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5 Luglio 2013

101 parole per descrivere la politica

Lorenzo Pregliasco, giovane autore torinese, ha scritto un dizionario per i termini più rappresentativi degli ultimi anni, da “bunga bunga” a “inciucio”

Valentina Esposito e Simone De Caro

Lorenzo Pregliasco

Lorenzo Pregliasco ha scritto un dizionario sul linguaggio della politica degli ultimi anni

Neanche a rendersene conto, alcune parole della politica nostrana sono state talmente assimilate nel linguaggio quotidiano di giornali, televisione e altri mass media che a malapena ci rendiamo conto del loro significato. Un giovane scrittore torinese, Lorenzo Pregliasco, 26 anni, ha invece tentato di rilevarle, analizzarle e presentarle nel suo libro “Il crollo. Dizionario semiserio delle 101 parole che hanno fatto e disfatto la Seconda Repubblica“. Parole conosciutissime come “Inciucio” e “bunga bunga” sono solo alcune di quelle presentate nel volume, decisamente familiari al nostro orecchio e riproposte con serietà e un pizzico di ironia.

Come è nata l’idea di questo libro?
«Le parole, da sempre, sono importanti nel dibattito pubblico e non, il libro nasce proprio per evidenziare questa consapevolezza nell’uso di parole molto particolari e del loro significato. Credo che dietro ogni espressione si celi una storia ben precisa, che grazie ad archivi e a operazioni di ricostruzione si può rintracciare e comprendere».

Come mai la scelta di questo tema così delicato?
«Sono da sempre molto interessato alla politica e alle parole, al giornalismo. Mi hanno suggerito quasi per gioco questa idea di dizionario, un libro che raccogliesse tutte o quasi le espressioni più comuni e coniate nel linguaggio politico che ci circonda. Insieme all’appendice, penso di aver messo a disposizione uno strumento utile, per creare dibattito».

Quanto tempo ti ha preso completare il libro?
«L’ho iniziato più o meno un anno fa e l’ho mandato in stampa ad aprile. Quindi, il lavoro di ricerca negli archivi, nei giornali e nelle biblioteche si va a sommare con alcune aggiunte recenti, legate soprattutto a Grillo, come per esempio la parola “tsunami”».

Hai già avuto riscontri di qualche tipo dal pubblico? Pensi di scrivere un altro libro?
«Direi di si, visto che ho già fatto una quindicina di presentazioni in Italia e alcune altre addirittura all’estero. Inoltre, è capitato che alcuni giornalisti, senza che io ne fossi al corrente, abbiano scritto articoli sul libro. Questo è interessante, dimostra come il libro stia avendo successo, come sia apprezzato anche dal pubblico, per fortuna! Per quanto riguarda il futuro non saprei, per ora mi preoccupo di curare questo: l’editoria è un mondo molto complesso, che ha le sue regole e che bisogna capire, se si vogliono fare le cose per bene».

Tra le 101 parole che hai analizzato qual è la tua preferita e perché?
«”A sua insaputa” non è una parola, quanto un’espressione, una delle tante analizzate nel mio libro. E’ la mia preferita, però, soprattutto per il suo significato e la sua storia: utilizzata per la prima volta nel caso Scajola è ormai diventata un jolly assai comune in caso di scandali riguardanti figure più o meno note del panorama politico italiano. Questa frase, così come molte altre, ormai sono entrate nel linguaggio e nell’immaginario comune con una facilità inimmaginabile, almeno fino a qualche tempo fa».

 

Link utili:
Sito del libro

Comprerete il libro di Lorenzo Pregliasco? Cosa pensate del rapporto fra politica e linguaggio?

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Categorie: Cultura

Commenti (2)

  1. Jacopo ha detto:

    Bella idea !

  2. […] magazine online DigiTO pubblica invece un’intervista all’autore Lorenzo Pregliasco, curata da Valentina Esposito. Share this:TwitterFacebookMi piace:Mi piace Caricamento… Questa […]

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