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5 Marzo 2013

Feudalesimo e Libertà, il Medioevo è oggi

Intervista surreale a uno degli amministratori della pagina Facebook che, spostando il contesto medievale al nostro tempo, ha raccolto oltre 125mila fan

Giulia Porzionato e Arianna Verdecchia

Feudalesimo e Libertà

Il simbolo di “Feudalesimo e Libertà”

Feudalesimo e Libertà” è una pagina Facebook dai toni arcaici che ha spopolato recentemente sul social network. Usa un linguaggio simile all’italiano antico e pubblica immagini e montaggi fotografici a metà fra goliardia e satira politica, tanto che per le elezioni ha creato una serie di “manifesti elettorali” che invitavano a votare il movimento.
Ma cos’è davvero “Feudalesimo e Libertà”? Digi.TO è riuscito a contattare uno degli amministratori della pagina, “Walther Von der Vogelweide“, che ha risposto alle domande… a modo suo.

Come e quando è nata l’idea di “Feudalesimo e Libertà” ?
«Nello XXII giorno dello Dicembre scorso sei jovini, delusi dalle somme tirate dopo multi anni de’ democratia, repubblica et individualismo, furon raggiunti in sogno dallo Imperatore. Palesatosi colla sola sua bellezza, propria di chi discende dalli casati delli legittimi re d’Europa, Egli riempì ciascuno delli ses jovini di abbundanti schiaffoni per castigar la di lor passata fiducia nella innovatione dello moderno tempore. Poscia la sua justa punitione, Egli abbracciò como uno pater li suoi figliuoli et, cum li occhi umidi delle medesime lagrimae de Dio, disse loro che l’attender oltre impossibile fuit: lo Impero delli popoli europei doveva far ritorno pello bene dello mundo et pello bene delle genti. Abbandonato lo mundo onirico, li sei jovini, ancor collo signo delle cinque regali dita impresse in volto et ancor accalorati dallo abbraccio dello unico et vero Vicario di Dio in Terra, han cosi veduto sorgere una speme nova nelli loro cori. Nasce così su MusoTomo, maggior mezzo de diffusione dello giorno d’hodie, la compagina de Feudalesimo e Libertà».

Qual è il pensiero dietro “Feudalesimo e Libertà”?
«Lo pensiero dello Imperatore, lo disincato pe una modernità ch’ha cagionato la rovina della nostra Europa, la voluntas di riscovrir li valori di cui la sozietà odierna est avara e tutto quello che abbiamo pria esposto allo principio di cotesta intervista».

Quanto c’è di goliardia e quanto di satira politica nel vostro movimento?
«Vuol gnoscere la verità? Poco o nulla d’entrambe. Lo movimento nacque sull’onda della disillusione verso qualsivoglia solutione avanzata per arrestar lo declino et abbandonar lo torpore ti cotesta trista epoca. Quando principiò tal declino? All’indomani delle rivoluzioni europee, dello sovvertimento dello potere, che han cancellato in un sol colpo la cara vecchia gerarchia sociale, un sistema sì autoritario ma anco provvidente, sendo lo benessere dello nobile legato alla produtione dello volgo in un’economia di sussistenza».

Qual è il vostro rapporto con la storia medievale? La studiate o ne siete semplicemente appassionati?
«Nos repuntiamci lo prosieguo della istoria medievale, un’istoria al di fuori di cotesta trista parentesi aperta da più de quaranta lustri. Non siam nos storicisti, nello senso che pro nos le vicende dell’homini sunt un continuum: lo passato non est res da museo, lo passato est null’altro che ciò che è accaduto ieri. Tornando alla sua quaestio, non siam nemmanco studiosi de istoria: non celiam difatti delle lacune nella nostra gnoscenza, ma d’altro canto non abbiam ma favellato de voler far coerenza della istoria, già che ci destreggiamo in uno arco de tempore durato pressapoco uno migliaio d’anni come se tutti quelli advenimenti fusser fenomeni contigui. Non pieghiamo ordunque li nostri principi davanti allo facto storico, est lo facto storico ad esser piegato allo servigio dello Imperatore. Per questo ci facciam grasse risa ogne volta ch’uno accademico de storia uno poco saputello fa nos le pulci onde far vedere all’altri che lui habet studiato e noi no».

In un vostro post avete giudicato tutti i candidati alle ultime elezioni “impresentabili”. Davvero non c’è nessuno che salvereste?
«Niuno! L’attual accozzaglia de politicanti est la pronipote storpia di quella nata dalle ceneri dello stesso feudalesimo. Destra e sinistra sunt dunque due visioni differenti più o meno democraticiste che convergono nello superamento dello sistema feudale. Sunt parte d’un universo in cui nos non sentiamci de dimorar.
La nostra, insomma, non est antipolitica, bensì affezione ad un’altra politica, una politica che l’istoria habet tristamente sepolto».

