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22 Gennaio 2013

Lavorare nei fast food è come nella pubblicità?

Nello spot in tv vediamo giovani felici e soddisfatti che fanno panini ed entro i 30 anni hanno possibilità di carriera: siamo andati a conoscerne uno

Francesca Palumbo

fast food

I fast food sono da sempre posti di lavoro per i giovani

Allo stato attuale moltissimi lavori per giovani (e non solo) sono precari ed è interessante sentire qualche “consiglio per gli acquisti” che possa indirizzare i ragazzi di oggi verso professioni ancora “sicure” magari non pienamente considerate.
La pubblicità di un noto fast food americano che sta passando in tv in questi giorni dipinge il lavoro come una fortunata eccezione alla crisi economica, sarà vero? A questo proposito abbiamo parlato con Alberto, un ventenne torinese che a Chieri lavora in uno di questi ristoranti.

Com’è lavorare in un fast food?
«Il lavoro è abbastanza pesante. Quando ho iniziato pensavo “massì, che sarà mai, faccio panini” e ora invece so quanto mi sbagliavo. Ho trovato il posto subito dopo qualche giorno di distribuzione del curriculum a Moncalieri, anche perché stavano aprendo a Chieri e avevano subito bisogno di personale».

Che tipo di contratto hai?
« Il mio contratto è di apprendistato per tre anni. Per quello che il mondo del lavoro offre oggi è ottimo già solo per la sua durata. Lo consiglio come lavoro perché è abbastanza trasparente nelle sue politiche interne, di certo meglio di altre attività che ti sfruttano senza un minimo di diritti. Naturalmente anche qui ci sono dei pro e dei contro».

Pensi che alla fine dei tre anni potrai considerarti assunto?
«Attualmente nel mio ristorante siamo 26 dipendenti e, a parte i 4 manager, siamo tutti ventenni con questo contratto, più qualcuno che è già passato a indeterminato. Credo che verremo confermati tutti, anche perché già adesso, a Chieri, c’è domanda per nuovi posti».


Siete giovani in cerca di lavoro? Avete mai pensato ai fast food?

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Categorie: Lavoro

Commenti (4)

  1. Beppe ha detto:

    Ed i contro?
    Non si menzionano?
    Gli orari assurdi, le chiusure sino a tardi come ad esempio a capodanno, anche e soprattutto per donne con figli piccoli, la paga che dovrebbe essere equiparata al tipo di lavoro che viene svolto ed alle ore?
    Poi credo che se si vuole, altri “contro” li si riescono a trovare.
    Se guardiamo che oggi con l’aria che tira, l’avere un posto di lavoro è già un “pro”, allora anche questo tipo di lavoro va bene.
    Lo dice uno che ha lavorato per una cooperativa per quasi 2 anni e diceva, “menomale che c’è almeno questo” ed ora è in causa percercare di recuperare qualcosa di quello che è suo.
    VIVA l’ITALIA!

  2. Merigo ha detto:

    Il ventenne Alberto dice che il Suo lavoro “è abbastanza pesante” e che “sa quanto si sbagliava” pensando che fare panini sarebbe stato agevole, ma non dà la minima spiegazione del Suo pensiero. Immagino si riferisca agli orari che, come in tutta la ristorazione, prevedono ovviamente di lavorare quando gli altri si rilassano e mangiano, ore di pranzo quindi ma ovviamente anche sabati, domeniche, S.Natale e Capodanno. Ma questo lo sto scrivendo io, mentre Alberto con la tipica comunicativa dei ventenni di oggi, fatta di monosillabi, non riesce a fare alcun commento oltre alle considerazioni che ho riportato: quindi, come è lavorare nei fast food? Lo chiedo a Lei Francesca Palumbo, che propone questa intervista ad Alberto su La Stampa con il titolo da scoop, senza che viceversa si capisca nulla!

    • Francesca ha detto:

      Io mi sono limitata a riportare quanto detto dal ragazzo che ho intervistato. La sua opinione riguardo al proprio lavoro è questa. L’articolo in sè non voleva dimostrare nulla, né tantomeno elogiare un tipo di lavoro piuttosto che un altro.
      L’opinione di questo giovane lavoratore non viene proposta come unica possibile, ma è quella presa in esame in questo caso.

  3. prancesco ha detto:

    Salve sono un ventenne “monosillabico” che conosco molte persone che hanno lavorato nei ristoranti in questione. La maggior parte di queste sono studenti universitari come me che tutti i giorni ringraziano di avere un lavoro tale da permettere di studiare durante il giorno e potersi guadagnare qualche soldo in serata. Alberto non elenca i contro come non elenca nemmeno i pro, essendo entrambi molto soggettivi, ma si limita a parlare del proprio contratto lavorativo in modo oggettivo. Poi cari beppe e merigo se vi aspettate di lavorare nella ristorazione e non lavorare in orari di ristoro ritengo che non sia proprio il vostro campo e che non dovreste criticare gli altri solo perché sono felici di poter guadagnare qualcosa in orari per loro occupabili. Saluti

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