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16 Gennaio 2014
Le Banche del Tempo: basta un ritaglio
Hanno sempre più successo le iniziative legate allo scambio gratuito delle proprie ore e competenze: dalle lezioni di lingua all’aiuto in cucina
Antonella Capalbi
“Il tempo è denaro, devi esserne avaro!”. E’ una delle massime che figurano all’interno della casa-deposito di Zio Paperone, piena zeppa di monete in cui tuffarsi e di consigli relativi alla massimizzazione del profitto per aspiranti multimilionari.
Allo stesso modo, soprassedendo sull’avarizia, potrebbe essere anche una massima figurante in una tipologia di “istituto di credito” decisamente atipica: quella delle banche del tempo. Qui le monete non sono fulgenti come quelle del più ricco papero del mondo Disney e non ci si può fare il bagno, ma questo tipo di istituti permette, piuttosto, un tuffo all’interno della condivisione di esperienze e, ovviamente, di tempo.
LA FILOSOFIA DI BASE
Il funzionamento parte dall’idea di scambio: ogni aderente mette a disposizione una serie di competenze e una serie di ore in cui prestarle a chi dovesse averne bisogno. Allo stesso modo, diventa creditore di altrettante ore da parte di altri soci dell’istituto di credito temporale, secondo un’idea di condivisione che parte dal presupposto che uno scambio di tempo significa principalmente uno scambio di relazione.
Michela Garau, socia attiva all’interno del circuito di Banche del Tempo di Torino (la città ne annovera quattro) e in particolare all’interno delle realtà attive nei quartieri di San Salvario e Barriera di Milano, tiene a sottolineare quanto il concetto di base sia esclusivamente quello della rete dal momento che non esiste uno scambio diretto ma in più direzioni: «Un ragazzo lituano che offre lezioni di cucina a una giovane donna torinese non necessariamente verrà ricambiato da quella stessa ma potrà usufruire, per esempio, delle ore di lezioni di italiano offerte da uno studente di lettere e così via – continua – secondo uno scambio circolare e paritetico. Il tutto permettendo, oltre che di creare condivisione di competenze e relazione, anche di assolvere a piccole esigenze quotidiane senza necessariamente ricorrere a un pagamento: non poco, in tempi di crisi».
QUESTIONE DI TEMPO
Michela ci racconta anche di un recente progetto attivato dall’associazione “Basta un ritaglio – Banca del Tempo a San Salvario“ intitolato “Questione di tempo. Le Banche del tempo, in tempo di crisi”, un’attività di analisi incrociata con altre realtà che prevedono tipi di scambio senza moneta e che prevedrà l’organizzazione di una giornata di sperimentazione e promozione dello scambio non monetario.
«Prima di procedere alle giornate di sperimentazione – conclude Michela – stiamo procedendo alla mappatura delle esperienze senza moneta che si svolgono nel territorio di Torino. L’obiettivo di questa prima parte del progetto è quello di creare un momento di confronto fra le varie realtà che offra la possibilità di fare rete attraverso un confronto degli uni con gli altri».
Link utili:
Basta un ritaglio – Banca del Tempo a San Salvario
Cosa pensate di questo tipo di associazione? Potreste prendere parte a uno scambio di tempo organizzato in queste strutture?