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24 Ottobre 2014
Agricoltura 2.0: quando la rete scende (letteralmente) in campo
Continua il nostro speciale legato ai temi del Salone del Gusto, con le nuove tecnologie utilizzate per ottimizzare resa e costi delle coltivazioni
A.D.S.
Un contadino al lavoro con la sua zappa è una di quelle immagini che fanno parte dell’immaginario collettivo e come tutti gli stereotipi è difficile da cancellare, ma forse tra un po’ lo si potrà fare a colpi di tablet.
Il CSP – innovazione nelle ICT ha maturato ormai un’esperienza pluriennale nello sperimentare l’introduzione di nuove tecnologie in ambito agricolo finalizzate al miglioramento della resa delle colture in termini di riduzione dei costi e aumento della qualità del prodotto. Questo è stato possibile attraverso diversi progetti sul territorio piemontese.
PROGETTO SIGEVI
Esistono diversi fattori a cui badare durante lo sviluppo e la crescita di una pianta: temperatura, radiazione solare incidente, umidità, quantità di precipitazioni e altro ancora. Lo sa bene chi avrà fatto dei tentativi sul balcone di casa piuttosto che nel proprio orto. Inoltre tenendo conto della convergenza verso l’ICT anche dell’agricoltura, il progetto SIGEVI nasce dall’esigenza di fornire ai viticoltori uno strumento in grado di dare un supporto quantitativo alle loro decisioni sulla base di dati raccolti in campo, letteralmente.
Il sistema dunque si basa su sensori distribuiti nei vigneti che globalmente formano una rete wireless. I dati così raccolti vengono trasmessi via web a un centro di elaborazione che può essere facilmente interrogato dagli operatori tramite interfacce e dispositivi mobili (a proposito, il CSP ha sviluppato una bella app per gli interessati all’Internet of Things). La raccolta dati si rivela fondamentale nello stabilire le strategie da adottare, valutando in modo preciso tutte quelle problematiche che si presentano al viticoltore come il bilancio idrico, l’irrigazione delle piante, la gestione della loro chioma e la tempistica di raccolta. Ciò va naturalmente a vantaggio di una migliore gestione delle risorse, che si traduce in un contenimento dei costi e in una più alta qualità della produzione.
LIVING LAB ALL’ORTO BOTANICO DI TORINO
Pochi sanno che i licheni sono importanti indicatori della bontà (o meno) dell’aria e del terreno. Sfruttando una rete di sensori analoga alla precedente, il CSP ha condotto una sperimentazione presso l’Orto Botanico di Torino, in collaborazione con l’Università di Torino, per monitorarne i valori fitologici e raccogliere dati climatici differenti in diverse condizioni microclimatiche e in tempo reale.
Il sistema, composto da una centralina meteo e una rete di sensori wireless, soddisfa tale necessità rendendo i dati disponibili attraverso la rete Internet. Il vantaggio del progetto risiede nell’avere avuto la disponibilità di un laboratorio a cielo aperto in una sede cittadina, aspetto che ha reso possibile lo studio e l’ottimizzazione della rete in vista di una sua applicazione in zone di montagna più remote.
AGRO ICT E MHYSS
Ancora una rete di sensori per AGRO ICT, progetto finalizzato alla stima dello stato idrico delle piante e a un’ottimizzazione dell’acqua impiegata nella coltura. Sito della sperimentazione è stato un vigneto di Settimo Vittone nel quale sono stati disposti un pluviometro, dei sensori di umidità del terreno, un dendrometro (strumento per la misura del diametro del fusto) e un datalogger per la registrazione dei dati. È importante studiare la variazione di circonferenza dei tronchi perché permette di ricavare informazioni sullo stato di possibile stress idrico della pianta, ovvero quella condizione – temporanea o prolungata – di assenza d’acqua.
Su quest’ultimo aspetto si è concentrato il secondo progetto, MHYSS (Measurement of Hydric Stress System), una piattaforma che sfrutta ancora una volta, e inevitabilmente, la tipologia di sensori di Agro Ict utilizzando un algoritmo per calcolare l’indice di vigore delle piante, NDVI (Normalized Difference Vegetation Index), che integra questi dati con fotografie del terreno per fornire una panoramica più completa all’operatore agricolo. Inoltre il progetto è versatile e estendibile anche in quei contesti dove la cura del verde risulta fondamentale come parchi o giardini piuttosto che campi da calcio o da golf.
EXPO 2015
L’agricoltura di precisione, incentivando per sua stessa natura la sostenibilità ambientale, è certamente uno dei temi d’interesse di Expo Milano 2015.
Ne parla Rai Expo in un servizio dedicato al progetto Magis, un esperimento concentrato sulla vitivinicoltura in Italia. Nato per iniziativa di alcune università – tra le quali l’Università degli studi di Torino con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari nel ruolo di gestore delle attrezzature per la distribuzione – ha le stesse finalità del progetto Sigevi sebbene di portata nazionale, coinvolgendo circa un centinaio di aziende vitivinicole o cantine e adottando un protocollo specifico per ogni area geografica. Diversi punti vengono dunque trattati con particolare cura come la fertilizzazione per concimare puntualmente senza sprechi, evitare di eliminare l’erba se non è strettamente necessario (perché conserva la fertilità del suolo e migliora la nutrizione della vite) e ridurre il numero di trattamenti localizzandoli solo nei punti richiesti dalla pianta.
A questi si aggiungono la potatura per regolare il rapporto tra foglie e frutti per contenere l‘attacco dei parassiti e la sola raccolta di quei grappoli maturi, tutto a vantaggio di un vino di più alta qualità. Ma Magis, come dice il suo nome, vuole sempre di più e presto estenderà il proprio protocollo alla qualità del suolo includendo forse in futuro anche le fasi del vivaio e della cantina.