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11 Luglio 2011

Docusound, gli “acchiappa-suoni”

Docusound, gli “acchiappa-suoni”

Un progetto dell’Unione Ciechi del Piemonte per raccontare, con soli file audio, la realtà che ci circonda. Iniziando dai ragazzi del Ferrante Aporti…

Viviana Villani

«Un audio-documentario che attraverso l’autenticità dei suoni e delle voci ci porta dentro una storia superando la distanza del tempo e dello spazio». E’ la motivazione con cui “Il Futuro visto da qui” di Matteo Bellizzi ha vinto il premio per il miglior “radiodoc” al Bellaria Film Festival dello scorso giugno.
Il lavoro rientra nel progetto “Docusound – Audio racconto della realtà”, realizzato dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (Uici) del Piemonte; per saperne di più abbiamo intervistato Fabrizia Galvagno della Doc In Progress, casa di produzione torinese che ha collaborato alla realizzazione dell’audiodocumentario.

 Come è nato il progetto?
«Il progetto è nato perché volevamo capire come si fa   ad ascoltare senza guardare. Per questo motivo il regista Matteo Bellizzi, il direttore della fotografia Andrea Vaccari ed io ci siamo rivolti all’Uici. Loro fin da subito ci hanno accolto con entusiasmo poiché hanno apprezzato l’idea di un materiale che nasceva solo in audio. La peculiarità dell’audiodocumentario è che mette vedenti e non vedenti sullo stesso piano. Con questo progetto si apprende che la realtà bisogna provare ad ascoltarla».

Quale importanza ha per un non vedente raccogliere il sonoro di “un momento della quotidianità”?
«Immensa. Nessuno si sofferma a pensare che noi abbiamo gli album fotografici dove sono raccontati i momenti più significativi della nostra vita. Abbiamo le fotografie del matrimonio, delle feste di compleanno o della laurea. Quando abbiamo nostalgia possiamo sfogliare e ricordare i momenti passati. Le persone non vedenti non hanno le fotografie. Per loro avere l’audio del matrimonio è catturare il sonoro del momento “Sì, lo voglio” oppure di “la proclamo dottore”, un’emozione impagabile. Le persone non vedenti attraverso questo strumento possono avere il loro album sonoro dei ricordi».

Quindi noi utilizziamo “troppo” la vista?
«Sì, e la utilizziamo anche in modo distorto. Purtroppo i nostri sensi si stanno atrofizzando. Utilizzando la vista abbiamo perso l’empatia e il rispetto per la sofferenza. Siamo troppo abituati a vedere la morte e il dolore altrui e di fronte ad esso siamo totalmente indifferenti. Un progetto a cui sono molto legata è “Mai arrendersi mai”, realizzato con bambini disabili e le loro famiglie. In questo audio-racconto i ragazzi disabili si raccontano senza il filtro della loro immagine. Togliendo le immagini, secondo me, si eliminano i pregiudizi. È la vista che, arrivando prima degli altri sensi, genera a volte un’idea sbagliata di chi abbiamo di fronte».

Ci parla dell’audiodocumentario “Il Futuro visto da qui”?
«Ci sono storie che sono più interessanti se raccontate solo in audio. “Il Futuro visto da qui” ha vinto il Bellaria Film Festival 2011. Lo abbiamo registrato nell’Istituto Penale Minorile “Ferrante Aporti”, lavorando con il maestro del carcere Mario Tagliani e con lo scrittore Fabio Geda, per raccontare la realtà del carcere minorile. I ragazzi hanno cercato una strada che li portasse ad aprirsi, a trovare nel racconto di sé e nel dialogo con gli altri un’idea diversa di libertà».

Le persone possono partecipare ai vostri progetti?
«Si, certo possono farlo in due modi: sia seguendo i nostri laboratori nella sede Uci, aperti a tutti, che permettono di capire l’importanza del suono e di avvicinarsi al mondo dei non vedenti, sia inviandoci delle “cartoline sonore”, file audio che raccontino il suono dell’Italia che ci circonda, dal mercato multietnico di Porta Palazzo agli operai che lavorano nella fabbrica, alle donne romagnole che lavorano la pasta fresca, ai grilli che friniscono nelle campagne pugliesi».

Un’ultima domanda… Qual è il “suono più bello” secondo lei?
«Il suono più bello che esiste per me è quello della gente che parla nelle piazze e nei bar… Così sento che c’è vita, che c’è sinergia, è emozionante».

Link utili:
Docusound
Uici Piemonte
Doc in progress

Cosa pensate di questo progetto? Qual è secondo voi il “suono più bello”?


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Categorie: Cultura

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