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13 Giugno 2012

Le matricole di Balon Mundial

Dall’Afghanistan alla Palestina, dai rifugiati africani all’Iran: al Balon Mundial si gioca per divertirsi e integrarsi con le altre comunità

Nicola Veneziano

Il più grande torneo calcistico di comunità straniere d’Europa si fa ancora più grande. Come accennato nel nostro articolo di presentazione, Balon Mundial – sui campi della Colletta ogni fine settimana fino al 1° luglio, finali il 7 e 8 allo Stadio Nebiolo – aumenta le proprie fila di partecipanti. Nel 2011 le squadre iscritte erano 32, ma da un anno all’altro alcune vanno e alcune vengono ed ecco che le compagini di questa edizione diventano 36. E così l’Iran sostituisce l’Iraq e l’Europa è rappresentata dagli spagnoli invece che dalla selezione Russia-Ucraina-Bielorussia, mentre per altre si sono dovuti creare nuovi gironi e qualche modifica al regolamento.
Ecco dunque i nuovi protagonisti di Balon Mundial, con i relativi risultati delle partite del primo turno, giocatosi lo scorso weekend.

I RIFUGIATI AFRICANI
CTP Saba Gabelli, Dravelli Refugee Team e Connecting People sono forse le squadre più attese di quest’anno, tutte e tre composte da giovani rifugiati provenienti dall’Africa. La prima è stata messa su grazie alla collaborazione tra i Centri Territoriali Permanenti per la Formazione Saba e Gabelli. Per i loro ragazzi – per lo più minorenni e in Italia da poco più di un anno – il torneo è un premio strameritato per i progressi fatti in ambito linguistico, culturale e di educazione sportiva.
Il Refugee Team nasce invece grazie alla collaborazione tra l’Asd Balon Mundial Onlus e la Fondazione Dravelli. «Il problema maggiore per loro è la lingua: alcuni giocatori parlano inglese, altri francese e alcuni l’arabo – ci dice Tommaso Pozzato, il loro ct – ma fortunatamente il linguaggio del calcio è universale. Ci alleniamo da marzo per il torneo, ci siamo concentrati molto anche sul fair play». E i risultati si vedono, vista la vittoria sul CTP per 2-0.
La Connecting People infine è seguita dal consorzio omonimo di Settimo Torinese e si è iscritta per venire incontro alla necessità dei ragazzi di muoversi e di divertirsi, il vero obiettivo da raggiungere per dirigenti e giocatori. Per ora abbastanza bene, dopo il 2-2 con l’Afghanistan.

IRAN E BANGLADESH
Come l’anno scorso l’Iraq, la squadra iraniana è formata da studenti di Politecnico e Università. La preparazione è stata lunga: da quasi un anno i ragazzi si incontrano sui campi del CUS per giocare. Quando sono stati contattati da Balon Mundial hanno deciso di fare le cose sul serio, sono molto sicuri di loro stessi e alla domanda su cosa fanno affidamento per la vittoria rispondono “Grazie all’aiuto divino”. Aiuto divino o intelligenza tattica poco importa perché l’Iran, con due gol rifilati al Bangladesh, guida in solitaria il gruppo H del torneo.
I ragazzi del Bangladesh escono comunque dal campo a testa alta e con un sorriso: dopotutto è solo la prima giornata e possono ancora giocarsela. Certo, rispetto agli iraniani la loro preparazione è più improvvisata, ma per loro il Mundial più che un torneo – «In realtà ci stiamo preparando a quello del prossimo anno» ci dice sorridendo Monir, da 11 anni in Italia – è un’occasione di maggiore coesione con le altre comunità.

PALESTINA E SPAGNA
La Palestina (nella foto) fa sul serio: alla sua prima presenza al Balon Mundial il sorteggio la mette nel girone con Brasile e Ghana, serie candidate alla vittoria finale. La squadra palestinese è giovane, formata da molti studenti del Politecnico e nata appena due mesi fa grazie all’annuncio messo su Facebook dal fondatore e ct Alaa: «Molti di noi non si conoscevano prima di questo torneo, sfruttiamo l’occasione per conoscerci meglio tra di noi e creare una comunità». In campo portano una grande fisicità e delle buone individualità che li renderanno un brutto cliente per tutti.
I rappresentanti della squadra Campione d’Europa e del Mondo in carica non potevano mancare in questo torneo, per questo motivo un gruppo di ragazzi spagnoli, quasi tutti in Erasmus a Torino, insieme ad alcuni amici italiani hanno deciso di ricreare nel Mundial “las furias rojas”, che concludono il girone di ferro di Brasile, Ghana e Palestina. «All’iscrizione abbiamo scelto di sfidare la fortuna mettendoci fra le squadre di seconda fascia – ci dicono i giocatori – in Spagna la cultura calcistica è ben radicata in tutti, sappiamo di poterci scontrare coi più forti». Tecnicamente molto dotati, bisognerà vedere se il tenore di vita festaiolo dell’Erasmus non condizionerà troppo in negativo il fisico; per ora con la Palestina è stato un pareggio, 1-1.

LIBANO E AFGHANISTAN
La squadra libanese è forse quella con la preparazione più breve alle spalle, solo due settimane, ci dice Ali Diab, il capitano: «Il nostro obbiettivo non è la vittoria finale, vogliamo solo giocare, incontrare persone nuove e divertirci». Parole che renderebbero orgoglioso De Coubertin in persona, ma non facciamoci ingannare dai proclami: alla prima uscita il Libano ha strapazzato l’India con un secco 6-1, perché va bene essere sportivi, ma De Coubertin diceva anche “che vinca il migliore”.
«Abbiamo pareggiato con il Collecting People, ma per noi afghani Balon Mundial è un’occasione di riscatto. Il nostro paese si porta dietro una brutta reputazione, ma il mondo ora è cresciuto, sul campo non contano lingua o razza e il pallone aiuta molto a unire la gente di tutti popoli e anche la nostra stessa comunità». Non c’è molto da aggiungere alle parole di Liaqat, portiere dell’Afghanistan, che dopo molte peripezie è riuscito ad integrarsi in Italia. Ma il giocatore più atteso della squadra è Enaiatollah Akbari, famoso per essere il protagonista del libro di Fabio Geda “Nel mare ci sono i coccodrilli”, che ora gira nelle scuole raccontando la sua storia ai ragazzi.

Link utili:
Articolo di presentazione di Balon Mundial
Balon Mundial
CTP Saba
CTP Gabelli
Fondazione Dravelli
Consorzio Connecting People

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Categorie: Intercultura, Sport

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