Home » Cultura » Olimpiadi? Sì, di Neuroscienze

13 Marzo 2014

Olimpiadi? Sì, di Neuroscienze

Intervista a Sara Brovarone, che l’anno scorso ha vinto la fase regionale delle Olimpiadi di Neuroscienze, oramai giunte alla quinta edizione.

Veronica MinnitiTommaso Portaluri

Sara Brovarone

Sara Brovarone, vincitrice della fase regionale delle Olimpiadi dello scorso anno

Le Olimpiadi di Neuroscienze sono ormai giunte alla quinta edizione. Gli studenti delle scuole superiori di tutto il Paese sono chiamati a cimentarsi con alcuni importanti temi, come intelligenza, memoria, emozioni, stress, invecchiamento, sonno e malattie del sistema nervoso. Obiettivo principale della competizione, promossa dalla Società Italiana di Neuroscienze, è accrescere fra i giovani l’interesse per la biologia e per lo studio della struttura e del funzionamento del cervello umano, l’organo più complesso del nostro corpo. Le Olimpiadi costituiscono la fase nazionale della International Brain Bee (IBB). Infatti, il vincitore riceverà una borsa di studio per partecipare alla competizione internazionale che si svolgerà a Washington nell’Agosto del 2014, dove rappresenterà l’Italia. Lo scorso anno il Piemonte è stata la regione con il più alto numero di adesioni. Sabato 15 marzo si terrà la fase regionale delle Olimpiadi. Abbiamo incontrato Sara Brovarone, la vincitrice della fase regionale dello scorso anno, per farci raccontare la sua esperienza.
Le neuroscienze. Che cosa sono?
«Le neuroscienze sono quel campo della medicina che studia il sistema nervoso servendosi di diverse altre discipline, tra cui la biologia e la fisica. Si tratta di una disciplina di studio che comunemente non viene trattata a scuola.
In che cosa consistono i quesiti delle prove?
«Esistono essenzialmente tre tipologie di quesiti: dei cruciverba da completare per mezzo delle definizioni associate ad ogni numero orizzontale o verticale; delle domande a risposta multipla e delle domande a risposta diretta. Vi sono poi alcuni esercizi che consistono invece nell’indicare, su una tavola, i nomi delle parti del cervello in figura. È richiesta una conoscenza minuziosa del cervello, del suo funzionamento e delle sue componenti.»
Che cosa consiglieresti a un ragazzo che vuole partecipare alle olimpiadi? Quale preparazione suggerisci?
«Lo studio aiuta molto. Personalmente, non ho dovuto studiare moltissimo: a scuola seguivo l’indirizzo salute e aveva studiato approfonditamente il sistema nervoso in anatomia. Sono stata in un certo senso “avvantaggiata”. Ai ragazzi che però si approcciano per la prima volta alla materia – e sono la maggior parte! – consiglio di studiare molto! Per la fase nazionale ricevemmo alcune dispense sulle quali prepararci.»
Che cosa porti con te dell’esperienza a Trento, per la gara nazionale?
«Diciamo che ero abbastanza emozionata anche perché non mi aspettavo di vincere le regionali: facevo il V anno, ed ero più concentrata sulla scuola e gli esami imminenti. È stata una bella esperienza anche se non ho vinto mi sono messa alla prova e mi sono divertita. Oltre alla gara, abbiamo assistito a una presentazione da parte di “addetti al lavoro” nel campo delle neuroscienze e abbiamo potuto osservare parti di cervello animale in laboratorio al microscopio.»

Link Utili:
Olimpiadi di Neuroscienze 2014

Ti piacerebbe partecipare alle Olimpiadi di Neuroscienze? Ti interessa sapere come funziona il cervello umano?

 

Tag: , , ,

Categorie: Cultura

Lascia un commento