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10 Dicembre 2012

Amnesty: i diritti inviolabili sono ancora violati

Osvalda Barbin, responsabile dell’organizzazione in Piemonte, fa il punto della situazione in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani

Viviana Villani

Campagna "Io pretendo dignità"

Un’immagine della campagna “Io pretendo dignità”

Oggi 10 dicembre è la Giornata Mondiale dei Diritti Umani. A sessantadue anni dall’istituzione di questa ricorrenza, Digi.TO ha voluto approfondire la tematica intervistando Osvalda Barbin, Responsabile della Circoscrizione Piemonte-Valle d’Aosta di Amnesty International.

Quando e perché è stata creata la Giornata Mondiale dei Diritti Umani?
«Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, che statuisce che: “gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”. Due anni dopo, durante il 317º meeting globale, la stessa Assemblea istituisce formalmente la Giornata per ricordare e celebrare ogni anno quella Dichiarazione, al fine di riflettere sui passi compiuti e quelli ancora da compiere».

Quali sono i dati relativi alle violazioni dei diritti umani e quali sono i paesi in cui vengono commesse le maggiori violazioni?
«Nel 2011 la libertà d’espressione ha subito restrizioni in almeno 91 Paesi. In 101 Stati sono stati compiuti atti di tortura e violenza nei confronti di coloro che hanno preso parte a manifestazioni antigovernative. Ci sono più di 500.000 persone che ogni anno muoiono per atti di violenza armata. In altri milioni di casi le persone sono vittime di repressione, violenza e stupro. Un dato allarmante riguarda i bambini-soldato: sono circa 55 le forze governative che li arruolano. Ci sono Paesi dove i diritti vengono costantemente calpestati, Amnesty International ha lanciato diversi appelli al riguardo. Ad esempio stiamo seguendo con attenzione il Parlamento dell’Uganda poiché si sta preparando a discutere un disegno di legge che consolida la discriminazione e l’odio contro le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Guardiamo con apprensione anche gli avvenimenti che accadono in Iran e in Colombia, dove numerose attiviste vengono arrestate, perseguitate e minacciate a causa della loro azione in difesa dei diritti delle donne».

Quali sono invece i dati relativi alla pena di morte?
«Nel 1977 abbiamo iniziato la campagna per l’abolizione della pena di morte: in quell’anno solo sedici Stati aderirono al nostro appello. Oggi 141 Paesi sono abolizionisti nella legge o nella prassi. Su 198 Paesi del mondo, nel 2011 in 21 hanno eseguito condanne a morte. È molto problematica la situazione in Cina, dove il Governo non rende mai pubblico il dato delle esecuzioni. Alla fine del 2011 almeno 18.750 persone erano detenute nei bracci della morte di tutto il mondo».

Quali sono i più importanti obiettivi raggiunti da Amnesty International?
«In 50 anni di attività sono innumerevoli. I nostri appelli hanno permesso la liberazione di oltre 50.000 prigionieri di coscienza. Con il nostro impegno nel 2000 abbiamo ottenuto il “Protocollo opzionale dell’Onu sui bambini-soldato”. Nel 2007, dopo un percorso durato quindici anni, abbiamo ottenuto la “Convenzione sulle sparizioni forzate”, affinché in paesi come l’Argentina, il Sudamerica, la Cecenia, la Colombia, il Nepal e la Turchia vengano attuate garanzie rigorose a tutela delle persone private della libertà, compreso il divieto assoluto di detenzione segreta. Grazie alla nostra mobilitazione abbiamo aperto la strada all’istituzione della Corte Penale Internazionale. Infine anni di intense campagne, insieme a prestigiosi alleati, hanno spinto l’Onu a impegnarsi per un Trattato che regoli il commercio delle armi, per impedire che finiscano nelle mani di regimi che violano i diritti umani».

Quali i prossimi traguardi che volete raggiungere?
«Per quanto riguarda l’Italia, l’introduzione nel nostro codice penale del reato di tortura. Seguiamo sempre con attenzione il filone la violenza contro le donne, tant’è che il 27 settembre 2012 l’Italia ha firmato la “Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza domestica e contro le donne”. In campo internazionale abbiamo in atto la Campagna “Io pretendo dignità”, dove richiediamo maggiore responsabilità dei governi, delle imprese e delle istituzioni finanziarie internazionali: vogliamo che venga garantito l’accesso ai diritti e ai servizi essenziali per la dignità umana senza alcuna discriminazione».

In Piemonte esistono dei gruppi giovani con i quali collaborare?
«Sì esistono dei gruppi giovani, che comprendono ragazzi dai 14 ai 25 anni, sono a Chivasso e Pinerolo. Ci sono poi quattordici gruppi che svolgono attività di promozione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale sulle tematiche dei diritti umani: sono presenti a Torino, Alba, Aosta, Biella, Chivasso, Ciriè, Collegno-Grugliasco, Ivrea, Nichelino-Moncalieri, Novara, Novi Ligure, Torre Pellice e Vercelli. Se i lettori vogliono venirci a trovare, l’Ufficio di Torino di Amnesty International è situato in corso San Maurizio 12 bis».

 

Link utili:
Amnesty International Piemonte-Valle d’Aosta
Amnesty International Italia
Campagna “Io pretendo dignità”

Qual è secondo voi il diritto inviolabile più violato? E quale proposta di legge chiedereste ai governanti per tutelarlo meglio?

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Categorie: Intercultura

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