“Restituirò Berlusconi al boia” è un vostro slogan: almeno che siete anti-berlusconiani lo possiamo dire?
«Obviamente lo indigno cavaliere non est esente dalla nostra azione de decapitar, litteralmente, la mala politica. Nient’affatto che l’altri meritino la grazia dello Imperatore, ma riconognosciamo allo Cavaliere una particolar inclinatione ad essere lo melior “sollazzo pllo boia”, ma ciò est proportionale anco alle sue sparate; perciò auspichiamo che anco li altri candidati si mostrino all’altezza».

Alcuni vostri slogan mettono in allerta sulla pericolosità degli stranieri. Non avete paura che possano sembrare offensivi?
«Abbiam sì recognosciuto la di lor pericolosità in quanto populi fora dalli confini dello Impero, siano essi africhi, saracini, levantino o anco di cotesto continente, si vedano li variaghi icheatii dell’ Ikea. Si badi però che mai abbiam favellato de superiorità o inferiorità d’una cultura rispetto all’altra, bensì affrontiam li nostri inimici esotici como si deve in un duello, ove il retto condottiero rispetta, ma allo stesso tempo odia, lo suo adversario. Non v’è nulla d’offensivo in questo spirito competitivo; pensi invece a quanto accade nello mondo del calcio tra fazioni contrapposte e noterà che le nostre invettive contra lo inimico sunt le più soavi et leali».

Marx diceva che la storia si ripresenta due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa. Non trovate che si addica particolarmente a voi?
«Como già detto, la visione ciclica della istoria non est parte dello noster pensare. Nos non adoperiamo uno patetico revival ottocentesco, bensì siam la continuità de un’epoca. Nolla imitiamo, nolla mistifichiamo cum draghi, orchi et altre corbellerie: più semplicemente la proseguiamo, forti dello fallimento dei tentativi di superarla».

Da cosa traete ispirazione per i vostri post e i fotomontaggi?
«Sendo lo nostro movimento severa critica alla modernità, allo degrado delli costumi et alla deriva ecumenica delle religioni, non possiam che trarre magna ispiratione dall’attualità. Lo male imperante offre nobis innumerevoli spunti et li nostri proclami per una società meliore non sunt mai troppi. Tuttavia dobbiam rimarcar che le noster produtioni non sunt fotomontaggi, ma frutto d’un lavoro certosino ad opra delli nostri amanuensi su pretiose tele che lo Imperatore ci fornisce ogne dì».

Come riuscite a rielaborare i testi in questo modo pseudo-arcaico?
«Sebbene favellar a tal guisa fosse pro nos difficoltoso in uno primo momento, tanto fuit il nostro vocabolario abituato allo parlar cafone dei giorni nostri, col passare del tempo est divenuta una prassi sempre più simplice et spontanea. Trattasi, insomma, de far pratica pria spulciando qua e là sinonimi, modi di dire, dialetti e quant’altro, et poscia lo favellar forbito diverrà man mano più facile et immediato. Est uno esercitio tutt’altro che difficile. Uno consilio che possiam elargire est quello de leggere multi tomi, ovviamente non quelli de Moccia, ma qualcosa che usi un eloquio vario et correcto, sine per forza esser uno testo de’ multi secoli addietro. Onestà vuole, ad ogne modo, che lo nostro parlar a tal guisa non est una novità nello musotomo: già da diversi anni, anco la pagina “Escalamazioni Antiquate” facet uso de uno nobil italico idioma cum maestria et abilità che sunt magno esempio pro nos».

Avreste mai pensato che una pagina simile avrebbe potuto diventare così celebre su Facebook?
«Lo ben sapevamo che lo nostro progetto avrebbe avuto una ‘sì ampia portata. Est lo natural corso elle cose: si avanzi una proposta pragmatica diversa dallo solito trito cacofonico che vediam ogne dì nello scatolone catodico, sia essa resa accattivante et professionale cum uno poco di gnoscenze grafiche et si ha in mano lo mundo».

Link utili:
Feudalesimo e Libertà

 

Conoscevate questa pagina Facebook? Cosa ne pensate?

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Categorie: Cultura

Commenti (3)

  1. Intervistatio rilasciata nello die XXII de Februario

  2. Alessandro Tosetti ha detto:

    Giulia Porzionato e Arianna Verdecchia RULE !!!

    AHAHAH Grandissime ragazze… L’articolo dell’anno.

  3. Eimerich ha detto:

    Non vè dubbio veruno che cotal veritate est filia de li magri tempi et de li stolti politicantes c’ ammorban lo sacro suolo de lo Imperatore!

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