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26 Giugno 2012
Il cohousing prende casa a Torino
Sempre più giovani, anche per motivi economici, sperimentano questo nuovo modo di abitare insieme, che in realtà ha origini antiche
Valentina Esposito
Il problema di quando si va ad abitare da soli, magari in una città diversa, è che non si conosce nessuno: i condomini del palazzo a malapena salutano, gli amici di lunga data non ci sono più. Ma anche se si è comunque torinesi, il problema rimane. E’ per questo che anche a Torino sta prendendo piede il “cohousing“, l’abitare insieme in strutture rese adeguate oppure costruite ex novo. L’obiettivo è abbattere quellabarriera di indifferenza tra vicini di casa che il consueto modo di abitare ha costruito, per sviluppare un modello sociale abitativosostenibile, sia dal punto di vista umano che per quanto riguarda le spese.
COSA VUOL DIRE COABITARE?
Rendersi indipendenti, ma allo stesso tempo coordinarsi per una causa comune: abitare collaborando è un modo di vivere “antico” storicamente, secondo alcuni, ma se si va a guardare approfonditamente si nota come sia una specie di moda che ha preso piede solo negli ultimi anni.
L’idea è quella di vivere in strutture con spazi individuali e comuni, in cui vengono a crearsi situazioni di “amicizia abitativa“. I locali “comunitari” e i servizi come ad esempio la cucina, il micronido, la foresteria, il car sharing vengono mantenuti e usufruiti da tutti, indistintamente. Nello stesso modo si partecipa ai gruppi di acquisto solidale, alle spese dell’abitazione stessa, alle riunioni decisionali in cui tutti partecipano a ciò che viene stabilito.
Il cohousing, però, non parte solo quando le persone decidono di vivere nello stabile, ma inizia già nella scelta dello stesso: si decide tutti insieme come suddividere gli spazi, come impostare l’architettura interna, come ristrutturare i locali per renderli abitabili.
“STESSOPIANO” E NON SOLO
Non sono molte le agenzie immobiliari che, presenti sul territorio, si propongono di fare da collegamento tra affittuari e padroni di casa per questi tipi di progetti. Spesso il contatto avviene attraverso internet, ma per esempio in via Buniva 8 a Torino “Stessopiano” diventa il punto di incontro concreto per chi decide di coabitare, con progetti, collaborazioni ed eventi.
Un po’ di cifre: sono 224 le persone che si sono rivolte a Stessopiano in due anni per iniziare un progetto di cohousing, e non sono solo giovani, ma anche lavoratori, o addirittura famiglie al completo. Inoltre, per facilitare il passaggio, sono previsti fondi di garanzia e incentivi economici per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, e addirittura esiste un fondo rotativo per aiutare chi, in difficoltà, non riesce a pagare le prime rate dell’affitto; infine si hanno sconti e convenzioni presso i maggiori negozi di mobili, per facilitare i primi acquisti.
Perché la casa non deve essere solo un sogno.
Link utili:
Stessopiano
Avevate già sentito parlare del cohousing? Lo prendereste in considerazione?