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7 Novembre 2012
Rivoli di creatività
Nel Comune a 10 km da Torino è partito il progetto di formazione gratuita per i giovani del territorio sul tema della comunicazione e dell’innovazione
Simone De Caro
A Rivoli, 10 km da Torino e 50mila abitanti, sono da anni presenti molti esempi di imprenditoria creativa di successo e di eccellenze nell’innovazione culturale: pensiamo al Museo di Arte Contemporanea, a Maison Musique o alla casa di produzione Ferrafilm. L’amministrazione comunale ha deciso di rinforzare questa tendenza del territorio e tentare di creare una stabile sinergia fra brand creativi e giovani della zona con il progetto Rivolì di Creatività, che si propone di incentivare in futuro altre imprese rivolesi a sperimentare percorsi innovativi e di consentire ai giovani di sfruttare le loro conoscenze digitali anche in ambiti professionali. Ne abbiamo parlato con Stefano di Polito, che con Alberto Robiati cura il progetto, entrambi fondatori del Laboratorio Creativo e consulenti nel settore della comunicazione.
LA FORMAZIONE
Rivoli di Creatività consiste in un laboratorio formativo di innovazione applicata alla comunicazione; il corso (9 lezioni) è gratuito e riservato a 18 giovani rivolesi selezionati attraverso un bando.
In realtà Di Polito ci spiega che «i partecipanti sono aumentati, oggi sono 23, un dato che la dice lunga su quali siano i bisogni formativi e quali le offerte date ai giovani. In questo momento i “nati attorno agli anni ’90” vogliono sentirsi utili alla società, mentre spesso si sentono tagliati fuori. E quindi sanno che l’unica possibilità è cambiare la società – continua – anche attraverso la creatività digitale, affinché venga data loro la possibilità di esprimersi e di innovare i contesti in cui si ritrovano a vivere».
Concretamente, a livello di conoscenze, dopo 4 mesi di laboratorio i partecipanti assumeranno maggiore consapevolezza da un punto di vista progettuale e strategico. Infatti Stefano Di Polito prosegue spiegandoci che «non basta essere abili con le nuove tecnologie di comunicazione, occorre saper fare analisi, costruire delle strategie e usare la creatività per realizzare dei progetti e questi aspetti si possono imparare. Inoltre lo scopo è che ogni giovane abbia sviluppato alla fine del percorso un progetto di “marketing responsabile” che possa migliorare il territorio, in collaborazione con le imprese di Rivoli».
IL COINVOLGIMENTO DELLE IMPRESE
Concluso il laboratorio è infatti previsto che i giovani incontrino le imprese creative del territorio testimonial dell’iniziativa: da loro riceveranno la richiesta di elaborare un progetto di comunicazione sperimentale.
E dopo? Per il futuro Di Polito ha già una proposta: «Stiamo lanciando l’idea di costituire il progetto “Creative Valley”, che faccia convergere molte imprese del territorio in modo sistematico attorno al tema dell’innovazione: alcune hanno già manifestato il loro interesse».
Gli chiediamo infine, da esperto della comunicazione e dell’innovazione, cosa pensi di questo “ponte” che si sta cercando di creare fra giovani innovatori e mondo del lavoro: «Credo che si debbano rompere alcuni schemi che non funzionano più nel marketing. Non bisogna parlare di mercato ma di società, così come non si può più pensare ai consumatori ma alle persone. Lo abbiamo definito “marketing responsabile”, perché innalza la responsabilità sociale d’impresa a prima forma di promozione di un’azienda. I social media – conclude – creano rapidamente reputazione e consenso sociale tra le persone e dovrebbero spingere le imprese verso l’etica e la sostenibilità come forma migliore per ottenere risultati commerciali».
Cosa pensate di Rivoli di creatività? Vi piacerebbe un progetto del genere nel vostro comune?