Home » Cultura » Un corto contro il razzismo
27 Giugno 2013
Un corto contro il razzismo
Un giovane educatore dell’associazione A.Gio sta realizzando insieme ai ragazzi che segue un cortometraggio sul tema della discriminazione
Matteo Tamborrino
Assistenza solidale e supporto educativo: due espressioni di cui si discute molto nell’ambito del sociale, ma che appaiono sempre più difficili da concretizzare per la mancanza di fondi, di volontari o semplicemente di idee nuove. Ma non bisogna darsi per vinti: uno stimolo fresco e innovativo, infatti, proviene da A.Gio (Associazione Giovani), polo educativo con sede in via Crea 27 a Grugliasco, che vanta un’esperienza decennale nel campo della formazione e del sostegno degli adolescenti in difficoltà. Luca Trabuio è un educatore di A.Gio ormai da un anno e insieme a un gruppo di adolescenti sta realizzando un cortometraggio sullo sfondo della discriminazione degli ebrei al tempo del fascismo.
IL PERCORSO DI A.GIO
Il percorso di Luca, studente 21enne di Psicologia, si inaugura alcuni mesi fa, a seguito dell’esperienza da animatore presso il centro estivo di A.Gio; sostenuto dalla responsabile Grazia Sgarra, Luca decide di immergersi in questa importante opportunità di azione nel campo sociale, operando in prima persona accanto ad altri volontari ed educatori per sostenere adolescenti tra i 13 e i 15 anni con situazioni familiari o educative piuttosto instabili. «A.Gio, come specifica il nome – spiega Luca – si occupa di giovani. Abbiamo ad esempio ragazzini mandati dai servizi sociali per un supporto di tipo scolastico: utilizzando il servizio del dopo-scuola, cerchiamo di avvicinarci ai ragazzi, di seguire la loro crescita e di sondare la loro situazione familiare. Il mio impegno in associazione – continua – era inizialmente di una volta a settimana; ora sono lì almeno tre, quattro giorni. Lavorare con i ragazzi è qualcosa di impagabile: diventi per loro un riferimento, un’ancora. Credo sia questa la strada giusta per la mia vita».
UN PROGETTO PER STARE INSIEME
L’idea del cortometraggio – che sarà ultimato tra pochi giorni – è nata da Luca e Grazia con un gruppo di una quindicina di giovanissimi che avevano vissuto negli anni scorsi l’esperienza del dopo-scuola: «Era emersa da parte dei ragazzi l’esigenza di stare insieme – racconta Luca – così a inizio anno abbiamo deciso di incontrarci una volta a settimana per affrontare temi a loro vicini, come il sesso o la cittadinanza attiva. Nel Giorno della Memoria abbiamo proposto l’idea del corto, che ha subito suscitato entusiasmo. I ragazzi, sotto la nostra supervisione, hanno scritto l’intero copione; le riprese sono state realizzate a casa della mia collega, tranne alcune esterne. In questa fase ci ha assistiti come cameraman Stefano Crabolu, che si occuperà anche del montaggio».
LA PELLICOLA DELLA MEMORIA
I ragazzi volevano legare il genere thriller a quello della tipica love story: «Tutto doveva essere contenuto nel grande tema della discriminazione razziale. E così è nata la storia: un gruppetto di ebrei lavora come servitù all’interno di una famiglia guidata da un padre autoritario e fascista – dice Luca – la figlia però si innamora di uno di loro e questo scatena le ire del gerarca. La vicenda si conclude con…beh, questo non ve lo dico». Il dramma della discriminazione, che appare qualcosa di ormai lontano e sepolto, è purtroppo una realtà ancora percepibile: «In associazione abbiamo molti ragazzi stranieri, che hanno sperimentato sulla loro pelle atti di razzismo».
Una volta ultimato, il film sarà proiettato in associazione e poi – forse – inviato a qualche concorso: «L’impegno mio e di Grazia, così come quello dei ragazzi, è stato forte e costante in questi sei mesi. La finalità di questo progetto è quella di introdurre successivamente i ragazzi del gruppo in associazione come volontari, in modo tale che A.Gio rimanga per loro un punto di riferimento».
Link utili:
A.Gio
Avete mai pensato di fare l’educatore? Che cosa pensate dell’idea del cortometraggio?