obama

7 Novembre 2012

Torino ha tifato Obama

Alla Fondazione Sandretto molti giovani hanno seguito in diretta le elezioni americane, parteggiando in gran parte per il presidente uscente

Nicola Veneziano

Elezioni USAUna notte fondamentale per la storia americana, che ha attirato l’attenzione di molti torinesi, fin dalle 22 accorsi numerosi nelle sale della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, per scoprire chi avrebbe vinto il duello per essere il prossimo presidente degli USA, fra Mitt Romney e Barack Obama. Alla fine della serata (conclusa alle tre e mezza del mattino a causa delle lunghe code ai seggi in Virginia e Florida) più di mille persone sono passate per la Fondazione.

UNA LUNGA NOTTE
Tutto è cominciato alle 22 con la diretta di Sky Tg 24 e con i primi ospiti, fra i quali Massimo Gramellini, il critico d’arte Francesco Bonami, l’attore Giacomo Poretti, il direttore della rivista Rolling Stones, Jovanotti, in diretta dagli States e molti altri ancora. La notte era lunga e stancante, ma fortunatamente era stato predisposto un catering di prima categoria: menu americanissimo (hot dog, hamburger e patate fritte, tutto annaffiato da birra), ma la qualità era 100% made in Italy, grazie a M**C BUN.
I presenti, stipati nella sala Horowitz o nell’auditorium della Fondazione, hanno atteso con molto interesse ed eccitazione ogni notizia sugli esiti degli exit poll, soprattutto per quanto riguarda Ohio, Florida e Virginia. Dopo le tre, quando si è capito che per quest’ultimo stato si sarebbe dovuto aspettare fino alle cinque per sapere i risultati, si è deciso di concludere, salutare e dare un appuntamento virtuale al giorno dopo per l’esito finale.

TANTI GIOVANI
Un dato che saltava subito all’occhio era la grande presenza di giovani: tantissimi ragazzi si sono presentati alla FSRR per seguire l’evento de La Stampa, con scarpe, sciarpe, maglie e spille a stelle e strisce. «Spero che vinca Obama, credo che in Europa l’80% delle persone lo voterebbero» ci dice Giuseppe , 25 anni, che studia relazioni internazionali. In effetti se non l’80%, siamo da quelle parti: quasi tutti i ragazzi presenti all’evento erano pro Obama: molti sono venuti qui per vivere l’atmosfera di un momento storico, come Simone, studente di Scienze Politiche, o per la passione per il mondo americano e per vivere un momento di festa, come Massimiliano e Virginia, 26 e 24 anni.
Ovviamente anche la possibilità di poter seguire l’elezione con degli esperti ha convinto molti ragazzi, come Adriana, studentessa torinese in trasferta londinese, agghindata con una sciarpa a motivo stars and stripes. C’è anche una piccola parte di giovani che invece sostengono Romney: Carlotta, 25enne e praticante avvocato, Niccolò, studente di economia, 25enne anche lui e Giacomo, 21 anni, studente di design, tutti e 3 affascinati dal pensiero liberale del candidato repubblicano, delusi da questi 4 anni di Obama e convinti che un cambio di inquilino alla Casa Bianca potesse giovare. Un altro fattore che ha attirato è il sistema di voto americano e su questo Fulvio e Melissa, studenti di economia e legge, sono d’accordo con Jovanotti: sono più duri, ma molto più onesti che in Italia.

UN GRANDE SUCCESSO
Alla fine della serata la Presidente della Fondazione Patrizia Sandretto è raggiante: «Ci sono state 1.100 iscrizioni, e alla fine sono passate 1.200 persone, è stata una serata straordinaria! In America dovrebbero votare tutti gli anni!». È molto felice anche della vasta partecipazione giovanile: «È la dimostrazione che i giovani sanno interessarsi, ci hanno risposto. Questa sera hanno dimostrato che Torino è una città che sa aprirsi al mondo».
Stravolto, ma soddisfatto Mario Calabresi, direttore della Stampa e organizzatore della serata: « È stato un esperimento, un giornale che si apre e pur senza un canale televisivo proprio, riesce a seguire un grande evento come questo. I giovani sono stati una sorpresa, hanno dimostrato che se messi di fronte alla notizia rispondono con interesse. Se una cosa del genere potrebbe funzionare con le elezioni italiane? Chi lo sa, bisognerebbe provare, forse sì, ma bisognerebbe farlo nel modo meno burocratico possibile».

Tag: , , ,

Categorie: Cultura

Lascia un commento