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18 Gennaio 2013

Al Politecnico arriva la ragazza con la fisarmonica

In occasione del Giorno della Memoria, incontro con Esther Béjaramo, musicista e cantante internata da bambina ad Auschwitz, dove suonava nell’orchestra del campo

Luca Calderan

La ragazza con la fisarmonica

La copertina del libro “La ragazza della fisarmonica” sulla storia di Esther Béjarano

Bentornati nello spazio di Digi.TO dedicato del Politecnico di Torino, su cui è possibile essere aggiornati anche su Facebook.

Questa settimana parliamo di “La ragazza con la fisarmonica“, un evento che si svolgerà il giovedì 24 gennaio alle ore 18.30 presso l’Aula Magna del Politecnico: un incontro che racchiude in sé un concerto, un libro ed un film in occasione del Giorno della Memoria del 27 gennaio.
Protagonista dell’appuntamento sarà la musicista e cantante Esther Béjarano, che si esibirà in coppia con Gianni Coscia per presentare il libro “La ragazza con la fisarmonica – dall’orchestra di Auschwitz alla musica rap” e nel corso della serata saranno proiettati alcuni estratti dal dvd “Esther che suonava la fisarmonica nell’orchestra di Auschwitz”.
L’ingresso è gratuito e i biglietti possono essere ritirati presso il Goethe-Institut in Piazza San Carlo 206 a Torino. L’appuntamento è l’ultimo di tre incontri, gli altri, analoghi, saranno martedì 22 ad Alessandria e mercoledì 23 a Cuneo.

Ma chi è Esther Béjarano? Esther nasce in Germania nella Saarland da una famiglia di musicisti di origine ebraica ed è un ottimo esempio di come la musica possa aiutare ad uscire anche dalle situazioni più difficili, con la stessa forza che era stata trasposta anche a livello cinematografico da Roman Polanski nel film “Il pianista“.
Il vissuto di Esther presenta eventi traumatici molto forti, in quanto da bambina viene deportata ad Auschwitz dopo l’uccisione dei genitori e di una sorella, ma proprio nel lager comincia a suonare nell’orchestra femminile, prima di essere impiegata nella manovalanza coatta del campo della Siemens a Ravensbrück. Anche dopo la liberazione la musica resta una forte passione che la porta a lavorare come cantante ed insegnante di musica in Israele.
Nel 1960 la scelta del ritorno in Germania, dove fonda ad Amburgo l’Auschwitz Komitee Deutschland insieme ad altri ex deportati.
La voglia di cantare e suonare ha continuato però ad essere forte e l’ha spinta a creare nel 1988 il gruppo Coincidence con la figlia Edna e a spaziare in ogni genere, con un repertorio che va da Brecht a Theodorakis, dai testi di denuncia sociale ai canti yiddish tradizionali, dai canti della Resistenza alla recente collaborazione con il gruppo rap Microphone Mafia.

Nel corso dell’evento del 24 gennaio saranno presentate canzoni sul tema dell’Olocausto, tra cui il brano “Nje Buditshe” (Non mi svegliare), un canto in lingua romanes dei Sinti e Rom di Auschwitz che recita «Non mi svegliare, non voglio capire il mondo. Non voglio vedere i tormenti del mio popolo. Ragazza mia pensa solo ai bei tempi e non guardare come veniamo trattati». “Krasny soldatki” invece si basa sulla melodia de “Il fazzoletto azzurro”, una canzone d’amore e guerra dell’Unione Sovietica il cui testo è stato riscritto da Esther Béjarano con le compagne di prigionia ucraine nel campo di Ravensbrück, diventando il fazzoletto rosso del soldato dell’Armata rossa che combatte contro i nazisti.

Appuntamento alla prossima settimana.

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Categorie: Università

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