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28 Luglio 2015

Il Collegio Einaudi: una famiglia di 775 studenti

Guglielmo Zanchetta, rappresentante degli studenti, racconta a Digi.TO come si vive nella struttura, il cui nuovo bando di ammissione scade il 7 agosto

Tommaso Portaluri

Guglielmo Zanchetta, rappresentante studenti del Collegio Einaudi

È online il bando per l’ammissione per 100 nuovi posti al Collegio Einaudi, la cui scadenza è stata prorogata fino al 7 agosto. Le graduatorie di ammissione sono formate in base al merito scolastico e la conferma del posto è garantita con una media esami non inferiore a 24/30 e un determinato numero di crediti universitari.
Per conoscere meglio la realtà del Collegio Einaudi abbiamo intervistato Guglielmo Zanchetta, rappresentante degli studenti al Collegio. Nato a Padova nel ’91, ha scelto di studiare a Torino per un unicum a livello nazionale nella sua offerta: Scienze Strategiche. Per ottenere la laurea gli manca soltanto la discussione della tesi; è in Collegio da quando si è immatricolato presso l’ateneo torinese, ovvero da cinque anni.

Il fondamentale criterio d’ammissione al Collegio Einaudi è quello del merito. Quanto influisce questo sul tipo di compagnia che può trovare un nuovo inquilino del Collegio?
«Ovviamente significa che l’einaudino medio è un ottimo studente universitario, o ha buone probabilità di diventarlo se una matricola appena uscita dalle superiori, ma dobbiamo toglierci l’idea di studente meritevole=secchione. Avere una carriera universitaria di un certo livello non significa passare tutto il tempo sui libri vivendo in uno stato di simil clausura. Quello che i senior, i più anziani in Collegio, possono passare ai giovani è anche quella capacità di “time managing” tale da saper far festa, e le feste in collegio sono assai invidiate dagli esterni, senza inficiare i risultati agli esami».

Quali sono i vantaggi della vita in Collegio? Quali sono stati per i fattori determinati, per te, in questa scelta?
«I vantaggi sono veramente tanti. Il più grande valore aggiunto sono le persone. Se magari i primi giorni sei un po’ malinconico per via della stanza vuota, della lontananza da casa, dalla tua famiglia e dai tuoi amici, molto presto ti accorgi di vivere in un piano di 34 persone, in uno stabile dove ce ne sono 150 con un livello di socialità a cui, se sei fortunato, ti sei difficilmente anche solo avvicinato nella gita di quinta liceo. Facilmente leghi con le altre persone: su 150 persone, se vuoi, trovi per certo qualcuno con cui hai piacere di passare il tempo. Poi è vero, negli anni il Collegio diventa per te come una seconda famiglia. Tutto questo in un appartamento è molto più “forzato” e il rischio di non trovarsi bene con i coinquilini può rendere la tua esperienza a Torino davvero terribile. Io in collegio ci sono capitato un po’ per caso, ma ai miei genitori piaceva il fatto che fossi in un ambiente più organizzato ed istituzionalizzato di un appartamento, probabilmente si sono sentiti più sicuri per le mie sorti. Poi ovviamente viene tutto il discorso relativo alle strutture nuove, al costo, all’offerta formativa, alla qualità dei servizi offerti etc. Svantaggi essenzialmente due: se non ti piace la vita di comunità, con i suoi pro e i suoi contro, non fa per te; c’è un regolamento che in teoria andrebbe rispettato e se ti beccano ti fanno pelo e contro pelo; ad esempio non si potrebbero avere ospiti in stanza la notte. Ovviamente il fatto che ogni anno io abbia reiterato la mia scelta di rimanere in Collegio è indice del fatto che mi sono trovato bene, che rifarei la stessa scelta e che la consiglio vivamente al prossimo».

Nel nuovo bando di ammissione si legge che esiste anche la possibilità di intraprendere una collaborazione a tempo parziale: di che cosa si tratta?
Il Collegio attinge dalle graduatorie “200 ore” dell’Università e del Politecnico per attribuire degli incarichi interni ai propri studenti. Si tratta di collaborazioni di circa 150 ore, retribuite 9,30 € all’ora, dove si ricoprono i ruoli di sostituto custode (il servizio di portineria dalle 21 alle 2 del mattino e nei giorni festivi è coperto da studenti, ndr), collaboratore presso gli uffici del Collegio, aiuto bibliotecario e sistemista di sezione, i nerd che si occupano dei sistemi informatici del Collegio. Sono esperienze proto-lavorative che non fanno mai male e che responsabilizzano la persona, oltre che a farle guadagnare un piccolo gruzzoletto, che non guasta».

Al Collegio Einaudi vengono organizzate anche attività culturali e formative: di che tipo?
«Sono uno dei punti forti del Collegio e che lo differenziano da una mera residenza universitaria. Sono tutti corsi o attività ai quali si partecipa su base volontaria e a un costo veramente irrisorio. Si spazia dai corsi di lingua per il conseguimento delle certificazioni internazionali, ai corsi per lo sviluppo delle soft skills, dai corsi in convenzione con il CUS alla gita annuale di Collegio, dal torneo di calcetto alla sfida di cucina, il tutto passando per i corsi di improvvisazione teatrale, i concerti delle band del Collegio e i 1.000 € euro che il Collegio destina a ogni sezione per l’organizzazione da parte dei delegati studenti di attività culturali. E molto probabilmente mi sono dimenticato metà delle proposte che il Collegio offrirà l’anno prossimo».

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Categorie: Università

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