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12 Ottobre 2012

Il fantasy nasce anche a Torino

La 26enne Silvia Robutti è la vincitrice del premio letterario Odissea 2012 e domani presenterà il suo libro “La maledizione della fiamma”

Federica Spagone

La torinese Silvia Robutti ha vinto il Premio Odissea 2012 con il romanzo “La maledizione della fiamma”

Domani alle ore 16, presso la libreria “Il lupo rosso” di via Volta 1 (la prima in Italia specializzata nei generi fantasy e horror) sarà presentato il libro “La maledizione della fiamma” di Silvia Robutti (nella foto), 26 anni, medico veterinario torinese, scrittrice per passione e vincitrice del premio letterario “Odissea 2012” indetto dalla casa editrice Delos, un concorso nazionale per romanzi inediti di genere fantastico che offriva la pubblicazione all’opera prima classificata.
L’autrice ha risposto alle nostre domande parlandoci del libro e della sua esperienza.

Com’è nata la passione per la scrittura e perché hai deciso di realizzare un romanzo fantasy?
«La mia passione per la scrittura è come la passione per gli animali, c’è sempre stata, non riesco a immaginare me stessa senza l’una o l’altra. Penso di potermi definire un’autodidatta, anche se devo dire di aver avuto sempre ottimi insegnanti di italiano. Amo il fantasy ed è per questo che mi sono cimentata in un romanzo di questo tipo: volevo dare il mio contributo ad un genere che generalmente promette molto e mantiene poi poco».

Hai uno scrittore di riferimento?
«Adoro Amélie Nothomb e Stefano Benni, ma affermare che mi ispiri a loro sarebbe addirittura blasfemo».

Dove hai trovato l’ispirazione per il tuo libro?
«L’idea mi frullava in testa da parecchio tempo e io me la tenevo lì, coccolandomela nel tempo libero, alle fermate dei bus o in coda alla posta ma non pensavo di utilizzarla seriamente per un romanzo. La protagonista era la classica eroina fantasy orfana, molto sfortunata e parecchio piagnucolosa, andava bene giusto come scaccia noia… Fino a quando non rimasi scioccata da una conversazione avuta con una mia conoscente riguardo alla situazione in Medioriente, sull’odio che può albergare nel cuore di una persona e sull’importanza che quell’odio può avere nella sua vita. Soprattutto a farmi star male era l’idea che l’odio fosse giustificato. Iniziai a domandarmi cosa avrei provato io se fossi cresciuta in una situazione simile o se fossi stata dall’altra parte della barricata. Il mio romanzo é nato proprio da queste riflessioni e dall’idea iniziale della mia eroina sfortunata».

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere al lettore?
«Il romanzo avanza su due linee temporali distinte: passato e presente. Nel passato la protagonista subisce una serie di eventi molto sfortunati che nel presente scopre poi essere legati ad una maledizione che la obbliga, o la aiuta, a portare avanti una vendetta. Quello che volevo comunicare con questa storia è che tutto può cambiare a seconda della prospettiva da cui guardi».

Avevi già provato a far pubblicare il romanzo?
«No, la pubblicazione è miracolosamente arrivata al primo colpo, nel senso che non avevo mandato il romanzo da nessun’altra parte. Un concorso in questo senso mi sembrava un buon modo per evitare gli avvoltoi: vinci o perdi ma nessuno ti chiederà di dargli dei soldi oltre a quelli doverosi dell’iscrizione. Insomma, un’occasione rara da non perdere».

Cosa consiglieresti ai giovani che vogliono provare a cimentarsi nella scrittura di un romanzo?
«Consiglio loro di divertirsi, di abbandonarsi alla scrittura senza aspettarsi nulla che non sia il piacere che ne deriva e di goderselo come se si trattasse di un bel sogno, tenendo presente che alla fine dei conti chi sogna, sogna sempre e comunque solo per sé stesso».

Link Utili:

La maledizione della fiamma
Avete anche voi un romanzo nel cassetto? Vi piacerebbe pubblicarlo?

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Categorie: Cultura

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