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4 Novembre 2014

Al ristorante arriva il Menù della Poesia

Recitare Leopardi o Shakespeare fra un piatto e l’altro: è l’idea dei “Mangiatòri”,  che portano letteralmente la cultura a tavola, avvicinando teatro e letteratura

C.C.

I giovani attori che hanno inventato il Menu della Poesia

Sei giovani attori professionisti, diplomati al Teatro Stabile di Torino, girano per i locali delle città (sotto la Mole e poi in Liguria, Toscana e Puglia) proponendo un menù che all’apparenza, perfettamente curato nella grafica, apparirebbe come quello di un qualsiasi ristorante, invece è costituito da poesie. Da Trilussa a Prevért, da Amelia Rosselli a Neruda, gli attori interpretano la poesia scelta dalla carta, ognuna con un (piccolo) prezzo specifico, vestiti come elegantissimi camerieri.
Il gruppo de I Mangiatòri – il cui nome è un gioco di parole che omaggia la figura dell’attore e, nella pronuncia, la città Torino – è costituito da Marco Bonadei, Camilla Alisetta, Mauro Bernardi, Rocco Rizzo, Camilla Sandri e Anna Charlotte Barbera, che ha risposto alle nostre domande.

Come è iniziata l’avventura dei Mangiatòri?
«Volevamo trovare il modo di diffondere il teatro in luoghi non convenzionali, così quattro anni fa abbiamo iniziato quest’avventura. È nata come una sfida, tre di noi sono partiti un’estate alla conquista del Salento armati di papillon e dei primi menu, che a riguardarli oggi ci fanno quasi tenerezza, come un cimelio da conservare: ogni chiazza d’olio è come una cicatrice di guerra. Poi pian piano abbiamo perfezionato il format, che è sempre in evoluzione; i menù oggi comprendono un repertorio molto più ampio e in costante aggiornamento, sono molto più curati dal punto di vista grafico, i componenti del team sono sempre più numerosi… e sempre più bravi!».

Avete dichiarato che “il Menù della poesia è una protesta pacifica”: in che senso?
«Alla fine del 2010, durante il periodo di protesta contro i tagli alla cultura, diverse istituzioni e personalità dell’arte, della cultura, dello spettacolo, hanno espresso la loro voce in merito all’importanza della tutela del nostro patrimonio artistico e culturale. Alla prima della “Valchiria” di Wagner alla Scala Daniel Barenboim si è schierato contro chi non ha rispetto per la nostra tradizione operistica e musicale, leggendo al pubblico l’articolo 9 della Costituzione in cui si afferma che “la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Eppure l’allora Ministro della cultura Bondi era assente… Quando l’Istituto Dante Alighieri, che promuove nel mondo la lingua e la cultura italiane, rischiava di chiudere a causa dei tagli previsti dalla Finanziaria, Giulio Tremonti rispondeva “fatevi un panino con Dante”. Noi lo abbiamo preso in parola. Per dimostrare a tutti gli scettici che non è vero che “con la cultura non si mangia”, dai nostri menù è possibile ordinare direttamente al proprio tavolo, tra gli altri, Dante Alighieri, William Shakespeare, Giacomo Leopardi. Da qui il nome I Mangiatòri, un gioco di parole che rende omaggio a Torino che è la nostra patria artistica. Ecco la nostra protesta pacifica: “serviamo” Poesia con la lettera maiuscola e cerchiamo di ristorare gli animi e soddisfare gli appetiti spirituali».

Come risponde il pubblico alla vostra iniziativa e quali sono le richieste più frequenti?
«In quattro anni di attività abbiamo girato diverse città di Italia. La scorsa estate da Torino siamo arrivati fino a Otranto passando dalla Liguria, dalla Toscana, dal Lazio. Ogni città ci ha regalato incontri splendidi, l’aspetto più bello di questo lavoro è il confronto con le persone, lo scambio che si crea. E Torino, al contrario di quel che ci si aspetterebbe, è un’ottima piazza, ha accolto la nostra iniziativa a braccia aperte, sfatando ogni luogo comune sulla chiusura dei suoi cittadini, e lo dico da torinese! Qui il pubblico è attento, raffinato, forse un po’ diffidente all’inizio, ma si lascia conquistare e stupire. E spesso stupisce anche noi, capita che i nostri fan ci scrivano ringraziamenti che ci colmano il cuore e ci restituiscono il senso del nostro mestiere. Le persone danno tanto e ogni sera, anche quando siamo stanchi o affaticati dal “difficile vivere”, come scriveva Hesse, basta recitare qualche poesia per riscoprire che l’energia torna subito a fluire con vitalità. Questo è merito di tutti coloro che si lasciano sorprendere dall’iniziativa, a volte ci invitano a bere un bicchiere di vino, le anime dialogano… ».

Dove possiamo trovarvi?
«A Torino abbiamo da poco chiuso il 6° Salone dell’Imprenditoria Femminile e Giovanile GammaDonna, e partecipato al Salone del Gusto. Nel frattempo a Milano continuano gli appuntamenti alla Drogheria Plinio e proseguiamo anche con la nostra attività “on the road” in cui siamo un po’ come folletti. Potete incontrarci per caso quando cala la notte presso ristoranti, taverne o piole, come si chiamano nella nostra amata Turin. Inoltre ci potete ascoltare ogni sabato pomeriggio su Rai Radio3 in apertura di Piazza Verdi. Infine potete seguire le nostre attività su Facebook alla pagina www.facebook.com/IMangiatori».

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Categorie: Cultura

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