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21 Maggio 2014

Successo per #hackUniTo, fra innovazione e divertimento

Grande partecipazione e molte proposte nei sei giorni organizzati al Campus Luigi Einaudi per migliorare l’Università a partire dal digitale

Fabio Cassanelli

Loghi di #hackUniTo e #hackUniTo OFF

Si è chiusa da pochi giorni una delle iniziative universitarie più curiose e orginali degli ultimi anni: #hackUniTo. Spiegare in modo rapido e semplice cosa si è svolto al Campus Luigi Einaudi di Torino dal 12 al 17 maggio non è cosa da poco, considerando l’enorme varietà degli eventi.

I PROGETTI
Cominciamo dal nome: #hackUniTo, ossia “hackerare” l’Università di Torino. A questo fine si sono riunite ben 1.419 persone suddivise in 194 progetti. Uno di essi (Open Case Law) ha come obiettivo la digitalizzazione delle sentenze dei Tribunali civili e della Cassazione per agevolare lo studio e la ricerca di studenti e studiosi di Giurisprudenza. Abbiamo poi “Tirocini di Medicina” che mira a semplificare il sistema di prenotazione e valutazione dei tirocino. Un altro esempio? “Hi-Tutto”, un motore di ricerca per esplorare online le collezioni dei testi e dei documenti dell’Università di Torino.

LE IMPRESSIONI
Marco, 21 anni, studente di informatica, ci racconta che lui e i suoi compagni di Facoltà sono stati mobilitati per partecipare ai vari gruppi di lavoro. «E’ stata un’esperienza entusiasmante e un vero banco di prova per avvicinarci al mondo del lavoro – ci spiega – a un certo punto sono anche arrivati i cosiddetti cacciatori di talenti di varie imprese per osservare il nostro lavoro e abbiamo lasciato loro i nostri contatti». Pare molto soddisfatto anche dell’accoglienza offerta dal Campus e ci parla entusiasta della sezione “Spunti” di #hackUnito. In pratica si tratta di uno spazio su web offerto a tutti gli “stakeholder” dell’Università, che potevano inserire le loro idee su come migliorare i servizi. Hanno partecipato 34 persone e troviamo suggerimenti sulla segreteria studenti smart che ti avvisa sullo smartphone quando è il tuo turno e sull’unificazione dei servizi di Wi-Fi tra le varie strutture.
Carlo, 27 anni, laureato in Scienze Politiche, ha invece partecipato a molti degli eventi dell’#hackUnito OFF, concerti, conferenze e dibattiti svoltisi a contorno delle iniziative principali: «Sembrava di vivere in un’università americana. Vicino al bar c’era Radio 110 che trasmetteva musica e programmi, ascoltabili anche dal pubblico di passaggio. Poi sono stati veramente belli i concerti di Piotta e di Bennato e i vari dj-set serali. Volendo si poteva arrivare all’Università il mattino alle 8 e andarsene via a mezzanotte senza mai annoiarsi».

IL FUTURO
Ora occorrerà osservare attenamente i tempi e i modi di realizzazione delle varie proposte e l’impatto che avranno sulla vita di tutti gli studenti, ma #hackUniTo è stato la prova che a volte con basso budget e grande entusiasmo si riesce veramente a cambiare ciò che sembra non funzionare a dovere.
Ci si augura quindi una seconda edizione per il 2015, sperando che diventi un evento consolidato nella vita universitaria.

 

Siti utili:
#hackUniTo

Voi avete partecipato a #hackUniTo o agli eventi OFF?

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Categorie: Università

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