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23 Luglio 2013

Steve Hackett fa rivivere i Genesis

L’ex chitarrista dello storico gruppo inglese protagonista ieri al Gru Village di un trionfale concerto davanti a un pubblico di tutte le età

Silvia Calvi

Steve Hackett

Grande successo per il concerto di Steve Hackett al Gru Village

Non solo nostalgici dai capelli bianchi, ma anche i loro figli e nipoti, hanno affollato la platea del Gru Village per applaudire Steve Hackett, l’ ex chitarrista dei Genesis che il 22 luglio si è esibito in oltre due ore e mezza di concerto, regalando al pubblico una selezione di pezzi fondamentali per la storia della musica, tratti dal repertorio classico della storica band inglese.

TRA PASSATO E PRESENTE
Impossibile operare un paragone con il passato, ma il senso di “Genesis Revisited” – il tour mondiale di cui la tappa torinese faceva parte – è proprio questo: dare un nuovo senso al passato, senza trasfigurarlo, celebrandolo alla luce di un presente differente ma mai ingrato.
Ecco dunque una formazione di tutto rispetto al fianco di Hackett, con Roger King alle tastiere, Rob Townsend a sax e flauto, Lee Pomeroy al basso, Gary O’Toole a batteria e cori e Nad Sylvan degli Agents of Mercy alla voce solista.

LE CANZONI
Apre il concerto “Watcher of the skies“, che prende il volo dopo la suggestiva introduzione delle tastiere di King, accompagnata dalla proiezione di visual che trasportano gli spettatori nelle profondità misteriose dell’universo. L’emozione di moltiplica quindi con “Dancing with the moonlit knight“, un classico per concedere spazio ai virtuosismi della chitarra di Hackett, che si librano nell’etere sullo sfondo di motivi psichedelici e di un pubblico che non si esime di cantare insieme ai musicisti.
La magia è stabilita e prosegue dunque con numerosi cavalli di battaglia del passato, tutti tratti dai celeberrimi “Wind & wuthering“, “Selling England by the Pound“, “A trick of the tail“, “Foxtrot“, “The lamb lies down on Broadway” e “Nursery cryme“.

UN TRIONFO
Il pubblico non si stanca mai di applaudire, nemmeno dopo i 23 minuti complessivi di “Supper’s ready“, vero e proprio culmine della serata e prova vincente per Nad Sylvan, più che valido in presenza scenica e reinterpretazione drammatica delle sette suites.
Firth of fifth” e “Los endos” chiudono infine lo show, con una standing ovation che testimonia ancora una volta la vittoria della scommessa artistica operata da Gru Village, trionfante nel far brillare gli “ever green” della storia della musica mondiale.

Link utili:
Gru Village
Steve Hackett

 

Eravate anche voi al concerto? Andrete ad altri appuntamenti del Gru Village?

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Categorie: Musica

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