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22 Gennaio 2015

Buon compleanno Mozart!

Nel weekend a Torino maratona non-stop per festeggiare la nascita dell’artista austriaco, ma qual è il rapporto fra giovani e musica classica?

Claretta Caroppo

La maratona musicale “Mozart Nacht und Tag” si svolgerà nel weekend a San Salvario

Per celebrare la nascita di Mozart, il 27 gennaio del lontano 1756, l’associazione Baretti – in collaborazione con vari enti fra cui l’Associazione Concertante-Progetto Arte&Musica, il Circolo dei Lettori e l’Associazione Mozart Italia sede di Torino – organizza una maratona musicale e cinematografica dedicata al grande artista austriaco. Giunta alla settima edizione, la Mozart Nacht und Tag prevede 300 ore ininterrotte di musica e il coinvolgimento di artisti e giovani che diletteranno il pubblico dalla mattinata del 24 gennaio fino a notte fonda, per terminare nel pomeriggio del 25 gennaio.
In occasione dell’evento allievi, ex allievi e docenti dei principali Conservatori del Piemonte si esibiranno non solo in teatri e chiese, ma anche nelle abitazioni, per l’iniziativa Adotta un pianista, con appuntamenti diffusi in 8 appartamenti privati di San Salvario, i cui proprietari si sono dati disponibili ad accogliere musicisti e pubblico in casa propria e a cui è possibile partecipare gratuitamente prenotandosi e ricevendo gli indirizzi.
Per saperne di più abbiamo intervistato Corrado Rollin, che, insieme a Giorgio Griva cura il coordinamento artistico della Mozart Nacht und Tag.

Come è nata l’idea di celebrare il compleanno di Mozart organizzando una maratona musicale?
«Mi fu proposto dal regista Davide Livermore nell’estate 2008. Mi ero rivolto al Baretti per proporre la messa in scena di un mio progetto teatrale “Ultime rondini”, che ha debuttato poi al Baretti nel 2010 e mi sono allegramente trovato coinvolto nell’attività del teatro, del cui Consiglio direttivo poco dopo sono diventato membro. Non avevo mai organizzato nulla di quel genere, è stata una scommessa, direi vinta. Nessuno, che io sappia, aveva mai fatto nulla del genere in Italia e meno che mai in un quartiere particolare come San Salvario. La risposta del pubblico fin dalla prima edizione è andata ben oltre le nostre aspettative. Preparammo anche un documentario su quella “pionieristica” prima edizione che oggi si può vedere su YouTube».

Saranno coinvolti più di 200 musicisti sparsi per la città: si esibiranno anche musicisti e interpreti giovani? Crede questo sia un valore aggiunto?
«Come sempre il “nocciolo duro” della maratona sono gli allievi, diplomati e diplomandi, dei Conservatori piemontesi, anche se ci sono ovviamente anche dei professionisti affermati che, con nostra grande soddisfazione, si esibiscono gratuitamente da noi. Per i ragazzi è una bella occasione per “provarsi” davanti a un pubblico vero, dato che Mozart Nacht und Tag è sì una serie di concerti, ma anche qualcosa di completamente diverso, informale, con un contatto fra platea e palco assolutamente unico».

A oggi quale crede sia il rapporto tra giovani e musica classica?
«Per quanto riguarda l’opera, il Regio è sempre pieno e le facce giovani non sono poche. Le stagioni di musica da camera e sinfonica sono un po’ meno omogenee, ma MiTo ad esempio è un successone ogni anno. Negli Anni Settanta e Ottanta, quando cominciavo ad andare a concerto, il fervore dei miei coetanei era grandissimo, ma c’erano anche molte meno possibilità di ascoltare quel repertorio. Oggi trovare la musica in rete o acquistare cd e dvd su Amazon è facilissimo e spesso nemmeno costoso. Allora o si andava a concerto o ci si perdeva un sacco di cose».

Quali iniziative potrebbero avvicinare i giovani ancora di più alla musica classica?
«A mio parere è l’istituzione “concerto”, dove si suona e basta, che mostra la corda. Perché dovremmo uscire di casa per andare ad ascoltare le stesse musiche che possiamo facilmente trovare riprodotte magari nell’esecuzione di grandissimi interpreti? Bisogna inventare spettacoli “misti” in cui la musica “colta” si mescola alla prosa, alle proiezioni cinematografiche, ai reading, alle conversazioni informali, insomma tutte quelle cose che a casa il pubblico non può trovare. Lo dimostra chiaramente la risposta dei ragazzi alle “Interviste impossibili” su musica e letteratura che organizzo da qualche anno al Teatro Vittoria per l’Unione Musicale. Coinvolgendoli così, i giovani capiscono immediatamente che la musica classica non è un museo, ma una cosa viva, nostra, collegata a tutta la grande cultura europea. Basta dare qualche spunto e la curiosità si accende. L’importante è non “fare la lezione”».

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Categorie: Musica

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