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15 Ottobre 2013

“Imprenditori non si nasce, si diventa”

L’esperienza di una giovane torinese che ha imparato sulla propria pelle come gestire un’azienda: non serve che sia della tua famiglia e non basta l’università

Valentina Esposito

Simona è una giovane imprenditrice che racconta la sua esperienza nel mondo del lavoro

Rimboccarsi le maniche alla fine è davvero l’unico modo per farsi strada, nella vita e nel lavoro. Questa è l’esperienza di Simona Fiorentini, imprenditrice trentenne che ha preso l’azienda alimentare di famiglia (settore biologico) e la sta rinnovando, un pezzo alla volta, per renderla al passo con i nuovi ritmi di mercato, che sempre più si spostano sui social, sul web. Dagli inizi fino a oggi, ci ha raccontato la sua storia e il suo punto di vista sui giovani e il lavoro.

Qual è il tuo percorso di studi?
«Ti confesso che all’inizio ero indecisa tra Scienze della Comunicazione e Economia. Mi interessava molto il marketing e il ramo commerciale in generale e questi due indirizzi mi sembravano soddisfacenti allo stesso modo. Ovviamente sono cresciuta in un ambiente in cui si respirava commercio, dove comunque si è sempre a contatto con il cliente e quindi alla fine, tra i due, l’ha spuntata Economia e devo dire che mi è andata molto bene, perché alla fine ho potuto coltivare i miei interessi  e iniziare a lavorare. Mi sono impegnata, mi sono data da fare e mi sono laureata col 110 in tempo. Dopodiché ho iniziato a lavorare e mi sono accorta che questo mondo è del tutto diverso da quello accademico, in cui ci sono molte nozioni e pochissima pratica, ancora non erano così frequenti gli stage universitari e quindi per me che mi ero concentrata molto sullo studio è stato un bel salto, però ho cercato comunque di darmi da fare e di imparare in fretta».

Quindi alla fine gli studi ti sono serviti solo in parte per imparare a gestire un’azienda?
«Esatto. Sicuramente ho imparato le metodologie adatte al fine di saper gestire un’azienda, mi è servito studiare tanto per capire quei meccanismi teorici e per acquisire un’impostazione giusta e rigida che, affiancati alla pratica e all’impegno, fa funzionare il tutto. Inoltre lo studio mi ha dato delle nozioni teoriche sul mondo del lavoro e del commercio. Penso alle case history di altre aziende, di altri imprenditori che si studiavano a lezione: certo aiutano, ma sono sempre un po’ romanzate, perché se ti trovi a fare l’imprenditore devi prendere decisioni in tempi brevissimi, che hanno delle responsabilità alle volte anche pesanti e che non sempre hanno dei precedenti».

Com’è la giornata tipo dell’imprenditore?
«Si deve cercare di far quadrare tutto, perché l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Io mi occupo del commerciale, quindi cerco di risolvere i problemi prima che accadano. Bisogna fare attenzione che tutto vada per il verso giusto. Ad esempio, per gestire un cliente o una produzione nuova bisogna far attenzione che la procedura commerciale vada a buon fine. Noi curiamo molto la ricetta, l’incarto che deve essere sempre conforme e a norma di legge, dobbiamo controllare la qualità e dopo si deve fare attenzione alle varie legislazioni commerciali, perché noi esportiamo all’estero e le norme sono molto rigide: dunque, bisogna avere le giuste nozioni per non essere bloccati alla dogana o incorrere in altri problemi. Io mi sono specializzata in gestione delle attività internazionali, dove avevo degli esami rivolti al diritto, quindi anche questo mi ha aiutato. Ecco quello che faccio, quindi: coordinare i vari nuclei dell’azienda per dare poi la massima soddisfazione al cliente».

Hai già introdotto delle innovazioni rispetto alla vecchia gestione, per renderla più “giovane”?
«Principalmente ho incominciato a rivedere e riprogettare tutti gli incarti: ho cercato di dare una linea più giovane, più appetibile, perché il target nel tempo è cambiato, da un pubblico più generalizzato ora è la donna giovane, che lavora e che è attenta alla salute, la massima consumatrice dei nostri prodotti. Per esempio, sulle confezioni diamo un’idea di modo d’uso, evidenziando poi le proprietà del prodotto. E’ solo un piccolo passo, ma cerco comunque di svecchiare l’immagine del macrobiotico, per renderlo attuale. Sto anche progettando una linea d’azione improntata sul web, dall’e-commerce alla pubblicità, sperando che nei prossimi anni si vedano i risultati».

Un parere su crisi, lavoro e giovani. Nell’azienda, come sono impiegati?
«La crisi c’è e si sente. Penso però che ci sia un’idea abbastanza errata del lavoro da parte soprattutto dei più  giovani e parlo soprattutto per esperienza personale, di quello che vedo in azienda: noi assumiamo tanti giovani, prima in prova e poi eventualmente riconfermati, ma percepisco quasi una sorta di paura a impegnarsi. Erroneamente molti pensano che usciti dall’università si sia pronti per fare il dirigente e sbagliano, perché manca la consapevolezza che quando si esce senza aver avuto esperienze lavorative non si ha idea di come si faccia un lavoro. L’umiltà è sempre premiata, così come il duro lavoro. Da noi le persone si impegnano e vengono premiate, perché si è manager soltanto dopo tanti anni di lavoro alle spalle. L’idea che si dà dell’imprenditore che lavora un paio d’ore e poi va a giocare a tennis o a golf è un mito da sfatare: lavora minimo dodici ore al giorno e se lo fa bene ha stress e responsabilità notevoli.  Anche le carenze tecniche o nozionistiche vanno plasmate, però con l’impegno si arriva ovunque. Anche io, appena uscita, pensavo di poter fare tutto, però poi mi sono messa a imparare il mestiere, a sfogliare i cataloghi, a fare articoli, a conoscere i clienti e a seguire chi ne sapeva più di me. Insomma, ho cercato di guadagnare al meglio il mio posto in questo mondo».

 

Cosa pensate dell’esperienza di Simona? Siete anche voi giovani imprenditori?

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Categorie: Lavoro

Commenti (1)

  1. Andrea ha detto:

    Posso confermare dalla mia esperienza che non si nasce imprenditori, anche se chi è nato in una famiglia di imprenditori in certi versi può essere avvantaggiato.
    Di sicuro per essere un imprenditore di successo c’è un gran lavoro dietro da fare per avere schemi mentali vincenti, a questo proposito ho trovato un’interessante articolo che parla di Imprenditorialità legata alla Fisica Quantistica, che spiega bene le dinamiche!

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