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31 Marzo 2015

Scienz(i)a.TO, la scienza è su Digi.TO

Inauguriamo oggi un nuovo spazio in cui una volta al mese riporteremo le notizie più interessanti e curiose dal mondo scientifico

Andrea Di Salvo

Scienz(i)a.TO è la nostra nuova rubrica mensile sulla scienza

Da oggi Digi.TO si arricchisce di una nuova rubrica, Scienz(i)a.TO, uno spazio mensile in cui racconteremo i fatti scientifici più interessanti o curiosi delle ultime settimane.
Iniziamo oggi con la sonda Dawn, un rally lunare, i vestiti di Tron e LHC, lo scopritore di particelle.

CERERE
Il 6 marzo scorso la sonda Dawn della Nasa, dopo sette anni di viaggio, si è immessa in un’orbita a spirale intorno al pianeta nano Cerere.
Scoperto dall’astronomo Giuseppe Piazzi, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Palermo, il 1° gennaio 1801, venne inizialmente considerato l’ottavo pianeta del Sistema Solare. Pur essendo stato riclassificato come asteroide da Herschel appena un anno dopo – che coniò appositamente il termine per via delle sue ridotte dimensioni (circa 974 km di diametro) – rimase indicato come pianeta per circa cinquant’anni e ridefinito nel 2006 come pianeta nano.
All’essere oggetto di diverse ridefinizioni si è aggiunto ora quello dell’interesse prettamente scientifico. Ha una massa pari al 32% di quella totale della fascia interna degli asteroidi e le osservazioni finora effettuate ipotizzano la presenza di un oceano di acqua liquida al di sotto della sua superficie. Naturalmente sarà la sonda Dawn a chiarire questo e molti altri aspetti del corpo celeste. Già le prime immagini arrivate dall’orbiter hanno acceso la curiosità: mostrano infatti due spot luminosi sulla sua superficie. Che cosa saranno? Ne sapremo di più nei prossimi mesi.

RALLY LUNARE
Non si entusiasmeranno solo gli appassionati delle gare di corse: entro dicembre del prossimo anno vedremo dei robot sulla Luna e molto probabilmente si sfideranno in una gara di velocità. Google Lunar X Prize infatti è la competizione che mette in palio 30 milioni di dollari, assegnandone 20 al primo team di aziende private che farà atterrare in sicurezza un robot sulla Luna facendolo muovere per 500 metri e manderà a Terra una ripresa in HD dell’evento.
A rendere la gara ancora più interessante è stato l’annuncio di una delle società partecipanti, l’Astrobotic, che ha proposto agli altri team di sfruttare il suo lander, il Griffin, per atterrare tutti insieme sul nostro satellite e dare poi via alla prima corsa extraterrestre della storia.
C’è solo divertimento dietro tutto questo? Ovviamente no. Google vuole incentivare lo sviluppo di trasporti commerciali per aprire nuovi, potenziali, mercati: la Luna non è solo fonte di ispirazione romantica, ma potrebbe anche essere quella di risorse da sfruttare. Lo si intuisce dalla tipologia dei premi minori messi in palio: 4 milioni di dollari al team che rileverà la presenza di ghiaccio d’acqua, altri 4 per coloro che indagheranno sullo stato di uno dei siti di atterraggio delle missioni Apollo (evidentemente per valutare il degrado delle strutture o della strumentazione), 2 milioni invece per sopravvivere alla notte lunare e ancora 2 per chi percorrerà 5 km.
È possibile quindi che saranno questi concorrenti i futuri fornitori di servizi privati per le agenzie spaziali. Fantascienza? Secondo il sito dell’Astrobotic no: la società infatti permette già di pianificare via web una propria missione per il lancio di strumentazione scientifica o altro in orbita intorno alla Luna o sulla sua superficie. Voi cosa portereste su?

COME TRON
Avete presente il film fantascientifico Tron? Bene, molto presto quelle strisce luminescenti che caratterizzano gli abiti dei suoi personaggi potrebbero diventare realtà e, anzi, quest’ultima potrebbe addirittura superare la finzione.
Un articolo pubblicato su Nature Photonic illustra un metodo adottato dai ricercatori della Fundan University e dell’Università della California a Los Angeles per ottenere fibre luminose integrabili nei tessuti. Il settore della tecnologia indossabile sarebbe quindi in grado di compiere un vero balzo in avanti con lo sviluppo di schermi e dispositivi indossabili. La nuova fibra è stata ottenuta ricoprendo un sottilissimo filo di acciaio con un polimero in grado emettere luce. I test hanno mostrato una buona flessibilità dei filamenti che non perdono le proprie caratteristiche se sottoposti a stress.
Non rimangono che due cose ancora da fare: la prima è incrementare la loro stabilità operativa perché attualmente, una volta raggiunta la luminosità massima, questa diminuisce lentamente nel tempo. La seconda è ampliare la gamma di colori disponibili che al momento sono solo giallo e blu. I ricercatori spiegano che con una variazione sul metodo usato si potranno ricavare anche altri colori. Per fortuna, perché, si sa, anche l’occhio vuole la sua parte.

RIPARTE LHC
Dopo un riposo tecnico di due anni, il Large Hadron Collider (LHC) è pronto a riprendere le sue indagini nel mondo delle particelle. È la macchina più complessa mai costruita dall’uomo e finora ci ha regalato la scoperta di un’importante particella del Modello Standard (che è la teoria fisica di riferimento), ovvero il bosone di Higgs.
Si tratta di una particella la cui esistenza è stata teorizzata nel 1964 da Peter Higgs e rilevata per la prima volta nel 2012 proprio presso l’acceleratore di Ginevra. Perché è così importante? Semplificando molto la teoria che ci sta dietro, essa è la particella che conferisce la massa alle particelle elementari e, quindi, anche a noi.
Ma LHC non si è fermato qui. Dopo avere scoperto due nuove particelle, ora è in grado di compiere ulteriori indagini grazie alla sua raddoppiata energia di lavoro. Si concentrerà in particolare nel cercare di capire come mai l’interazione gravitazionale sia così debole rispetto alle altre presenti in natura. Se vi sembra il contrario solo perché vi sentite ben ancorati al suolo, occorre sapere che l’interazione forte, la forza responsabile dell’esistenza dei protoni e neutroni e della coesione dei nuclei atomici, è 10 volte più intensa, anche se, “per contro”, con un raggio d’azione molto piccolo. All’interno dell’acceleratore verranno inoltre prodotte antiparticelle per capire la distribuzione così asimmetrica di materia e antimateria nell’Universo: entrambe infatti vengono prodotte in misura uguale nei processi studiati da LHC, ma la materia nel cosmo è preponderante. E ancora si indagheranno i primi istanti di vita dell’Universo riproducendo il plasma di particelle elementari che lo costituivano per fare risolvere ulteriori interrogativi teorici.

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Categorie: Tecnologie

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