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16 Luglio 2013
L’errore felice di Raphael Gualazzi
Il pianista-cantante umbro emoziona il pubblico del Gru Village con lo swing jazz del suo “Happy Mistake Tour”, in una fusione di diversi generi musicali
Valentina Esposito
Il jazz a Torino piace e si sa. Soprattutto quando a portarlo sul palco è un giovane talentuoso come Raphael Gualazzi, cantautore e pianista, che ieri ha acceso la notte del Gru Village offrendo al suo pubblico uno spettacolo di struggente jazz e di allegria blues, filo comune tra questi le note del bellissimo pianoforte.
La platea era decisamente variegata, dalla famiglia con bambini ai giovani, tutti ugualmente entusiasti a fine concerto.
HAPPY MISTAKE
Gualazzi è famoso per eseguire un genere non certo comune nel mercato della musica italiana, tuttavia sembra essere comunque molto gradito e si capisce anche il perché. La sapiente miscela di blues, jazz, soul, fusion e persino country rendono particolarmente piacevole l’ascolto di un concerto simile in cui il cantante, peraltro, è stato supportato da musicisti capaci, quasi tutti personalità di spicco del panorama jazz francese.
Le influenze dei big del blues e jazz, da Scott Joplin a Ray Charles, permeano le note delicate e leggere di ogni brano, da quelli più recenti dell’ultimo album, “Happy mistake”, uscito a Febbraio, a quelli più famosi, resi famosi da Sanremo e dall’Eurovision Song Contest, il famoso festival della musica europea.
Il contrappunto della voce eclettica del cantautore si è fuso perfettamente melodie sempre in trasformazione, ottenute grazie all’armonizzazione del coro di voci “black”, di una sezione fiati presente e spumeggiante, di una chitarra che diventava per l’occasione ukulele e banjo e infine di una sezione ritmica precisa di batteria e contrabbasso.
“Reality and fantasy” e “Love goes slow down” sono state le canzoni più apprezzate dal pubblico, le più conosciute, anche perché l’ultima è la sigla di una famosa pubblicità, affiancate a quelle più recenti dell’ultimo album, meno conosciute ma dello stesso alto livello artistico.
IL BLUE MOOD
L’atmosfera magica che si è venuta a creare sul palco si è riflessa anche in platea: tra giochi di luci e note, accompagnate da piccole coreografie simpatiche dei musicisti, il pubblico ha visibilmente apprezzato, facendosi trascinare tra ballad e swing, richiamando il cantautore sul palco ben tre volte.
«Decisamente all’altezza delle aspettative, non pensavo potesse piacermi così tanto. Mi aspettavo il solito concerto jazz e invece ci ho trovato molto di più» racconta Federico, giovane fan. Giorgia, invece, ha portato la sua bimba di otto anni in prima fila, per farle assistere da vicino all’abilità di tutti i musicisti presenti sul palco, principalmente per il pianista: «Vorrei che lei impari ad amare la musica come me, che apra poi in futuro i propri orizzonti. Chissà, magari le verrà anche voglia di imparare a suonare uno strumento, dopo stasera».
Link utili:
Raphael Gualazzi
Gru Village
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Grande Raphael.
Vorrei precisare che Raphael è di Urbino (PU), quindi Marchigiano.