Home » Cultura » Coabitare al Numero Zero

18 Dicembre 2012

Coabitare al Numero Zero

Nel cuore di Porta Palazzo si sperimenta il cohousing, mettendosi in gioco per costruire la propria nuova casa

Valentina Esposito

cohousing

La casa di via Cottolengo 2/4 dove sta nascendo il progetto di cohousing

“Un nuovo modo di vivere, vecchio come il mondo” è il motto del progetto Numero Zero, che vede impegnate un gruppo di persone a costruirsi letteralmente la propria casa: sarà la prima abitazione cohousing di Porta Palazzo, in via Cottolengo 2/4.
Un edifico completamente ristrutturato, i cui lavori sono iniziati nel 2010, pronto ad accogliere la scommessa di CoAbitare: l’associazione mira al recupero di edifici dismessi o inutilizzati per realizzare accoglienti “cohouses”.  Numero Zero, insieme  all’edificio di via Perugia – la sede dell’associazione – sta attirando i consensi del vicinato e di chi, interessato all’idea di abitare in una casa un po’ particolare, sta chiedendo informazioni a chi questa realtà la vive già. Il progetto, inoltre, rientra in “The Gate – PortaPalazzo“, per riqualificare quella zona della nostra città con eventi, manifestazioni e iniziative.

IL BLOG
Coabitare vuol dire innanzitutto condividere la maggior parte della casa con gli altri coinquilini, creare degli spazi comuni dove potersi confrontare e stare insieme. Le persone che hanno deciso di fare questa scelta hanno avuto tutti motivi diversi: ragazzi alla prima esperienza abitativa autonoma, giovani coppie e persone che dopo una vita passata in appartamenti “convenzionali” decidono di provare qualcosa di nuovo.
I coinvolti nel progetto Numero Zero (come il numero civico della casa in Via dei Matti nella famosa canzone per bambini) hanno aperto persino un blog, dove hanno raccontato passo passo le difficoltà e le soddisfazioni di veder crescere la propria idea, la propria casa. In ogni post c’è traccia di quell’entusiasmo per le piccole cose, c’è l’analisi della propria situazione rapportata anche alla realtà esterna, quella voglia di creare qualcosa di proprio per sentirsi del tutto a casa. Si può persino visitare il cantiere, contattandoli e parlando con i diretti interessati, per informarsi su di loro e sul progetto.
Più che coinquilini, insomma, si viene ad instaurare un vero e proprio rapporto di amicizia e lo spettro delle fatidiche riunioni di condominio piene di acredine è esorcizzato da questo spirito amichevole e di collaborazione.

IL MANIFESTO
Gli abitanti di Numero Zero hanno legato il loro credo a quello di CoAbitare, che ha steso un vero e proprio manifesto dell’idea del cohousing: tutti devono rendersi (e sono) utili all’economia della casa, ognuno a seconda del contributo che può apportare. Le spese per la ristrutturazione e per le voci di consumo energetico sono state sostenute senza l’aiuto di enti esterni che non siano le famiglie dei diretti interessati o loro stessi  e c’è un’attenzione particolare al risparmio ecosostenibile. Per i giovani è un’opportunità per rendersi indipendenti e per i meno giovani un’occasione per sentirsi utili.
Infine, ci si chiede: perché Porta Palazzo? Si è deciso di voler sperimentare in un contesto urbano qualcosa di nuovo, per vivere da cittadini partecipanti una zona in continuo miglioramento. Una vecchia palazzina diventerà forse simbolo di qualcosa di nuovo, di innovativo, per sensibilizzare gli abitanti del quartiere e dell’intera città.

Link utili:
Numero Zero
Progetto The Gate
CoAbitare

 

Cosa pensate del cohousing? Fareste un’esperienza del genere?

Tag: , ,

Categorie: Cultura

Lascia un commento